giovedì 31 luglio 2014

Dodici ritratti di Manzù



Francesca Foti. Marcella Cossu
"Il Papa Buono". Incontro
Visita guidata a " Giovanni & Giacomo. Papa Giovanni in dodici ritratti di Manzù"
Domenica 3 agosto 2014 ore 11.30
raccolta Manzù


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                                       distinti saluti
 
                                      Marcella Cossu


Direttore Raccolta Manzu
Uff.+39 06 32298425
 
 

Riaprire le terme


mercoledì 30 luglio 2014

Il Louvre di Abu Dhabi?

Un puzzle di tredici musei tutti francesi, composto da trecento prestiti ruotati su dieci anni

pubblicato martedì 29 luglio 2014

Jean-Luc Martinez, direttore del Louvre

"Birth of a Museum”, la mostra che ha anticipato il nuovo Louvre di Abu Dhabi si è conclusa ieri dopo aver messo in scena per molti mesi 160 opere di Paul Gauguin, René Magritte, Giovanni Bellini, Édouard Manet, Alexander Calder, Paul Klee, Yves Klein e Cy Twombly. Un assaggio di quello che sarà il nuovo avamposto francese negli Emirati, nelle sale del Manarat Al Saadiyat, il centro espositivo di Saadiyat Island.
Che ora però è costretto a scoprire nuove carte, visto che per l’opening non è poi così lontano. Secondo le parole di Manuel Rabaté, amministratore delegato di Agence France-muséums, che gestisce i rapporti tra il museo-satellite del Golfo e le sue istituzioni partner francesi, ha dichiarato che, per iniziare, dall’Europa arriveranno qualcosa come 300 prestiti da 13 musei partner che contano ovviamente il Louvre, ma anche il Musée d'Orsay e il Centre Pompidou. Le opere saranno annunciate entro la fine dell’anno, insieme ai termini del contratto di prestito.
Pare però che le opere resteranno ad Abu Dhabi per dieci anni, e che saranno a turno disposti nelle sale della nuova struttura, che già però conta i pezzi acquistati per la "Nascita di un museo”. In più ci sono le 500 opere che compongono la collezione permanente. 
Il contratto tra Emirati Arabi Uniti e Francia, stipulato nel 2007, durerà 30 anni e il numero di prestiti diminuirà gradualmente nel corso del primo decennio, perché si dà il caso che la collezione del Louvre Abu Dhabi sarà in crescita (se non qui, dove?).
La squadra francese, inoltre, capitanata proprio da Rabaté e composta da un team di 17 persone, si è trasferita ad Abu Dhabi, per avere insieme agli Emirati la possibilità di lavorare in maniera più coordinata sull’ambizioso progetto, smorzando così le polemiche lanciate dal Sultano bin Tahnoun Al Nahyan (Presidente dell’Abu Dhabi Tourism and Culture Authority), verso il vecchio direttore del Louvre, Henri Loyette, criticato per non aver messo in cantiere la formazione di specialisti sul posto e per non aver consultato l'Emirato sulle acquisizioni del museo. Jean-Luc Martinez invece, raccontano i bene informati, visita i lavori nel Golfo ogni due mesi. E meno male! 

Fisco, Svizzera chiama Italia

Il presidente Burkhalter: «Presto un pacchetto congiunto»

Didier Burkhalter ha incontrato a Palazzo Chigi il premier Matteo RenziDidier Burkhalter ha incontrato a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi
«Speriamo di poter concludere rapidamente con il governo italiano un pacchetto che comprende la regolarizzazione del passato, lo scambio delle informazioni fiscali e la fiscalità dei lavoratori frontalieri». L'auspicio è stato espresso oggi dal presidente della Confederazione Elvetica, Didier Burkhalter, che ha incontrato a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi.

Burkhalter: «Impegno chiaro per costruire un pacchetto coerente»

Dalla Farnesina, incontrando i giornalisti con la ministra degli Esteri Federica Mogherini, Burkhalter ha sottolineato «l'importanza» per la Svizzera di «ottenere dall'Italia un impegno chiaro per costruire un pacchetto coerente che sia soddisfacente per entrambi i paesi». E ha definito «diretto e franco» il confronto con Renzi.

