mercoledì 30 dicembre 2015

Copianificazione Città Metropolitana di Napoli

Gentile cittadina/o,
ritengo doveroso informarti su alcune recenti attività svolte da me in qualità di Consigliere Metropolitano della Città di Napoli, delegato all'Urbanistica e alla Pianificazione Territoriale.
                                   
D’intesa con il Sindaco Metropolitano Luigi de Magistris e con la dott. ssa Paola Costa, dirigente del servizio Urbanistico e Pianificazione Territoriale, abbiamo attivato con i comuni che ne hanno fatto richiesta una serie di tavoli di copianificazione, finalizzati ad abbreviare i tempi ed efficientare tutte le fasi necessarie all'approvazione dei PUC (Piani Urbanistici Comunali), per i quali è indispensabile il parere obbligatorio della Città Metropolitana.
                            
Alle conferenze di copianificazione hanno già aderito i Comuni di Casalnuovo, Acerra, Pozzuoli, Quarto, Ottaviano, Procida, Castello di Cisterna, Pomigliano D'Arco e San Vitaliano ai quali stiamo fornendo, attraverso la professionalità dei nostri funzionari: arch. Luigi Saviano, arch. Felicia Sembrano, arch. Alberto D’Urso, arch. Claudia Morelli supporto tecnico volto al dimensionamento degli standard, alle linee d’indirizzo, all’accesso dati e agli elementi conoscitivi in possesso della Città Metropolitana.
                                        
Riteniamo che, grazie alle intese messe in atto con i comuni, sarà più facile indirizzare preventivamente, sin dalla genesi, lo strumento urbanistico e quindi, una volta raggiunta l’intesa, l’ente locale potrà procedere fino all'approvazione finale senza prescrizioni e intoppi che in molti casi rischiano di allungare eccessivamente i tempi.
                                            
Inutile ricordare che questo efficace strumento può essere attivato attraverso una semplice richiesta ed è a costo zero per l’ente locale che ne fa richiesta.
                               
Di seguito troverai alcuni link che attraverso foto, comunicati e articoli illustrano le riunioni svolte che hanno già portato all’ approvazione di alcuni PUC come quello del Comune di Ottaviano che, grazie al parere e al supporto tecnico della Città Metropolitana, si è potuto dotare per la prima volta di uno strumento urbanistico che porterà presto sviluppo economico e sociale sull’intero territorio.
                                              
Approvazione PUC Comune di Ottaviano. (24-7-2015)
                                             
                                                   
Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e 
Comune di Pozzuoli. (6-10-2015)
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Linee guida delib. Edilizia Residenziale Sociale
                                                   
                                                
Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e
Comune di Casalnuovo. (27-10-2015)
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Definizione nuovo PUC
                                    
                                                      
Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e 
Comuni di Acerra, Pomigliano e Castello di Cisterna. (5-11-2015)
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Ridefinizione fasce di rispetto ASI
                                         
Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e 
Comune San Vitaliano. (10-11-2015)
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Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e
Comune di Procida.  (15-11-2015)
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Conferenza di copianificazione tra Città Metropolitana di Napoli e 
Comune di Quarto. (15-11-2015)
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Omicidio Yara Gambirasio,


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....................“Colpita con una lama”: foto choc in aula. Tomba videosorvegliata per 3 anni

di | 7 ottobre 2015


Cronaca



L'anatomopatologa Cristina Cattaneo sentita dalla Corte d'Assise di Bergamo. Dalle risultanze dell'autopsia è emerso che la 13enne è morta nel campo di Chignolo d'Isola il 26 febbraio 2011, dove è stata ritrovata tre mesi dopo. A causare il decesso, oltre al sanguinamento provocato dai tagli, è stata l'ipotermia.



Yara Gambirasio è stata colpita “con una lama molto affilata, da vestita” sia al corpo che alla gola. Ferite che le sono state procurate nel campo di Chignolo d’Isola (Bergamo), dove è stata ritrovata morta il 26 febbraio 2011, tre mesi dopo la sua scomparsa. La 13enne è deceduta lì “intorno alla mezzanotte” di quello stesso giorno e comunque “non oltre le primissime ore del giorno successivo”. Nella “mano destra stringeva arbusti” tipici di quella zona, e sotto le unghie e perfino “nel braccialettino di stoffa che portava” risultavano “attaccate spine di quel campo”. A provocare la morte sono stati il sanguinamento delle ferite e di alcune lesioni al capo – comunque “non mortali” – e dell’ipotermia.

