venerdì 11 luglio 2014

Ricucire il mondo

Ricucire il mondo" e' un percorso espositivo dedicato Maria Lai (1919-2013) strutturato in 3 diverse sedi; a Nuoro e' esposta la produzione successiva ai primi '80, relativa alla sua ricerca nell'ambito del teatro e della relazione con l'infanzia. "I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme" e' un progetto di Paolo Chiasera e Micaela Deiana che parte da un suggestivo giardino notturno su tela.

COMUNICATO STAMPA
Maria Lai. Ricucire il mondo
Dagli anni Ottanta al Duemila

a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti

“Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei Musei Civici di Cagliari e del Museo MAN di Nuoro dedicato a Maria Lai (1919-2013), una delle figure femminili più importanti e affascinanti della storia dell’arte italiana della seconda metà del Novecento. L’esposizione, realizzata grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro, il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

La sezione di Ricucire il mondo ospitata dal MAN, a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, si concentra sulla fase più matura della produzione di Maria Lai, dagli anni Ottanta sino alla scomparsa, analizzando la fitta trama di relazioni che l’artista tesse col mondo al di fuori del proprio studio.

Mentre continua a realizzare i cicli (qui esposti) di Telai, Lenzuoli, Libri cuciti, cui si aggiungono le visioni cosmiche delle Geografie, Lai coinvolge il pubblico nella riflessione sul potenziale liberatorio dell’arte attraverso opere pubbliche site-specific, azioni collettive, performance, scritture teatrali.

Il percorso si apre al terzo piano con il lavoro che funge da intersezione tra le sedi di Cagliari, Nuoro e Ulassai: l’azione Legarsi alla montagna (1981), qui rappresentata da un frammento del nastro originale, dall’installazione con la quale Maria Lai volle riassumere quell’esperienza in occasione della sua precedente personale al MAN (Come per gioco, 2002) e da una serie delle celebri foto documentarie in bianco e nero scattate da Piero Berengo Gardin, sulla quali Lai intervenne colorando di celeste il nastro in ogni immagine. Tramite inediti materiali documentari, foto, video e alcune delle opere prodotte dall’artista nelle diverse occasioni, la mostra documenta tutti gli interventi e le azioni ambientali di Lai, da Reperto (Villasimius, 1982), La disfatta dei varani (Camerino, 1983), L’alveare del poeta (Orotelli), 1983) fino a Essere è Tessere (Aggius, 2008), i cui lenzuoli stesi e intessuti di parole accompagnano il visitatore fin dall’ingresso. Vediamo Lai sovrintendere alla creazione di maschere, copricapi, poesie, o invitare i bambini a rotolare vecchi giocattoli nella sabbia per farne sculture. Il “filo” teso da Lai al pubblico passa attraverso il racconto: per esempio, di una storia antica come quella di Maria Pietra – alla quale è dedicata una speciale sezione tematica – la protagonista del racconto Cuoremio di Salvatore Cambosu, maestro di Lai, che diventa l’archetipo della magia salvifica dell’arte. La letteratura e, soprattutto la poesia, alternanza ritmica di parole e silenzi, pieni e vuoti, oralità e scrittura è il serbatoio dal quale Lai attinge per comunicare. Altri canali coi quali Lai “chiama l’altro a vedere una parte di sé” sono il teatro e la messa in scena: a raccontarlo qui, gli spartiti originali cantati dalla soprano Ille Strazza, scenografie della Compagnia Fueddu e Gestu, i copricapi fatti indossare al pubblico in occasione di una performance alla Galleria Tommaseo di Trieste (1986). 

Il legame con l’universo infantile (inteso come “luogo dell’anima”) e la pedagogia è uno degli elementi più ricchi e vitali di questo periodo, che porta Lai a creare fiabe cucite e libri (Tenendo per mano il sole, 1984; Tenendo per mano l’ombra, 1987; Il dio distratto, 1994; Curiosape, 2002), giochi (Il volo del Gioco dell’Oca, 2002), mazzi di carte (I luoghi dell’arte a portata di mano, ), calligrammi, laboratori (Segni e sogni, 1991, che da Cagliari la porta all'Atelier des Enfants del Centre Pompidou di Parigi) sperimentazioni di teatro-scuola ad Alessandria, Prato, Mira (VE), Cagliari, i cui percorsi si intrecciano fruttuosamente nel lavoro dell’artista. 