Gli scenari dopo la fine del segreto bancario
Un vertice strategico, quello odierno, dopo la decisione della Svizzera di uscire - a partire dal 2017 - dalla black list dei paradisi fiscali difensori del segreto bancario. L'intesa era stata siglata in sede Ocse lo scorso maggio e avrà effetti significativi anche in Italia: il governo di Berna si è impegnato a svelare la situazione patrimoniale dei propri correntisti ai Paesi d'origine.
Collaborare dovrebbe dunque essere la futura parola d'ordi- ne. Da qui l'importanza delle nuove regole italiane sulla voluntary disclosure (il disegno di legge è stato appena approvato dalla commissione Finanze della Camera e dovrà approdare in aula) ma anche la decisione di introdurre il reato di autoriciclaggio. Proprio per dissuadere chi cercherà di spostare i capitali dalla Svizzera a quei paesi che mantengono il segreto bancario.

La mostra è dentro casa










venerdì 25 luglio 2014

Fate attenzione ai vostri mal di pancia

Che cos’è il morbo di Crohn?

Il morbo di Crohn è una malattia di origine sconosciuta che si presenta come una infiammazione cronica della mucosa dell’apparato digerente. Può colpire quindi una zona qualsiasi tra bocca e ano,...

Il morbo di Crohn è una malattia di origine sconosciuta che si presenta come una infiammazione cronica della mucosa dell’apparato digerente. Può colpire quindi una zona qualsiasi tra bocca e ano, ma quasi sempre attacca l’intestino. L’infiammazione distrugge la mucosa e porta a difficoltà di assimilazione dei cibi o addirittura a occlusioni o perforazioni del tubo digerente.
L'origine è ancora un mistero. Non si sa che cosa provochi questa malattia che non è ereditaria né infettiva. Si presenta generalmente con attacchi periodici di crampi, dolori all’addome, nausea, diarrea, lieve febbre e senso generale di malessere.
Si cura con antinfiammatori e antibiotici. Quando questa terapia non è sufficiente (succede spesso) si deve ricorrere a un intervento chirurgico.
La malattia è seria ma non necessariamente mortale; ci sono malati che convivono con i sintomi senza altre complicazioni.

giovedì 24 luglio 2014

''Ma lei viene qui per telefonare?'',



Un signor nessuno. Anzi: un maleducato. Sono le parole che il deputato Emanuele Fiano (Pd) rivolge al presidente dell'AgCom Cardani, l'11 luglio, durante un'audizione in commissione Affari costituzionali. L'audizione si rivela presto una via crucis per Cardani (nostro garante delle comunicazioni). Dopo mezz'ora di anticamera, il presidente comincia a leggere il suo testo (di fatto un parere sul disegno di legge in materia di Semplificazione amministrativa). Ma per due volte allarga le braccia, sconsolato, perché quasi nessuno dei parlamentari sembra seguire le sue parole. E quando il presidente della Commissione lo invita a chiudere ("il tempo a sua disposizione è di 10 minuti, come per tutti gli altri ospiti"), Cardani si sfoga: io parlo - dice in sostanza - e i deputati intanto parlottano al cellulare. Non lo avesse mai detto. Subito parte l'attacco di Fiano che chiede siano rispettate le prerogative degli eletti "assisi" - così dice - nell'aula della commissione

di Aldo Fontanarosa

La storia agricola trentina dal 1883 al 1915 in un clic


Da oggi la storia agricola trentina, in particolare quella antecedente la Prima Guerra mondiale, si potrà conoscere ed approfondire con un semplice “clic”.

La Fondazione Edmund Mach ha avviato, infatti, la digitalizzazione delle più importanti riviste storiche agricole: l'Almanacco agrario nelle annate dal 1883 al 1915 e il Bollettino della Sezione di Trento del Consiglio provinciale d'agricoltura pel Tirolo, dei Consorzi agrari distrettuali e dell'Istituto agrario provinciale di S. Michele dal 1885 al 1914.

venerdì 18 luglio 2014

Franco Valente

18/7/2014


SCARAMUZZA ARTE CONTEMPORANEA , LECCE

L'artista si mostra incline ad un approccio immediato con la quotidianita', tra il divertito e il riflessivo. In esposizione una serie di composizioni materiche scandite nell'equilibrio delle forme.

