di Elena G.Polidori
Roma, 4 luglio 2013 - E' il contrario di quello che si è sempre pensato. Se si trova un uccello piccolo, apparentemente appena caduto dal nido, non bisogna raccoglierlo ma semplicemente spostarlo in un posto sicuro poco più in là. A meno che, ovviamente, l'animale non sia ferito e allora si deve assolutamente raccogliere e portare al centro più vicino di Recupero della Fauna Selvatica.
Ma perché mai non raccogliere ed accudire questi piccoli volatili apparentemente (ma solo apparentemente) impauriti dopo la caduta dal nido? Perché gli uccelli, soprattutto quelli che vivono ormai numerosi nelle città – in particolare i gabbiani – imparano a volare da terra.
Succede, infatti, che siano gli stessi genitori a spingere la prole fuori dal nido non appena raggiunta l'età giusta per cominciare a cavarsela da soli. A qual punto i piccoli pennuti “cadono” a terra e vivono nelle due settimane successive accuditi dai genitori “dall'alto” .
Poi cominciano le prime, timide, svolazzate a qualche metro di altezza dal suolo, quindi, dopo circa un mese di vita “terrena” sono pronti per la vera vita del volatile. Tutto questo non lo diciamo noi ma gli esperti del Centro Lipu di Roma, presso il Bioparco.
Luglio è uno dei mesi in cui avviene questo fenomeno del distacco di molti uccelli dal nido. E specie nelle città si possono vedere piccioni, gabbiani, passeri e anche piccole rondini “camminare” nelle piazze e nelle strade.
La tentazione è sempre quella di “salvarli” da morte certa, allontanandoli dal luogo del ritrovamento, ma si commette un errore: se il volatile sta camminando in un posto insicuro (in mezzo ad una strada dove passano le macchine) conviene semplicemente spostarlo su un marciapiede o in un prato o giardino vicino. I genitori, richiamandolo, lo troveranno continuando ad accudirlo fino a quando non riuscirà a cavarsela da solo.
Comunque, prima di lasciarlo nuovamente da solo, conviene accertarsi che non ci siano “predatori” nelle vicinanze; i piccoli di passero o di rondine sono delle prede perfette per gatti e volpi...
Elena G. Polidori
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