Al MAN, Come Piccole Api Operaie I (Nuoro), l’opera a quattro mani di Claudia Losi e Antonio Marras, rende un omaggio affettuoso a Maria Lai tramite una tessitura di fili metallici che parte dall’esterno del museo per attraversarne a zig-zag muri e finestre, fino a “legare” alle pareti una miriade di oggetti intimi (cartoncini d’auguri, gioielli, stoffe, ricami), realizzati da Lai nel corso della propria vita e donati ad amici, parenti, sodali. Ne sottolinea così il ruolo di artista attiva nella propria comunità, che generosamente condivide e “disperde” la propria opera, in privato come in pubblico. 

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Paolo Chiasera
I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme

I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme è un progetto di Paolo Chiasera e Micaela Deiana che vede coinvolti il museo MAN di Nuoro e il Centro Arti visive “De Vleeshal” di Middelburg (Olanda). Il lavoro si pone sulla scia di un percorso intrapreso dall’artista nel 2011 con l’elaborazione del concetto di exhibition painting , un genere pittorico , da lui inventato, caratte rizzato dalla creaz ione di mostre su tela - che possono includere opere di diversi artisti, sia già esistenti, sia commissionate per l'occasione - concep ito come spazio di incontro e di discussione fra artisti, curatori e istituzioni.

In continuità con questa ricerca, l’ar tista ha in seguito sviluppato l’idea di II.STILE , un artist run space dal carattere nomade, che nel nome fa riferimento agli sviluppi della pittura romana del periodo del secondo stile, caratterizzata da una particolare attenzione per il potere dell’immag inazione. Proprio l’immaginario si pone come luogo ideale per la sperimentazione e la definizione di una produzione artistica secondo nuovi modelli espositivi.

Con I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme il progetto di II.STILE entra per la prima volta in uno spazio museale, nel quale Chiasera orchestra una riflessione sulla circolarità del ciclo vitale, simbolizzato nei richiami alla cultura del paleolitico e neolitico, permeata da una religiosità strettamente legata al culto della Grande Madre, alla natura e alle sue manifestazioni, con una particolare predilezione per le acque e i boschi.

A partire dalle suggestioni suscitate da una visita ai giardini della settecentesca Villa d ’Orri (Sarroch - Sardegna) e dalle atmosfere degli affreschi dell’augus tea Villa di Livia (Roma), Paolo Chiasera realizza un suggestivo giardino notturno su tela, nel cui spazio, insieme alla curatrice, propone una selezione di opere da lla collezione del MAN. Il percorso creato, con lavori dalla fine dell’Ottocento fino alle ultime acquisizioni, vuole invitare a una diversa lettura, diacronica, del patrimonio culturale. La ciclicità della vita e della storia dell’uomo diventa occasione di riflessione sulla percezione del patrimonio culturale nei diversi momenti storici e in di fferenti contesti territoriali, concretizzandosi su una forma di reinterpretazione delle collezi oni permanenti dei musei d’arte, in una visione che intreccia archeologia e mondo contemporaneo.

Al MAN di Nuoro i “Giardini” ospiteranno opere di Alessandro B iggio con Jessica Parker Valentine e Diego Perrone, Stanis Dessy, Salvatore Fancello, Antonio Mura, Costantino Nivola, Giovanni Pintori e Giacinto Satta.

Il Centro Arti visive De Vleeshal ospiterà il secondo appuntamento del progetto nel novembre del 201 4. Nell’occasione sarà presentato il catalogo, realizzato a conclusione delle due esperienze.

P aolo Chiasera (Bologna, 1978) v ive e lavora a Berlino. Dal 2013 porta avanti il progetto II.STILE. Fra le mostre personali in sedi museali si ricordano : Ain't N o Grave Gonna Hold My Body Down , S. M. A. K . Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent (2010); Unter Freiem Himmel / Under the Open Sky , MARTa Herfod, Herford ( 2009); Forget The Heroes , MACRO, Museo d ’ Arte Contemporanea Roma (2008); The Trilogy: Corneli us, MAMbo, Museo d ʼ Arte Moderna di Bologna (2006). Oltre all’attività di ricerca artistica, ha collaborato come lecturer con diverse istituzioni tra cui il Kunsthochschule di Kassel (2013) e il Transart Institute di Berlino (2011)

Immagine: Maria Lai, Legarsi alla montagna

Ufficio Stampa: Studio Esseci
Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci

Inaugurazione venerdì 11 luglio ore 19

Museo MAN
via S. Satta 27 - 08100 Nuoro
orari: 10-13 | 15-20 lunedì chiuso

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