COMUNICATO STAMPA
a cura di Carmelo Cipriani 

Così scrive Carmelo Cipriani nel testo critico: 
“Lontano da virtuosismi accademici, Valente si mostra incline ad un approccio immediato con la quotidianità, tra il divertito e il riflessivo. Stipiti consunti, angusti pertugi, battenti logori sono gli elementi essenziali della sua attività creativa, reliquie di una vita trascorsa, ma anche superfici ruvide su cui applicare il colore a brandelli fino a definire composizioni ibride, né pitture né sculture tout court. Composizioni materiche, solo all’apparenza casuali, mobili nel loro dilatarsi nello spazio e perfettamente scandite nell’equilibrio delle forme e dei pesi cromatici. “Combine paintings” si direbbe, in cui legni tagliati, divelti e martoriati, si affiancano e si sovrappongono ricalcando una dinamica interiore fatta di molteplici significati e rimandi. 
Quella di Valente è figurazione residuale, aperta alla rievocazione della memoria e alle suggestioni del reale. Lavorando sul concetto di soglia, al contempo limite e congiunzione, l’artista indaga le proprietà intrinseche del legno, materia organica di grandi virtù, fino ad evidenziarne le intrinseche potenzialità pitto-scultoree. Come per i sacchi di Burri, nei suoi lavori la fragilità e l’umiltà del legno divengono valori di riferimento per un’estetica essenziale, contrapposta alla ridondante figurazione pop e profondamente intrisa di riflessione esistenziale”. 

Franco Valente inizia la sua attività artistica nel 1960. Nel 1964, con il sostegno di alcuni intellettuali, istituisce a Molfetta il centro culturale “Il Cavalletto”, il cui scopo è quello di promuovere la conoscenza e la diffusione dell’arte nelle sue diverse espressioni. Oltre alle attività svolte con “Il Cavalletto”, l’artista ha partecipato a varie rassegne in numerose città in Italia ed all’estero, tra le più importanti citiamo: Fiera delle arti via Margutta (Roma), Premio Sulmona (Sulmona), Pittori Contemporanei (P.to San Giorgio), Galleria l’Acquasola (Genova), Galleria Spezia 66 (La Spezia), Pittori contemporanei (Trani), Mostra Nazionale Artisti Contemporanei (Maratea), Galleria La Navicella (Cagliari), Premio San Fedele (Milano), Galleria Angolare (Milano), Galleria Il Poliedro (Cremona), Galleria Malcanton (Trieste), Spazio d’Arte Laurentianum (Mestre), Aenaon Gallerie (Atene). Numerose anche le partecipazioni ad eventi fieristici e a Premi d’Arte. Attualmente vive ed opera a Molfetta. 

Ufficio stampa: 
Associazione Culturale De là da mar - Centro Studi sulle Arti Pugliesi 
Cell. 320.7714234, Email: samfrancis@libero.it 

Inaugurazione 18 luglio alle 19.30 

Scaramuzza Arte contemporanea, 
via Libertini 70, Lecce. 
Orario: da mercoledì a domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 21.30. 

fonti e testi a portata di clic

La storia di Venezia in formato digitale: fonti e testi a portata di clic

Storici, archivisti, informatici stanno digitalizzando uno dei patrimoni archivistici più importanti al mondo. Il progetto è dell'Università Ca' Foscari

