martedì 30 ottobre 2012

le Sagre e le Fiere di Novembre da Casa Raspini


Gentile Utente,

Casa Raspini, da sempre attenta alle tradizioni della buona tavola, ti invita a riscoprire le tipicità culinarie della tua regione selezionando per te le più interessanti manifestazioni enogastronomiche che si svolgeranno il prossimo mese.
Scopri le Sagre e le Fiere di Novembre e trascorri un divertente week end in famiglia all’insegna dei sapori e dei piaceri della buona cucina regionale!*
I Centogusti dell`Appennino
Dal 1° al 4 Novembre ad Anghiari, Arezzo.

Nel bellissimo borgo di Anghiari si terrà la mostra mercato I Centogusti dell`Appennino, volta alla promozione e valorizzazione dei prodotti agricoli ed enogastronomici del territorio aretino. Salumi, formaggi, vino, olio, miele, tartufi, funghi, confetture e marmellate potranno essere acquistati direttamente dai produttori.
Sagra del Totano – Andiamo a Totani
Dal 3 al 4 Novembre all`isola di Capraia, Livorno.

La Sagra del Totano, organizzata all`isola di Capraia, è composta da due momenti diversi: una divertente gara di pesca al totano, con pesatura finale del pescato e la sagra vera e propria, dove si potranno gustare totani in diverse prelibate preparazioni.
Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco
Dal 10 al 25 Novembre a San Miniato, Pisa.

A San Miniato, una dei più rinomati territori di raccolta del tartufo, si tiene ogni novembre la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco. L`appuntamento è per il 2°, il 3° e il 4° fine settimana del mese, in cui degustare piatti e menu a tema, da quelli più tradizionali alle più nuove appetitose proposte culinarie.
GirOlio e l`Olio Nuovo
Dal 24 al 25 Novembre a Serre di Rapolano, Siena.

Esposizioni, conferenze e cene a tema, mostra mercato dei prodotti del territorio delle crete senesi, degustazioni itineranti di olio nuovo, un corso gratuito e aperto a tutti di degustazione dell`olio: questi i punti forti della manifestazione GirOlio, che si terrà nel fine settimana del 24 e 25 novembre a Serre di Rapolano.
Mostra Mercato dello Zafferano Purissimo
Dal 1° al 4 Novembre a Cascia, Perugia.

Dal Marocco alla Spagna, dall`Italia alla Turchia, lo zafferano è da secoli una spezia molto ricercata in cucina. A Cascia si vuole rendere onore alla preziosità della sua coltivazione con una Mostra Mercato dello Zafferano Purissimo che, in questa zona dell`Umbria, trova una sua tipicità.
Festa del Vino e delle Castagne
Dal 2 all`11 Novembre a San Martino in Colle, Perugia.

Connubio sempre molto gradito quello autunnale fra le castagne e il vino novello. A San Martino in Colle si potranno trovare stand enogastronomici per abbinamenti e assaggi di salumi e formaggi e dei sostanziosi piatti tradizionali del territorio.
25ª Mostra del Tartufo e dei Prodotti Agroalimentari di Qualità
Dal 9 all`11 Novembre a Fabro, Terni.

Appuntamento molto atteso quello della Mostra del Tartufo di Fabro, dove si potranno acquistare e assaporare direttamente dai produttori diverse varietà di tartufo e preparazioni a tema, nonché molte eccellenze agroalimentari provenienti da tutto il territorio nazionale.
Olio e Farro
Dal 23 al 25 Novembre ad Alviano, Terni.

Nella suggestiva cornice del Castello di Alviano si terrà un appuntamento enogastronomico dedicato ai due prodotti principe della cucina alvianese: l`olio e il farro. Si potranno gustare in saporite preparazioni come zuppe o minestre, in accompagnamento a pane, formaggi o salumi, e acquistarli in purezza direttamente dai produttori.
Festa delle Castagne e del Vino
Il 3 Novembre a Canterano, Roma.

Non solo castagne per questa festa, che si terrà a Canterano il 1° sabato di novembre. Oltre alle caldarroste saranno infatti servite porchetta e pizza sorda, una specialità locale a base di farina di mais condita con broccoletti, accompagnate da vino rosso di Affile.
Festa dell`Olio e del Vino Novello
Dal 9 al 18 Novembre a Vignanello, Viterbo.

