giovedì 28 febbraio 2019

Durata dei semi e la messa a mollo




I semi non duraturi sono spesso la causa di un fallimento al momento della semina.
I semi possono essere morti perchè non fecondati durante il processo naturale o perchè sono troppo vecchi o perchè sono stati mal conservati prima della semina.
Occorre sapere che anche la durata di vita di un seme è molto variabile, dipende dalla specie e dalla tecnica di conservazione. Alcuni semi hanno una durata di vita molto breve (es: Cacaoyer - alcuni giorni) altri di molti anni (es: Baobab - 10 anni circa). Non è la dimensione del seme che determina la sua durata di vita.
Si può verificare la durata della vita di un gruppo di semi realizzando la messa a mollo che è molto spesso consigliata prima della semina, eccetto per i semi troppo fini per il quale sarebbe difficile seminare una volta che questi sono bagnati (per questo, vedere la sezione dedicata a questo tipo di semina qui).
È importante controllare la durata della vita dei semi, ma non sempre è possibile, ad esempio per i semi troppo leggeri o piccoli o per alcune specie i cui semi ancora freschi galleggiano naturalmente (sono spesso trasportati dai corsi d'acqua nel loro ambiente naturale).
Mettere i semi in un boccale riempito d'acqua tiepida, 30°C circa, e lasciarli a mollo fino a che colino in fondo al recipiente. Possono scendere immediatamente, ma anche lentamente o impiegarci fino a molte ore.
Per i semi medi e grossi, dopo un'attesa di qualche ora, scendono sul fondo quelli che sono vivi invece quelli morti galleggiano. Attenzione! può essere anche che alcuni semi ancora vivi galleggino. In questo caso allora è bene separare quelli che galleggiano da quelli che colano sul fondo e seminarli separatamente
Si possono lasciare a mollo i semi anche per 12-24h, ma più i semi sono piccoli meno occorre lasciarli a mollo per lungo tempo.
Un vantaggio importante della messa a mollo è che evita il problema di un'umidificazione incompleta del seme, viceversa in una semina senza messa a mollo potrà aumentare la percentuale di germinazione più debole.
Dopo la messa a mollo, si recuperano i semi (attraverso un setaccio se sono piccoli) e cominciare la semina vera e propria.


lunedì 25 febbraio 2019

Sono anni che STRISCIA LA NOTIZIA

Sono anni che STRISCIA LA NOTIZIA
mette in evidenza gli sprechi provocati dalle amministrazioni politiche amministrative senza che nessuno, se è gia successo fatecelo sapere, paghi o uno di quei beni venga alienato, cioe venduto o utilizzato per fini civili.

ADOPERIAMOCI
affinche la democrazia tanto voluta 
non ci riporti,
nello stato di necessita,
nuovamente alla dittatura
o a diventare forcaioli.

PER ATTIVARE LA MAGISTRATURA
occorrono denunce di altro tipo ?

Allora armiamoci per questo atto indispensabile.

UN PAESE SEMPRE preso ALLA SPROVVISTA

UN PAESE SEMPRE preso ALLA SPROVVISTA

Pur essendo un paese lungo e stretto che passa da un clima continentale ad un clima mediterraneo con  insediamenti abitativi a livello del mare ed altri che arrivano a quote superiori ai 3000 m dove si va dalle brezze marine alle tempeste quasi glaciali passando dalla luce del sole alle nebbie della Val Padana ormai da secoli, ci facciamo trovare sempre impreparati rimettendoci la vita o il capitale che sono entrambi importanti per la sopravvivenza di una nazione, procando sprechi che non ci possiampo permettere da sempre ma che produciamo da sempre senza aver capito come affrontarli, come evitarli.

E' vero che si muore nonostante, che la nebbia non la si può impacchettare o metterla in scatola o venderla come fumo nelle bottiglie, ma a volte si muore un po' troppo. Con tutti dispositivi e le applicazioni inventate nessuno fino ad oggi ha prodotto un'APP per viaggiarci dentro senza ammassarsi uno sull'altro.

Dovrebbe essere la preoccupazione  di domani al massimo dopodomani, da risovere urgentemente facendo camminare gli automezzi come su una rotaia magnetica o elettronica capace di gestire il traffico tenendolo in distanze di sicurezza programmate e gestite da un cervello generale del traffico.

A quando se qualcuno ci sta già pensando ?