Elena Galloni
martedì 1 luglio 2014 16:06

 L'Archivio di Stato di Venezia

L'Archivio di Stato di Venezia
La storia di Venezia diventa archivio digitale. Il patrimonio storico-documentale della città sulla laguna, costituito da centinaia di migliaia di fonti, sarà dunque disponibile in versione multimediale, realizzata con le più avanzate tecnologie, per conservare e valorizzare la vastissima documentazione e metterla a disposizione di tutti. Il progetto è dell'Università Ca' Foscari, che ha creato un team di archivisti, storici, storici dell'arte e informatici che, da adesso ai prossimi anni, saranno impegnati in un'impresa titanica: raccogliere, digitalizzare e rendere fruibile uno dei patrimoni archivistici più importanti al mondo, rendendolo in più un vero e proprio strumento di studio, ricerca ed estrazione di dati e informazioni riguardanti fonti e immagini.
Il progetto "Digital Humanities Venice" è stato lanciato un anno fa dall'Università Ca' Foscari Venezia e dall'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) su iniziativa del Rettore dell'ateneo veneziano Carlo Carraro e di Patrick Aebisher, presidente EPFL, cui si aggiunge oggi l'importante collaborazione con l'Archivio di Stato di Venezia, diretto da Raffaele Santoro, siglata dal Memorandum of understanding (MOU) firmato lo scorso febbraio dalle tre istituzioni, e della Fondation Lombard Odier, presieduta da Thierry Lombard, che si unisce oggi come funding partner per accelerare la digitalizzazione del patrimonio archivistico di Venezia. La Fondation Lombard Odier ha scelto il progetto per la combinazione esemplare di arte, storia ed innovazione: la tecnologia odierna al servizio dei tesori passati per meglio improntare il nostro futuro.
Dunque, un team di ricercatori di alto livello lavorerà con le più moderne attrezzature sui documenti conservati all'Archivio di Stato e i testi della Biblioteca di Area Umanistica di Ca' Foscari relativi alla storia della città. Dopo la scansione, sarà creato un apposito motore di ricerca semantico associato ad una biblioteca digitale: in questo modo digitando una parola chiave (un nome, una data, un luogo, ecc) sarà possibile risalire al documento che la contiene e consultarlo comodamente online.
La digitalizzazione dei documenti antichi è ormai essenziale sia per conservarli sia per valorizzarli senza metterli a rischio. Del progetto "Digital Humanities Venice" fa parte anche la costituzione di un database di immagini, frutto del grande patrimonio artistico-figurativo diffuso nelle principali istituzioni lagunari, e in maniera minore ma significativa anche nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo.
Su di esso si è inoltre addensata una bibliografia molto copiosa e in tutte le lingue, a testimonianza di un costante interesse globale per Venezia e per la sua rappresentazione nell'arte. Le immagini verranno declinate in 3D o in gigapixel, consentendo una sorta di "ingresso digitale" nel dipinto, o la riproduzione in scala di edifici mai eseguiti ma documentati, o non altrimenti visitabili. L'operazione ha anche la non nascosta ambizione di creare nuovi profili professionali e imprese in settori importanti dell'economia come il turismo e l'industria Media & Entertainment. Al progetto lo scorso ottobre è stata dedicata la Digital Humanities Fall School, cinque giorni di seminari rivolti a 25 dottorandi e post-dottorandi provenienti da Italia, Svizzera e Canada, per toccare con mano il lavoro di ricerca avviato dalla partnership Ca' Foscari-EPFL sulla ricostruzione storica, artistica, economica e geografica di Venezia attraverso le tecnologie informatiche più avanzate.
La Digital Humanities Fall School tornerà anche il prossimo autunno, dal 6 al 10 ottobre, con una nuova programmazione e nuove opportunità per giovani ricercatori di tutto il mondo.

mercoledì 16 luglio 2014

aperta al traffico la nuova galleria “S. Maria di Pozzano”, in variante alla strada statale 145 “Sorrentina

Campania, Anas: aperta al traffico la nuova galleria “S. Maria di Pozzano”, in variante alla strada statale 145 “Sorrentina”