Il 2° e il 3° fine settimana di novembre si terrà a Vignanello la 13ª Festa dell`Olio e del Vino Novello, organizzata per permettere ai visitatori di assaggiare e acquistare i frutti delle raccolte e delle vendemmie dell`autunno 2012, insieme alle saporite caldarroste che si potranno trovare per le vie del centro.
Sagra del Fagiolone
L`11 Novembre a Vallepietra, Roma.

Il fagiolone di Vallepietra, detto anche ciavattone, è una tipicità di questo territorio. Per farlo conoscere e apprezzare ai visitatori, viene organizzata ogni anno una sagra a tema per scoprire i gustosi piatti della tradizione a base di questo legume, prodotto da coltivazioni biologiche e molto apprezzato per il sapore delicato, la leggerezza e l`alta digeribilità.
Festa della Polenta
Dal 16 al 18 Novembre a Lariano, Roma.
Un fine settimana dedicato alla polenta, da mangiare al caldo e in compagnia negli accoglienti stand riscaldati messi a disposizione per l`occasione. Insieme alla polenta si potranno gustare anche altri piatti autunnali del territorio, come zuppe e funghi porcini.

Grazie per averci scelto,
MARKETING RASPINI

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venerdì 26 ottobre 2012

ANTOLOGIA : Antonia Pozzi



Antonia Pozzi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912  Milano, 3 dicembre 1938) è stata una poetessa italiana.


Antonia Pozzi
Figlia di Roberto, importante avvocato milanese e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, nipote di Tommaso Grossi, Antonia scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico Manzoni di Milano, dove vive con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, una relazione che, a causa dei pesanti ostacoli frapposti dalla famiglia Pozzi, verrà interrotta da Cervi nel 1933. Forse a causa di questa grave ingerenza nella sua sfera affettiva, parlando di sé quell'anno scrive: «e tu sei entrata / nella strada del morire».
Nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell'Università statale di Milano, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni, suo amico fraterno, Enzo Paci, Luciano Anceschi, Remo Cantoni, e segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, forse il più aperto e moderno docente universitario italiano del tempo, col quale si laurea nel 1935 discutendo una tesi su Gustave Flaubert.


Tiene un diario e scrive lettere che manifestano i suoi tanti interessi culturali, coltiva la fotografia, ama le lunghe escursioni in bicicletta, progetta un romanzo storico sulla Lombardia, studia il tedesco, il francese e l'inglese, viaggia, pur brevemente, oltre che in Italia, in Francia, Austria, Germania eInghilterra ma il suo luogo prediletto è la settecentesca villa di famiglia, a Pasturo, ai piedi delle Grigne, nella provincia di Lecco, dove si trova la sua biblioteca e dove studia, scrive e cerca sollievo nel contatto con la natura solitaria e severa della montagna. Di questi luoghi si trovano descrizioni, sfondi ed echi espliciti nelle sue poesie; mai invece descrizioni degli eleganti ambienti milanesi, che pure conosceva bene.

La grande italianista Maria Corti che la conobbe all'università, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull'orlo degli abissi. Era un'ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili».

Avvertiva certamente il cupo clima politico italiano ed europeo: le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari: «forse l'età delle parole è finita per sempre», scrisse quell'anno a Sereni.
A soli ventisei anni si tolse la vita. Nel suo biglietto di addio ai genitori scrisse di «disperazione mortale». Si uccise mediante barbiturici in una sera di dicembre del 1938, nel prato antistante l'abbazia di Chiaravalle. La famiglia negò la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite; il suo testamento fu distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite.
È sepolta nel piccolo cimitero di Pasturo: il monumento funebre, un Cristo in bronzo, è opera dello scultore Giannino Castiglioni.


giovedì 25 ottobre 2012

Le visioni simboliche e surreali di Francesco Marotta







Le visioni simboliche e surreali di


 FRANCESCO MAROTTA


Un artista del litorale romano alla ricerca della Prova del Paradiso.

Il dottor Eben Alexander, neurochirurgo americano,  finito in coma per una meningite, autore del racconto choc Proof of Heaven, La Prova del Paradiso, racconta l’incredibile rivelazione di una vita oltre la vita fatta di gioia, pace ed amore che ha portato con sé tanti cambiamenti. Anche l’artista Francesco Marotta - grafico, pittore e restauratore – nel 1999 per un blackout totale della coscienza e dei sensi a causa di un infarto, ha esplorato un simile universo post mortem, pervaso da una luce pura e da una pace assoluta subendo, dopo la sua guarigione, l’incredibile rivelazione di un mutamento sostanziale dei suoi processi creativi.