L’anatomopatologa Cristina Cattaneo, consulente della Procura che ha eseguito l’ispezione esterna e poi l’autopsia sul corpo della giovane, è stata sentita dalla Corte d’Assise di Bergamo nel corso del processo a Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio
A seguito della richiesta del pm Letizia Ruggeri, la presidente della Corte Antonella Bertoja ha deciso di fare uscire il pubblico dall’aula poco prima che venissero proiettate alcune diapositive, definite troppo crude, del corpo straziato della giovane.

Videosorveglianza al cimitero di Brembate – A chiedere che l’udienza si svolgesse a porte chiuse sono stati gli avvocati di parte civile della famiglia Gambirasio e sia il pm Letizia Ruggeri sia i difensori di Massimo Bossetti si sono rimessi alla decisione dei legali dei Gambirasio

Sin dall’inizio del processo non sono state ammesse in aula telecamere né altri mezzi che potessero   riprendere o fotografare lo svolgimento dell’udienza. 
Ai fini delle indagini, la procura di Bergamo – scrive il Corriere della Sera – aveva deciso di installare una telecamera nel cimitero di Brembate di Sopra da fine maggio 2011 per filmare chiunque volesse visitare la tomba di Yara. Nessuno ha avuto atteggiamenti che potessero insospettire i pm, prosegue il Corriere, e nelle immagini non è mai comparso Bossetti

La telecamera è stata smontata tre anni dopo, quando il muratore è stato arrestato.

“Chi ha ferito Yara col coltello ha mostrato incertezze”Cattaneo ha parlato di ferite da “armi da taglio” delle quali una sola “di punta e taglio” sotto la mandibola, e tutte presumibilmente causate da un coltello. Che, però, è stato maneggiato da qualcuno che  ha mostrato incertezze e “cincischia- menti” nel ferirla e non ha inferto colpi fatali. 
“Con ogni probabilità”, ha spiegato la consulente, “Yara è stata colpita con una lama molto affilata, da vestita” sia al corpo che alla gola. E “c’è un taglio che va da lato a lato della gola, che sfiora la trachea senza reciderla”. Le ferite “anche profonde” che la ragazza presentava soprattutto alle gambe, ma anche alla gola” ha detto in aula l’anatomopatologa, “hanno prodotto sanguinamento e dolore” ma non ne hanno causato la morte. La ragazza, poi, “aveva un trauma cranico – ha aggiunto – ma non sappiamo se fosse in corso un’emorragia cerebrale“. Inoltre “presentava piccole ulcere gastriche e aveva un’alterazione dei valori di acetone nei tessuti“: tutti elementi che fanno pensare ad una morte per assideramento avvenuta nella notte successiva al rapimento. Dalle analisi effettuate sul suo corpo, infine, non sono emersi segni di violenza sessuale anche se i tagli, più superficiali, inferti al tronco, fanno pensare che l’aggressore abbia sollevato i vestiti della 13enne.

“Sul corpo tracce di materiali usati nell’edilizia” – Sul corpo, gli indumenti e le microsfere delle scarpe sono state ritrovate tracce di calce e di materiali riconducibili all’edilizia. “Abbiamo fatto un centinaio di campionamenti in tutti i luoghi frequentati dalla vittima – ha spiegato – in nessun caso è stato riscontrato lo stesso tipo di calce rinvenuto su Yara. Ci siamo chiesti se quelle tracce di calce siano finite lì per contatto con un’altra persona o per permanenza in un determinato posto. Riteniamo sia più probabile la seconda ipotesi”.

“Nella mano stringeva arbusti tipici della zona”
– A provare che Yara è stata uccisa nel campo di Chignolo d’Isola sono gli arbusti ritrovati nella sua mano destra. “La vittima è stata ferita nel campo di Chignolo – ha spiegato Cattaneo – Nella mano destra stringeva arbusti di quella zona e al suo corpo, o ai suoi vestiti”, sotto le unghie e perfino “nel braccialettino di stoffa che portava” risultavano “attaccate spine tipiche di quel campo. E anche alla base delle ferite – ha aggiunto – abbiamo rilevato elementi botanici da collocare in quel luogo, probabilmente non trasportabili”.