Pietro Ciucci: “L’Anas ha mantenuto l’impegno per l’apertura di una nuova ed importante opera per il territorio. Il nuovo tunnel favorirà i transiti turistici diretti in penisola Sorrentina”
Aperta al traffico la nuova galleria “S. Maria di Pozzano”, in variante alla strada statale 145 “Sorrentina” tra il km 10,700 e il km 17,700, nel Comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Un’opera che ha richiesto particolari soluzioni tecnologiche per risolvere i problemi geomorfologici del tratto roccioso attraversato e le numerose interferenze rinvenute durante l’esecuzione dei lavori.
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La nuova infrastruttura è stata presentata oggi nella sede della Prefettura di Napoli alla presenza del Direttore Centrale dell’Esercizio e Coordinamento del Territorio dell’Anas Michele Adiletta e delle Autorità locali, con collegamento in diretta con la galleria, attraverso le telecamere di Anas Tv, al momento dell’apertura.
“Avevamo preso l’impegno di concludere i lavori entro il 16 luglio – ha dichiarato il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci –, in tempo per i grandi flussi turistici dell’esodo estivo, e siamo qui a mantenere fede a quell’impegno. L’opera inaugurata oggi nasce dalla necessità di ammodernare e di adeguare l’infrastruttura stradale alle mutate esigenze dei transiti turistici diretti alla penisola Sorrentina, nonché all’aumento del traffico pendolare verso i centri dell’hinterland partenopeo”.
La nuova galleria di “S. Maria di Pozzano” si innesta, lato Sorrento, sull’esistente galleria di “Seiano” formando un’unica galleria di circa 5 km che corre in variante alla strada statale “Sorrentina”, tra le località di Pozzano, l’ex cava Italcementi, Bikini e Scrajo, in un tratto caratterizzato in passato da numerosi eventi franosi e nel quale sono presenti anche importanti stabilimenti balneari e alberghieri.
La sicurezza della circolazione stradale è assicurata attraverso una serie di impianti altamente tecnologici, tra i quali anche gli apparati di controllo elettronico della velocità “Vergilius”, da 72 telecamere per monitorare l’intera galleria e le uscite di sicurezza, rilevatori di traffico agli imbocchi, una segnaletica luminosa in galleria e pannelli a messaggio variabile al fine di garantire le informazioni principali agli utenti.
Inoltre, sono state previste stazioni d’emergenza per chiamata SOS in galleria, poste in nicchie protette da porta tagliafuoco; 2 barriere di sicurezza mobili del tipo Sab agli imbocchi principali, per la chiusura della galleria in casi di emergenza, e un cancello by-pass all’altezza del vecchio imbocco Seiano; un impianto radio isofrequenziale e un sistema audio break di diffusione delle comunicazioni d’emergenza, in grado di mettere in contatto l’utente che si trova in galleria con l’organo preposto (vigili del fuoco, polizia stradale o sala controllo) attraverso un sistema in isofrequenza. Sono stati poi installati apparati per la copertura del segnale di telefonia mobile nell’intera galleria e nei cunicoli di fuga sub-paralleli, un sistema di ventilazione e aspirazione fumi e 48 idranti.
L’infrastruttura è dotata di cunicoli di fuga sub-paralleli e trasversali, per uno sviluppo complessivo di circa 3 mila metri, che garantiscono, in caso di emergenza, la presenza di 15 vie di fuga verso luoghi sicuri all’aperto. Le vie d’esodo sono dotate di doppia porta tagliafuoco, a delimitazione di apposite aree filtro pressurizzate, e di un sistema video interfonico per la comunicazione diretta con la sala di controllo locale della centrale tecnologica di Bikini oppure, nel caso di assenza dell’operatore di sala, con centri operativi esterni, che consente all’utente di effettuare le necessarie richieste di assistenza.
“Tutti gli impianti tecnologici e di sicurezza a servizio delle gallerie – ha proseguito Pietro Ciucci – sono monitorati in continuo e il Piano di Emergenza è stato predisposto dall’Anas e condiviso in sede di apposita Conferenza di Servizi, coordinata dalla Prefettura di Napoli con gli Enti territoriali preposti alla gestione delle emergenze”.
“La realizzazione dell’opera – ha concluso il Presidente dell’Anas – ha richiesto un investimento complessivo di quasi 74 milioni di euro”.