La sua pittura, precedente al coma, aveva forme d’immediata comunicazione e tematiche  legate alla realtà che spaziavano dalla natura morta al paesaggio, dai contesti urbani ai mercatini popolari, dalle figure di animali ai nudi di donna, dai corsi silenziosi dei fiumi alle tempeste di mare, dai volti buffi dei pagliacci alle composizioni floreali, resi con una sua personale sapienza compositiva, con uno stile abbreviato ed impressionista e con colori chiari ed intrisi di una luce ora fredda e mattinale, ora calda e crepuscolare.

Il coma con la sua perdita di coscienza, di sensibilità e di motilità esteriori diviene per Francesco Marotta un mezzo per liberare le sue parti più profonde, i segreti del suo inconscio e per esplorare più a fondo la sua dimensione spirituale e metafisica, un mondo del tutto nuovo svincolato dalle leggi della realtà e del pensiero.  Ed è così che la sua pittura è andata evolvendosi in un mondo di immagini con nuovi rapporti misteriosi ed inesplorati in una foresta intricata di archetipi,  di simboli e di sentimenti latenti e forti come il rimorso, l’odio, il pentimento ed il rancore. Una mutazione che lo ha lasciato smarrito e confuso, poiché si è accorto che il suo subcosciente non sempre è un paradiso e sente di eseguire le sue opere quasi attraverso una scrittura automatica. Infatti si pone come primo spettatore della sua pittura provando lui stesso la meraviglia di chi vede il quadro di qualcun altro e per la prima volta.  Gli elementi di ogni sua composizione sono  legati in maniera analogica, quasi chiusi in una loro estrema  solitudine, in uno spazio spettrale e metafisico, così che ogni immagine diviene evocativa come se alludesse allo spazio emotivo dell’esistenza, alla ricerca dell’intima essenza di ogni cosa, del senso e del significato della vita con i suoi valori ed i suoi legami che solo un sentimento forte come l’amore in tutte le sue più sottili sfumature ed implicazioni può far emergere e rivelare.

          Ed è così che nascono opere come “Verso l’interno” di grande suggestione visionaria dove l’artista rappresenta il fuoco distruttivo e irrinunciabile di un lontano amore; “Il viso nascosto” in cui ripercorre i sentieri oscuri di una passione malata; “Ricordi sospesi”  in cui emergono tutte le dicotomie esistenziali come il bene ed il male, l’amore e l’odio, l’esistere e la sua negazione; “Visione” in cui due occhi dotati quasi di poteri magici sembrano annullare le difese vitali del proprio partner; “Fragile tentativo”  pervasa da una struggente poesia esistenziale, resa attraverso simboli grafici e cromatici; “Il bene ed il male” dove il dolore umano è la metafora del concime di ogni trasformazione; “Da ogni male ci proteggono” dedicata all’Arma dei Carabinieri dove l’accumulazione dei vari elementi  concorre a creare un tessuto di fluente tranquillità e di protezione dagli strappi e dalle lacerazioni sociali;  “Il rimorso senza viso” dove un clown,  simbolo del confine invalicabile della riconoscibilità del proprio destino,  una figura di donna, indifesa nella sua nudità  e nella sua bellezza ed alcuni esemplari di dollaro concretizzano la denuncia ed il disagio di un rapporto venale, fisico, senza affinità elettive e senza armonia.

 Francesco Marotta è un artista che ha fatto del suo percorso creativo una sorta di percorso alchemico di trasformazione del “Sè” che lo ha portato a vivere l’arte a vari livelli. Infatti ha operato sia riferendosi al mondo reale dove hanno trovato spazio implicazioni sociali e la rappresentazione della vita di ogni giorno, sia quello spirituale ed innovativo dell’esplorazione del suo universo interiore e delle dimensioni superiori in un viaggio di “chiaroveggenza” artistica. Emerge chiaro e senza ombre di dubbio che per lui la pittura è il mezzo privilegiato per conoscersi meglio e ricercare ancora quel “guardiano sulla soglia”, che lui ha trovato in un episodio particolare della sua vita che lo ha portato ai confini della vita e della morte, dove tutto si annulla e il ”tutto” diventa, in un solo attimo, oggetto di un “nuovo vedere” e latore di un nuovo linguaggio sia espressivo, sia di analisi e ricerca. Anche per quest’artista, come afferma Karel Appel,  creare un’opera è come una battaglia tanto mentale quanto fisica, una lotta per liberare qualcosa che si rivela solamente man mano che si svolge il combattimento.