Paradossi referendari

29 dicembre 2015

Paradossi referendari

Appunti, Attualità, Democrazia, Diritti, Laicità, Pari opportunità, Politica italiana
Leggo con grande interesse e qualche curiosità dei propositi referendari degli oppositori della legge sulle unioni civili. Innanzi tutto perché evidentemente questo è un segno del fatto che finalmente si sono arresi all’evidenza che la legge si farà. In secondo luogo perché dimenticano che sull’ammissibilità del referendum dovrà pronunziarsi la stessa Corte costituzionale che ha già per due volte ammonito il legislatore a fare la legge che si vorrebbe abrogare. Insomma si chiederà alla Corte Costituzionale di approvare un referendum per poter abrogare una legge che la stessa Corte ha dichiarato costituzionalmente necessaria fino a richiedere per due volte espressamente al Parlamento di produrla. Che dire, buona fortuna.

  • Ivan Scalfarotto

    Deputato del Partito democratico. Sottosegretario per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. È fondatore di "Parks - Liberi e Uguali".

Una bella novità..MTM - Manifatture Teatrali Milanesi, Teatro Litta e Quelli di Grock associati.

martedì 29 dicembre 2015

presi la macchina fotografica e scattai

Il testimone dei due attentati di

 Fiumicino: «Feci la stessa cosa: presi la 

macchina fotografica e scattai»

Parla Elio Vergati, 76 anni, fotoreporter di «Telenews» che lavora al Leonardo da Vinci: assistette da vicino alle stragi del 17 dicembre 1973 e del 27 dicembre 1985. Una sua immagine arrivò seconda al Pulitzer. «Non pensi alla paura, pensi che è il tuo lavoro»

di Valeria Costantini e Alessandro Fulloni

Il finanziere Antonio Zara, ucciso da «Settembre nero». Questa foto di Elio Vergati (Telenews/Ansa) ottenne il secondo posto al premio Pulitzer del 1974Il finanziere Antonio Zara, ucciso da «Settembre nero». Questa foto di Elio Vergati (Telenews/Ansa) ottenne il secondo posto al premio Pulitzer del 1974
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C’era. C’era entrambe le volte. Un déjà vu pazzesco, allucinante, tra bombe, raffiche di mitra, morti e feriti a decine. Uno qualunque, dodici anni dopo aver visto la prima volta quell’orrore stando letteralmente in prima linea, se ne sarebbe rimasto rintanato da qualche parte al sicuro. Lui no. Lui è scattato ancora. Oggi scrolla le spalle, si schermisce, la modestia incarnata in un uomo di 76 anni portati con giovanile vigore. Sibila quattro parole di spiegazione. «È il mio lavoro». Tutto qui. Ed ecco perché Elio Vergati, fotografo che da sempre opera all’aeroporto di Fiumicino per conto di Telenews (la storica agenzia diretta da Lamberto Magnoni che fornisce immagini e articoli all’Ansa dallo scalo aereo), in quelle due date in cui il terrorismo ha più ferocemente insanguinato Roma, con gli eccidi al Leonardo da Vinci che provocarono oltre 50 morti, si comportò allo stesso modo. Fotografando. «È il mio lavoro».
La carneficina del 1973
17 dicembre 1973Il crepitio delle raffiche. Le urla di terrore che arrivano dal terminal, il balzo dalla sedia per prendere la macchina fotografica e metterla a tracolla. Uscire di corsa dalla redazione che sta lì, a una manciata di metri da quei corpi stesi vicino agli imbarchi. Lo scatto per raggiungere il posto dove sparano.Elio racconta tutto così, come fosse avvenuto ieri. «Era un gruppo di terroristi, quelli di “Settembre nero”: all’epoca il cordone di sicurezza - il posto di controllo con i metal detector - stava a poche decine di metri da qui (dalla redazione diTelenews, uno spazio di una trentina di metri quadrati che s’incontra subito entrando alle partenze internazionali di Fiumicino, ndr). Tirano fuori i mitra e prendono i poliziotti come ostaggi. Li portano giù attraverso l’uscita… In pista erano parcheggiati un 737 della Lufthansa, un jet dell’Air France e poi uno della Pan American che stava approntandosi per il decollo. Ma aveva ancora agganciate due scalette all’ingresso anteriore e posteriore. Loro salgono da dietro, entrano e gettano due bombe al fosforo. In tutto 34 morti.
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Fiumicino, ore 9.15: il massacro in contemporanea con Vienna