lunedì 14 luglio 2014

Stop tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi

Stop tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi

Stop tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi

    1. Alfonso Pecoraro Scanio
    2.  
    3. Lanciata da
      Italy
Il 25 febbraio scorso dall'Unione Europea è partita una procedura d'infrazione contro l'Italia per l'uso dei richiami vivi nell'attività venatoria.
I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia, dove però sono catturati con le reti e destinati ad una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Tutto ciò, per essere portati all’esterno durante la stagione venatoria ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come inganno per attirare con il canto i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli.
L'azione della UE segna un altro punto a favore di una battaglia che le associazioni ambientaliste e animaliste stanno portando avanti da anni per fermare questa pratica crudele.
Mi sono impegnato tante volte  per arginare la violazione sistematica, soprattutto da parte di alcune regioni delle normative a tutela della fauna selvatica, con deroghe illegittime spesso sanzionate e annullate dall'autorità giudiziaria.
Sono stato più volte attaccato e perfino minacciato dalle frange più estremiste del mondo venatorio proprio per il mio impegno a tutela della fauna selvatica e ciò si è accentuato da quando riuscii a varare il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 che, tra l'altro, vietava la caccia nelle aree di particolare interesse ambientale applicando finalmente la direttiva europea.
Ogni passo avanti nella difesa degli animali sia contro i maltrattamenti che nella tutela della fauna selvatica, si scontra con una potente lobby trasversale di forze di destra e sinistra e per questo serve una mobilitazione dell'opinione pubblica per sostenere i parlamentari più sensibili.
Personalmente sono sempre stato contrario alla caccia ma in questo caso si tratta soltanto di proibirne una delle pratiche più crudeli e ormai condannate anche dalla parte più attenta dello stesso mondo venatorio.
Stavolta la lettera di messa in mora inviata dal Commissario Ue Ambiente all'Italia, chiarisce che la caccia può essere praticata anche senza l'utilizzo dei richiami vivi, e che il nostro Paese potrebbe pagare delle sanzioni molto pesanti a causa di quelle regioni (attualmente sei) che, nonostante le diverse sentenze che si sono succedute e nonostante il fatto che l'uccellagione (cattura indiscriminata di uccelli) sia di fatto vietata nel nostro Paese come nel resto d'Europa, autorizzano ancora la cattura di decine di migliaia di uccelli, con oltre 170 impianti per la cattura attivi ogni anno (50-60 nella sola Lombardia).
La commissione scrive testualmente: “Vi sono numerose valide alternative alla cattura di uccelli per la cessione ai fini del richiamo mediante reti. Infatti, poiché la cattura di richiami vivi è finalizzata alla caccia delle stesse specie di uccelli, la Commissione considera che la stessa potrebbe avvenire innanzitutto senza l'utilizzo di richiami o per esempio con l'utilizzo di fischietti (richiami a bocca). Infatti, nella maggior parte delle regioni italiane e degli altri Stati Membri, la caccia a tali specie è effettuata, con successo, senza utilizzare richiami vivi (e senza quindi l'uso di mezzi vietati per la loro cattura)”.
Di fronte a questa osservazione sembrerebbe ovvio fare una cosa semplice e civile: vietare del tutto la barbarie dei richiami vivi.
Invece il governo per correre ai ripari ha inserito nel decreto decreto 91 una norma (l’articolo 16, comma 1) che intende rispondere alle richieste europee, ma in modo blando, lasciando ancora la possibilità di usufruire di deroghe al divieto di cattura e di detenere un certo numero di richiami vivi. È invece il momento di chiudere per sempre questa brutta storia italiana, che il nostro Paese, così bello e ricco di biodiversità e amore per la natura, non merita davvero più, come ha giustamente scritto la Lipu in un'appello al Senato, allegando già le firme di 50.000 italiani.
Senatrici e Senatori di vari gruppi hanno presentato emendamenti per abolire finalmente la cattura e l'uso dei richiami vivi.
Chiedo pertanto ai presidenti delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, anche nella loro veste di relatori del decreto cosiddetto competitività del 24 giugno 2014, di impegnarsi per l'eliminazione della pratica dei richiami vivi.
A:
Giuseppe Marinello, Presidente Commissione Ambiente del Senato
Massimo Mucchetti, Presidente Commissione Industria del Senato 
Stop tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi
Cordiali saluti,
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