domenica 13 luglio 2014

Alla Feltrinelli di Napoli Pino Rampolla con il suo Poggioreale. Oltre il muro di uno dei più antichi penitenziari italiani"

GIOVEDÌ, 10 LUGLIO 2014 13:27

Napoli: carceri in mostra

Scritto da  
    NAPOLI - Il 2014 è decisamente l’anno nero per le carceri italiane. L’Italia continua a ricevere richiami da parte dell’Unione europea e la tanto agognata riforma della giustizia non riesce a mettere d’accordo nessuno. Soltanto la scorsa settimana la Corte europea per i diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire 20 mila euro (15 mila per danni morali e 5mila per spese legali) a Valentino Saba, detenuto nel carcere di San Sebastiano a Sassari nel 2000 e sottoposto a violenze da parte degli agenti di custodia.
    Il sovraffollamento degli istituti di detenzione, le condizioni disumane in cui versano i carcerati e il desiderio di riscatto sono alla base della mostra fotografica “Poggioreale. Oltre il muro di uno dei più antichi penitenziari italiani” in esposizione alla Feltrinelli di via Santa Caterina a Chiaia di Napoli, dal 9 luglio al 31 agosto, firmata da Pino Rapolla, fotoreporter e giornalista di origini napoletane che da anni visita gli istituti italiani e racconta, con le sue foto, le persone che incontra.
    Un viaggio, quello di Rapolla, che ha toccato i principali istituti di detenzione come Regina Coeli, Rebibbia, Ucciardone, Opera, San Vittore, La Giudecca, partito inizialmente per realizzare un calendario per il Dap - Dipartimento amministrazione penitenziaria - ma a cui il fotografo di origini napoletane ma romano d’adozione si è appassionato.
    “Poggioreale: il carcere peggiore che abbia mai visto. Una città nella città”: è stata questa la ragione che ha portato Rampolla a concentrare la sua attenzione sul carcere napoletano e attraverso i suoi scatti ha voluto cercare una speranza in quell’inferno dietro le sbarre. “Ho incontrato persone straordinarie - racconta Rampolla, che ha collaborato anche con i quotidiani Il Mattino e Roma - e sono stato testimone, in questi anni, di tutti i laboratori, dal teatro alla ceramica, che si realizzano per il benessere dei detenuti. Con loro ho attraversato selciati assolati e in loro compagnia mi sono reso conto di cosa significhi essere reclusi, non avere la possibilità di comunicare se non attraverso le esperienze che si realizzano in carcere e che diventano fondamentali per loro”.
    Il filo rosso che lega i penitenziari italiani visitati dal fotografo è quello delle persone speciali su cui si può contare all’interno, dai volontari a figure fondamentali come quella del cappellano: “Grazie a queste persone chi arriva nell’inferno trova almeno una mano tesa”. Le fotografie in mostra sono tratte dall’omonimo catalogo edito da Co.Art Edizioni, realizzato con il patrocinio del Comune di Napoli e della Provincia e con una prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. 
    Cento fotografie, altamente espressive, attraverso contrasti e sfumature del bianco e nero, che raccontano la vita di chi vive e lavora all'interno del penitenziario. Scatti nati con l’intento di creare un ponte verso l'esterno, di narrare la vita ma soprattutto la speranza verso il domani. Il fotografo, grazie alla sua maestria, riesce a far percorrere gli ambienti, a mettere davanti situazioni sconosciute, presentando quei volti, specchio di un'umanità sofferente, ma tesa verso un futuro di speranza. Immagini evocative capaci di far varcare la soglia di un carcere e di far conoscere un mondo inaspettato, ma fatto di storie e di persone che credono nella vita e nei valori più profondi.
    Le foto saranno solo venti - spiega l’autore - ma mi auguro possano essere rappresentative della speranza delle persone che ho incontrato nel mio viaggio. Persone che hanno sbagliato, pronte ed espirare la propria pena ma che, anche una volta uscite, trovano spesso difficoltà a rifarsi una vita”.
    Pino Rampolla è nato a Salerno nel 1951, vive a Ostia. Professione e passione, da quasi 50 anni dietro la macchina fotografica. Ha iniziato l'attività nel 1965 come fotoreporter alla redazione del quotidiano Roma e successivamente è passato al Mattino di Napoli. Trasferitosi giovanissimo nella Capitale, ha attraversato molti generi fotografici, dallo spettacolo come assistente di Pietro Pascuttini, allo sport, dalla politica al ritratto dei grandi personaggi della cultura.
    Negli ultimi anni ha realizzato reportage in Sud Africa, Malawi, Armenia, Iraq e Ghana al seguito di Missioni Umanitarie. Attualmente è impegnato in una ricerca fotografica sulle carceri italiane. Per realizzare questo progetto ha trascorso diverso tempo nei penitenziari dell'Ucciardone, Poggioreale, Regina Coeli, Rebibbia, San Vittore. Opera, Bollate e la Giudecca di Venezia. Ha pubblicato 17 libri fotografici, ha vinto numerosi concorsi fotografici e ha all'attivo numerose mostre personali. Da 20 anni è iscritto all'Ordine dei giornalisti.



    POGGIOREALE
    (libro fotografico di Pino Rampolla)


    I muri
    del colore del silenzio infame
    tolgono al cielo
    i volti che hanno ancora una speranza.

    L’unica presenza
    sono le pietre
    che ancora durano
    di fronte a tanto pianto.

    Nessuno ti accoglie
    per avere indietro
    il proprio volto,
    la propria storia.

    Perdite su perdite
    si accumulano
    in un rito
    che di umano ha poco.

    Con altri orecchi sentono,
    con altre voci parlano
    del loro rancore,
    di quello lasciato fuori
    ad imbiancare.

    Quando cade la neve
    soltanto quella notte
    son brividi di freddo.

    Il resto volti di muro,
    orecchi che hanno perso
    i rumori veri della vita
    e la delusione e il pianto
    non hanno voce
    se non di tradimento.

    Gioacchino Ruocco
    18/10/2013
    Ostia Lido

    Nessun commento:

    Posta un commento