lunedì 30 maggio 2016

Il team di Sai chi voti

Ciao Gioacchino,

il 5 giugno saremo in più di 13 milioni chiamati a votare.
Sul portale di Sai chi voti abbiamo raccolto moltissime informazioni sui futuri sindaci delle nostre città: ora sappiamo quali competenze hanno e gli incarichi che ricoprono, se e quali reati hanno commesso, in qualiconflitti d’interesse potrebbero inciampare.
Hanno risposto alla richiesta di trasparenza di quasi 20.000 cittadini firmatari. E sono quasi 100 i candidati. Ma adesso manca un ultimo passo: dobbiamo farci i fatti loro! Ora abbiamo tutte le informazioni che ci servono per scegliere il candidato che riteniamo migliore. Ma abbiamo anche il compito di verificare che quelle informazioni siano vere e che non ci siano omissioni. I primi guardiani della democraziadobbiamo essere noi cittadini.
FIRMA ORA la petizione Sai chi voti per la trasparenza alle comunali 2016.
Se noti dichiarazioni dei candidati non corrette, informazioni incoerenti, puoi fare i tuoi commenti su Sai chi votimandarci una email o chiedere pubblicamente una risposta.
Buon divertimento!
Il team di Sai chi voti

La via di fuga dei tumori dal sistema immunitario


24 maggio 2016

La via di fuga dei tumori dal sistema immunitario

Le cellule tumorali possono sfuggire alla sorveglianza del sistema immunitario producendo grandi quantità di una proteina che impedisce a una classe di linfociti di distruggere le cellule maligne. La rilevazione delle alterazioni che portano alla sovraproduzione di questa proteina permetterà di individuare i pazienti che possono trarre più beneficio dall'immunoterapia(red)
Sono variazioni nella sequenza del DNA che regola l'espressione di una proteina a permettere alle cellule tumorali di eludere il sistema immunitario che invece dovrebbe distruggere prontamente le cellule anomale. La scoperta - realizzata da ricercatori dell'Università di Kyoto e dell'Università di Tokyo e pubblicata su "Nature" - suggerisce che la presenza di una sequenza di regolazione mutata per quel gene potrebbe essere usata come marcatore diagnostico con cui identificare i pazienti con maggiori probabilità di trarre beneficio dall'immunoterapia.

Normalmente le cellule mutate che possono dare origine a un tumore vengono attaccate dai linfociti T natural killer del sistema immunitario, che le riconoscono come estranee all'organismo. Tuttavia, le cellule tumorali possono sfuggire a questo destino grazie alla produzione di una una particolare proteina che va a collocarsi sulla loro superficie cellulare, la proteina PD-L1. Questa proteina è in grado di legarsi a un recettore, chiamato PD-1, dei linfociti T natural killer. Un legame del genere impedisce sia l'attivazione di questi linfociti, quindi la distruzione della cellula cancerosa, sia la proliferazione, quindi la moltiplicazione delle cellule immunitarie rivolte alla ricerca e alla distruzione di quello specifico tipo di cellule tumorale.

La via di fuga dei tumori dal sistema immunitario
Un cellula immunitaria (in bianco) si avvicina a un'altra cellula per controllare se è tumorale. (Cortesia Bjorn Onfelt e Dan Davis)
In questi casi l'immunoterapia sfrutta anticorpi che si legano alla proteina PD-L1, impedendole di legarsi a sua volta al recettore PD-1 e permettendo così ai linfociti T natural killer di restare attivi.

Nel nuovo studio Seishi Ogawa e colleghi hanno inizialmente analizzato le sequenze dell'intero genoma delle cellule tumorali di 49 pazienti con leucemia a cellule T/linfoma alla ricerca di traslocazioni, inversioni, duplicazioni di parti del DNA. In questo modo gli autori hanno scoperto
una serie di variazioni strutturali nella parte che regola i livelli di espressione del gene PD-L1, che porta a una marcata sovraespressione della proteina PD-L1, e quindi a una spiccata capacità della cellula di eludere il sistema immunitario anche quando sia attaccata da più linfociti T natural killer.

Successivamente gli autori hanno cercato queste variazioni strutturali in più di 10.000 pazienti differenti affetti da 33 tipi di cancro scoprendo che queste variazioni strutturali sono effettivamente presenti in molti tipi di tumore.

"Umma gumma " (Gabon).


Buon compleanno Linneo, la top ten delle specie scoperte nel 2015

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  •  La damigella e i Pink Floyd -    "Umma gumma " (Gabon).   Questa damigella è solo una delle decine di odonati (l’ordine di insetti che comprende anche le libellule) scoperti nel 2015 in Africa. Molte delle nuove specie sono grandi e sgargianti, a sconfessare la convinzione che siano rimaste da scoprire solo specie piccole o di aspetto anonimo. La specie è stata battezzata  Umma gumma  in onore del doppio album dei  Pink Floyd  del 1969 (Cortesia: Thomas Couvreur)
10La damigella e i Pink Floyd - "Umma gumma " (Gabon). Questa damigella è solo una delle decine di odonati (l’ordine di insetti che comprende anche le libellule) scoperti nel 2015 in Africa. Molte delle nuove specie sono grandi e sgargianti, a sconfessare la convinzione che siano rimaste da scoprire solo specie piccole o di aspetto anonimo. La specie è stata battezzata Umma gumma in onore del doppio album dei Pink Floyd del 1969 (Cortesia: Thomas Couvreur)

"Pliobates cataloniae " (Spagna).


Buon compleanno Linneo, la top ten delle specie scoperte nel 2015

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  •  Laia, la scimmia catalana -    "Pliobates cataloniae " (Spagna).   Soprannominata “Laia” in onore di Sant’Eulalia di Barcellona,  Pliobates cataloniae  era una piccola scimmia femmina vissuta in Spagna 11,6 milioni di anni fa. Laia è precedente alla separazione tra gibboni e ominidi, con i quali condivide un antenato comune, viveva sugli alberi nutrendosi di frutta e misurava 43 centimetri per quattro o cinque chilogrammi di peso. (Cortesia: Marta Palmero/Institut Catalá de Paleontologia Miquel Crusafont)
8Laia, la scimmia catalana - "Pliobates cataloniae " (Spagna). Soprannominata “Laia” in onore di Sant’Eulalia di Barcellona, Pliobates cataloniae era una piccola scimmia femmina vissuta in Spagna 11,6 milioni di anni fa. Laia è precedente alla separazione tra gibboni e ominidi, con i quali condivide un antenato comune, viveva sugli alberi nutrendosi di frutta e misurava 43 centimetri per quattro o cinque chilogrammi di peso. (Cortesia: Marta Palmero/Institut Catalá de Paleontologia Miquel Crusafont)