                                                                                         Anna Iozzino
                                                                                    (storica e critica d’arte)







  Mostra "UNA VITA PER LA CULTURA"
ROMA 2012 - Galleria  "Il Salotto dell'arte"


Alcuni momenti della manifestazione





Da sinistra: 2 opere dell'artista esposte durante la manifestazione "Una vita per la cultura"


La galleria vista dall'esterno




Roma - 2012 - Galleria Il salotto dell'Arte




Altre manifestazioni alle quali ha preso parte

L'artista ad una sua mostra collettiva



Pomezia - Marotta Francesco, mentre riceve l'attestazione di I° classificato al concorso di pittura  2011



L'artista ad una mostra collettiva alla quale ha partecipato

Domenico Agostinelli all'ECOMUSEO di Ostia Antica


Sabato 27 Ottobre 2012
ore 15.00
Proiezione di 
Cuore di vetro (Germania, 1976)
di Werner Herzog
 
 
Domenica 28 Ottobre 2012
ore 10,30
L'Ecomuseo incontra Domenico Agostinelli
artigiano, collezionista, restauratore
e fondatore del Museo Agostinelli
 
ore 11,30
Proiezione di 
documentari sui mestieri artigianali

www.ecomuseocrt.it
Via del Fosso di Dragoncello 172 Ostia antica (Roma)
 
 
 

L’iniziativa è realizzata da:
CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio
Ecomuseo del Litorale Romano
CinemaRicerca 

con il sostegno di:
Roma Capitale - Assessorato alle Attività Produttive, al Lavoro e al Litorale 



LORENZO IERVOLINO
CRT - Cooperativa Ricerca sul Territorio
Ecomuseo del Litorale Romano
[Tel] +39 3388572997 / + 39 06 5650609
[email] info@ecomuseocrt.it

lunedì 22 ottobre 2012

Studio 147


L’ECOMUSEO INCONTRA LA STORIA DELL’ARTIGIANATO OSTIENSE


CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio comunica


All’interno della Manifestazione L’Arte de Lavoro, l’Ecomuseo ospita Maurizio Carboni, artigiano calzolaio ad Ostia Lido dal 1946, che racconterà al pubblico 65 anni di professione.


Via Rutilio Namaziano è una delle vie storiche di Ostia, poco distante dal centro e dal lungomare, un tempo zona artigiana e in particolare di artigiani calzolai. Oggi ne sopravvivono pochi in tutta Ostia, uno dei quali, dal 1946, è Maurizio Carboni.
La sua lunga strada parte in quel dopoguerra in cui Ostia, distrutta e ancora lontana da una ripartenza che avverrà solo qualche anno più tardi, riaccoglie le tante famiglie di sfollati. Tra queste anche la famiglia Carboni che, il 2 giugno di quell’anno, in attesa dei risultati del Referendum tra Repubblica e Monarchia, apre una bottega di calzoleria.
Primo di cinque figli, il piccolo Maurizio, appena dodicenne, come è usanza di quegli anni, è il ragazzo di bottega di papà. Assolve piccole mansioni, si adatta ad una disciplina di orari e dedizione che gli sarà utile per tutta la vita, ma, soprattutto, inizia a rubare con gli occhi. Dopo i primi anni, il padre lo manda a fare l’apprendista da un maestro calzolaio di Roma che, come ricorda ancora oggi a 78 anni Maurizio Carboni, gli insegnò l’arte di realizzare una scarpa nuova su misura dalla A alla Z. Arte che domenica 14 ottobre alle 10.30 verrà condivisa con il pubblico nella Sala Visioni dell’Ecomuseo, dove anche grazie a proiezioni che ritraggono Maurizio al lavoro con i suoi numerosi attrezzi, sarà più fascinosamente spiegata.

Questo appena descritto, oltretutto, è solo l’inizio di una lunga carriera e di una profonda conoscenza di tecniche manuali e di un sapere oggi purtroppo a forte rischi di dispersione. Ecco perché l’Assessorato Attività Produttive Lavoro e Litorale di Roma Capitale e la CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio (che ha fondato e gestisce l’Ecomuseo del Litorale Romano), all’interno delle tante iniziative legate alla manifestazione L’Arte del Lavoro hanno voluto proseguire la raccolta di memoria marchi di fabbrica della CRT che, con il suo Archivio delle Genti la porta avanti fin dal lontanissimo 1978, quando video riprendere una testimonianza voleva dire munirsi di dispendiose e pesanti attrezzature che lavorassero su pellicola.