Fae e book di Gioacchino Ruocco


domenica 24 febbraio 2019

Eugenio Viti



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Viti Eugenio

Eugenio Viti. Paesaggio. Tecnica: Olio su Cartone
Paesaggio. Tecnica: Olio su Cartone

Biografia

Eugenio Viti (Napoli, 1881 – 1952) si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Vincenzo Volpe (1855-1929).  Il maestro lo introduce alla tradizione pittorica partenopea del secondo Ottocento. I principali autori cui si accosta negli anni di studio sono Antonio Mancini (1852-1930) e Michele Cammarano (1835-1920).
Nel 1907 termina gli studi accademici. È tra gli organizzatori della Mostra Nazionale Giovanile del 1909 e poco dopo si unisce al gruppo della Secessione dei 23. L’intento degli artisti è quello di svecchiare la pittura partenopea, rendendola partecipe dei più recenti sviluppi delle avanguardie europee.
Insieme a Gennaro Villani (1885-1948) e ad Edgardo Curcio (1881-1923), Eugenio Viti intende allontanarsi dalla pittura accademica ufficiale per avvicinarsi al post impressionismo e alle secessioni europee.
Lo slancio proviene dall’Esposizione romana del 1911, dove Eugenio Viti può ammirare le opere di Gustav Klimt e Franz von Stuck e studiare tutta la loro rivoluzionaria modernità.
È uno dei principali rappresentanti del rinnovamento artistico napoletano all’inizio del Novecento, senza però mai allontanarsi definitivamente dalla tradizione. Importante, anche l’influenza dei pittori del Seicento partenopeo, da cui eredita i potenti giochi di luce ed ombra.
Partecipa a diverse edizioni della Biennale veneziana (1924,1930,1932), alla Prima Quadriennale di Roma nel 1931, a numerose mostre del sindacato Fascista di Belle Arti. Muore a Napoli nel 1952.

Eugenio Viti. La Secessione dei 23

Anche se allievo del pittore di genere Vincenzo Volpe e legato fortemente alla tradizione verista di Cammarano, sente di doversi avvicinare alle novità europee. Si afferma pubblicamente all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1910, dove presenta Suonatrice di violino. Il dipinto viene talmente apprezzato per la sua modernità che viene acquistato dal Comitato Centrale dell’Esposizione.
Il successo raggiunto a Bruxelles lo porta a partecipare alle mostre napoletane del 1912 e del 1913 con VillanellaNel parco  e Danzatrice. Dipinti che rendono ormai forte la sua affermazione nel campo della nuova pittura partenopea. A Roma, nel 1911, aveva avuto modo di confrontarsi con i capolavori della Secessione di Monaco del 1892 e di quella di Vienna del 1897.
Da queste suggestioni così sperimentali, insieme ad altri artisti, dà vita alla cosiddetta Secessione dei 23, la riposta napoletana alle Secessioni artistiche di fine Ottocento.
I dipinti di questo periodo sono caratterizzati da unioni cromatiche contrastanti, da una pennellata graffiante e soprattutto da tematiche che sfiorano il simbolismo.
Ne abbiamo diversi esempi in Romanticismo, Alla sorgente, Maggio esposti a Napoli nel 1920, ma anche Caterina sul parapetto, esposto alla Biennale veneziana del 1924.
In questi anni sperimenta anche la punta secca e l’acquaforte in opere come Donna bionda e Monte Echia, esposti alla I mostra del Sindacato Fascista napoletano.
Sempre sulla stessa linea stilistica, alla Biennale di Venezia del 1930, presenterà Siesta Sibilla, mentre alla Prima Quadriennale romana Lucilla.

Il contatto con i maestri del Seicento napoletano

Anche nel corso delle sue più moderne sperimentazioni, Eugenio Viti non abbandona mai la lezione cromatica e chiaroscurale dei maestri del Seicento.
Non dimentichiamo che il suo maestro in Accademia Vincenzo Volpe aveva sviluppato le sue scene di genere sui contrasti chiaroscurali delle bambocciate seicentesche.
Il controluce diventa essenziale in alcune sue opere del periodo più tardo. Nei ritratti femminili e nei paesaggi degli anni Trenta e Quaranta ritroviamo queste caratteristiche formali, ma anche una pennellata densa e corposa.
Ne sono esempio NudoPaesaggio sorrentino e Contadinella presentati alla VII mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti a Napoli.

Quotazioni Eugenio Viti

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