mercoledì 24 maggio 2017

Il sogno di tre studenti napoletani: "Andremo sulla Luna con una lattina"

Il sogno di tre studenti napoletani: "Andremo sulla Luna con una lattina"

Nella competizione organizzata da Big G adesso rimangono in cinque: l'israeliana Spaceil, la Moon Express (Usa), la Synergy Moon (internazionale), l'indiana Teamindus e la Hakuto del Giappone. Chi vincerà? Becker, che ha analizzato tecnicamente tutte le proposte degli ex avversari, ha pochi dubbi. È fiducioso: "Molto probabilmente saremo comunque noi i primi ad allunare, nessuno è così avanti". Sono stati circa dieci gli anni di lavoro, tre i robot costruiti, l'ultimo in collaborazione con la casa automobilistica Audi
 
Si tratta di un gioiellino hi-tech, fatto di alluminio stampato in 3D, dotato di telecamere ad alta definizione e di computer intelligenti. La missione durerà 14 giorni e mezzo. Poi l'escursione termica che caratterizza il passaggio dal giorno alla notte lunare - si può andare dai 150 gradi di una zona illuminata ai meno 150 di una all'ombra -, manderà presumibilmente in tilt ogni apparecchiatura. Si prospetta un evento unico nel suo genere. Perché al robot tocca visitare i luoghi dell'Apollo 17, che ha portato per l'ultima volta l'uomo sulla Luna. Quarantacinque anni fa. Un sito di interesse internazionale per molteplici motivi, spiega Becker: "Vedere in che stato si trova l'equipaggiamento lasciato lì nel 1972 può aiutarci a scegliere i materiali migliori per i viaggi futuri. Inoltre, potremo risolvere numerosi misteri e mostrare, nuovamente, il momento in cui la piattaforma di atterraggio tocca il suolo. Proseguiremo la storia".
 
Ma ancor più dello sbarco sul satellite della Terra, sono le sue implicazioni sociali ad affascinare: "Consentire a molte più persone di partecipare all'esplorazione spaziale e, quindi, ridurne i prezzi". Una democratizzazione delle esplorazioni oltre l'atmosfera. Il primo passo è dare un passaggio a chiunque voglia portare sulla Luna un esperimento: università, scuole, o singoli ricercatori. Il prezzo varia dai 700mila agli 800mila dollari per chilogrammo. C'è già chi si è prenotato per studiare la possibilità di far crescere verdura sulla superficie lunare, o di creare una casa dalla sabbia ed estrarre l'acqua dalle pietre.
 
Gli ingredienti per un grande ritorno alla Luna, per poi spingersi ancora più oltre, fin su Marte, ci sono tutti. "È per questa ragione che il satellite è tornato di moda", conclude Becker. Infatti il gruppo dei PTScientists, come gli altri concorrenti del Google Lunar Xprize, non sono gli unici a volerci fare ritorno. Sul fronte privato Blue Origin, la compagnia spaziale di proprietà di Jeff Bezos, spera di condurre esperimenti e allestire una base entro il 2020. Mentre l'agenzia spaziale russa Roscosmos sogna una stazione lunare per dodici persone, seppur manca una data d'inizio dei lavori. 
 
Pronta al decollo anche la corrispondente statunitense, grande protagonista del passato. La Nasa ha in programma di portare presto i propri astronauti a fare un giro nello spazio cislunare, quello che si trova tra la Terra e la Luna. "È una missione in preparazione per Marte - dice a Repubblica Tabatha Thompson, responsabile della comunicazione della Nasa -. Offre l'ambiente spaziale perfetto per ottenere l'esperienza necessaria a spingere le esplorazioni più in profondità nel sistema solare. Ma allo stesso tempo offre la possibilità di tornare qui, sul nostro pianeta, in pochi giorni anziché settimane o mesi". Così anche se Houston dovesse avere un problema, sarebbe di facile risoluzione.

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