L’incontro di domenica 14 sarà preceduto sabato 13 Ottobre alle 15.00 dalla proiezione del film Il pranzo di Babette (Danimarca, 1987) di Gabriel Alex, vincitore di un Oscar come miglior film straniero. Al centro della storia, la vicenda di Babette Harsant, cuoca parigina che ha perso il figlio e il marito nella rivoluzione, e della sua influenza sulla vita di due donne danesi delle quali è governante, abitanti in uno sperduto villaggio dello Jutland. Quando Babette vince diecimila franchi alla lotteria decide di organizzare un sontuoso pranzo, nel quale emergono passioni e sentimenti che fino a quel momento parevano sopiti.
Nel film, al di là della trama, si coglie una straordinaria attenzione e maestria per l’arte culinaria.

Domenica 14 Ottobre alle 10.30, ancora all’interno della Sala Visioni del Polo Ostiense, l’incontro con l’artigiano calzolaio Maurizio Carboni sarà seguito dalla proiezione di documentari dedicati ai mestieri.

Il programma si completa con mostre permanenti allestite nel Polo Aurelio dell’Ecomuseo, situato in piazza della Pace nel Castello San Giorgio di Maccarese, dove il giovedì pomeriggio (17.00 – 19.30) e i sabato mattina (10.30 – 13.00), sarà possibile visitare le sale e conoscere attraverso immagini, giocattoli tradizionali, modellini in scala, oggetti, attrezzi il lavoro artigianale legato alla bonifica, all’allevamento del bestiame, all’ortifrutticultura, nonché alla vita quotidiana.

L’iniziativa è realizzata dalla CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio, ecomuseo del Litorale Romano, CinemaRicerca con il sostegno dell’Assessorato alle attività Produttive, al lavoro e al Litorale di Roma Capitale.


Infoline 338.8572997 / 065650609 

domenica 21 ottobre 2012

Hit parade


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'hit parade è la classifica degli album discografici, dei singoli, dei film o dei libri più venduti, in un territorio e in un periodo di tempo definiti.

 

Cenni storici 

Il termine è inglese ed è stato coniato negli anni trenta ed adottato per molto tempo da un famoso programma radiofonico americano.

Verso la fine del 1940, il termine intendeva una lista di canzoni, non una lista di records. In quei tempi, quando una canzone diventava un successo, era solitamente registrata da parecchi artisti diversi. Negli anni seguenti, tali ri-registrazioni diventarono versioni cover di uno stesso brano.
Il titolo Hit Parade divenne familiare durante la fine degli anni 1960 e l'inizio del 1970 grazie ad un format popolare creato dalla leggendaria Drake-Chenault & Co. e trasmesso da centinaia di emittenti radiofoniche. Originariamente chiamata Hit Parade '68, poi Hit Parade '69, '70, ecc., più tardi divenne conosciuta semplicemente come Hit Parade.
Quando il rock and roll divenne popolare, per i singoli artisti fu più difficile re-interpretare i brani. Dopo qualche settimana di insuccessi, quali il tentativo di imitazione del 1956 di Elvis Presleyda parte di Snooky Lanson in Hound Dog, il programma terminò definitivamente nel 1959.
In Italia la prima classifica di vendita di 45 giri fu pubblicata a partire dal 1959 dal mensile Musica e dischi.
Negli anni successivi ogni settimanale musicale, da TV Sorrisi e canzoni a Ciao 2001, pubblicò la hit parade settimanale dei dischi più venduti, affidandosi a varie società di rilevazione; una di queste, la Doxa, fu quella a cui si appoggiò la Rai per la trasmissione radiofonica che, partita nel 1967, per circa un decennio settimanalmente diffuse la classifica dei dischi più venduti, intitolata appunto Hit parade e condotta, tra gli altri, dal Maestro Lelio Luttazzi e, successivamente, da Giancarlo Guardabassi.
In seguito la classifica venne trasmessa anche in televisione dalla trasmissione Discoring e pubblicata sulle pagine della rivista "Radiocorriere TV".
Nella prima metà degli anni 90 la pubblicazione fu interrotta senza chiari motivi, finché la redazione non fu affidata nel 1995 alla stessa FIMI e redatta dalla "Nielsen" : la conseguenza sono stati alcuni anni senza dati ufficiali.
Il sito "www.hitparadeitalia.it" ha stimabilmente tentato di mettere ordine al caos della storia delle classifiche musicali in Italia, pubblicando classifiche settimanali di ogni decennio, ma secondo criteri arbitrari e senza citare le fonti, per limiti dovuti probabilmente a questioni di copyright: di conseguenza non ha alcuna ufficialità né autorevolezza.

venerdì 19 ottobre 2012

Allievi e Maestri dell'Accademia di Torino a confronto,

I “Collaudi” al Mirafiori Motor Village.  perché “è dell'artista il fin la meraviglia”
pubblicato giovedì 4 ottobre 2012
Benedetta Marchiori, Trasloco, 2011-12

"È dell’artista il fin la meraviglia", seconda puntata. Al via stasera la nuova edizione della rassegna curata da Guido Curto, che per l'occasione prende in esame i corsi di decorazione dell'Accademia Albertina di Torino, dove spesso i docenti formano i loro studenti con un'idea che va molto oltre l'idea comune che si attribuisce alla parola, attraverso dinamiche legate all'arte ambientale e alle installazioni. Una seconda tranche che porta il nome di "Collaudi", una sperimentazione che arriva al Mirafiori Motor Village con l'aiuto di tre insegnanti e dei loro allievi.
I Maestri in questo caso sono Iginio De Luca e i suoi lavori, che riservano un  approccio ironico sui diversi aspetti della realtà; Monica Saccomandi e i temi riconducibili alla città e alla vita metropolitana; Silvano Venturi e le sue superfici e oggetti dove in strutture minimali o decorative s'inseriscono procedimenti, tracce o materiali anomali volti a suggerire riletture fantastiche della quotidianità. E chi saranno invece le giovani leve al collaudo? Chiara Bagnasco, in un video-autoritratto dove l'alter ego è la propria abitazione; Marco Illuminato, in grado di travalicare la realtà comune delle cose per accedere a un nuovo universo poetico; Consuelo Marasini, che (ri)vela attraverso una serie di scatti la superficie delle immagini; Benedetta Marchiori che indaga i corto-circuiti in grado di stravolge il senso del reale codificato, così come Elena Martire, che sovverte la logica tranquillizzante del punto di vista; Loredana Tobia Cascione si misura con un quotidiano femminile e inquietanti mentre, infine, Elena Tortia ridisegna mappe e tracciati urbani attraverso una cartografia che consente di perdersi in nuove traiettorie. Insomma, anche in questo caso, come nella milanesissima parata di artisti alla GAM, ex allievi di Alberto Garutti, c'è un'impronta didattica che va ben oltre la didascalia, la ripetizione di un accademismo, di un modello imposto. La strada forse qui sarà più lunga, ma di certo i "collaudi" servono anche per testare cosa si possa migliorare nelle prestazioni dei giovani.

A Lissone, per il Museo d'Arte Contemporanea

Premiopoli. Pittori di tutto il mondo accorrete, c'è un nuovo concorso per voi. 
pubblicato giovedì 4 ottobre 2012

Ricordate, per prima cosa, che il bando di presentazione del lavoro scade il prossimo 13 ottobre, e che saranno prese in considerazione solo le opere che hanno famigliarità con il più antico mezzo d'arte: la pittura. Stiamo parlando del Premio Lissone, indetto dal Museo d'Arte Contemporanea e dalla municipalità della cittadina della Brianza, che dal 1946 porta avanti grazie alla "Famiglia Artistica Lissonese", associazione culturale del territorio, il Premio omonimo.
Un premio che dal 1953 diventa più internazionale, che ha annoverato tra gli autori partecipanti anche Pollock e Rauschenberg e che ha premiato, tra gli altri, Antoni Tàpies, Karel Appel, Piero Dorazio, Emilio Vedova, Ennio Morlotti, Mario Schifano, Emilio Scanavino, Valerio Adami, Samuel Bury.
Ripresa nel 2002, l'organizzazione del Premio quest'anno selezionerà un nucleo di 30 artisti, tutti rigorosamente under 35, tra i quali il vincitore avrà diritto a una borsa del valore di 10mila euro e dell'acquisizione dell'opera da parte del Museo, per la collezione permanente.
Gli artisti interessati dovranno far pervenire la documentazione sul proprio lavoro, come previsto dal bando scaricabile dal sito www.museolissone.it. Vi ricordiamo però alcune specifiche importanti: le opere consegnate dovranno appartenere alla produzione del Biennio 2011-2012 e avere un formato compreso tra il 100x100 e i 140x140 centimetri. Il nome di chi salirà sul podio? Si saprà a dicembre, in occasione dell'opening della mostra nel museo cittadino. E ora...continuate a dipingere!