17/9/2013
Mattia Bosco
Un esercizio di stile sulle forme della tazza da caffe'. Bosco parte da un piccolo, ma emblematico, oggetto d'uso quotidiano per sviluppare con metodo una ricerca espressiva e linguistica potenzialmente declinabile all'infinito.
COMUNICATO STAMPA
Triennale Design Museum presenta una selezione di lavori di Mattia Bosco, un esercizio di stile sulle forme della tazza da caffè. Bosco parte da un piccolo, ma emblematico, oggetto d'uso quotidiano per sviluppare con metodo una ricerca espressiva e linguistica potenzialmente declinabile all'infinito. Bosco lavora la ceramica bianca smaltata accentuando l'aspetto formale dell'oggetto per rimodellare il nostro approccio alla quotidianità. Crea così oggetti in grado di sovvertire le abitudini, producendo un risveglio dell'attenzione nel momento della fruizione (sono oggetti la cui fragilità è evidente) e intensificando il tempo dell'azione.
Così afferma l'autore: “Un oggetto può sempre prolungare la sua vita oltre la sua funzione. Per rendere questo possibile, l'oggetto non deve essere ridotto alla mera funzione di attore dal ruolo secondario ma deve essere in grado di tenere la scena anche una volta che il motivo principale della sua presenza è passato. Deve evitare, insomma, di diventare inutile non appena il suo uso è finito. Ci deve mostrare altre ragioni per occupare il posto in cui lo abbiamo messo dopo averlo usato, persuadendoci a non sbarazzarci di esso. Per fare questo l'oggetto deve essere un anfibio: utile e bello, utensile inseparabile e scultura, in grado di funzionare e di affascinare”.
Nato nel 1976 a Milano in una famiglia di pittori, Mattia Bosco arriva alla scultura in seguito a un corso di studi in filosofia.
Nella sua pratica scultorea parte da una considerazione della materia come già portatrice di forme e di possibilità. La forma diventa un'occasione di ripensare le potenzialità di un materiale in continuità o in contrasto rispetto a esso. Allo stesso modo la scultura è occasione per ripensare il nostro rapporto con le cose e con la nostra corporeità stessa.
Ufficio Stampa e Comunicazione
Antonella La Seta, Responsabile
Marco Martello, Micol Biassoni
T. +39 02 72434.240/247/205 press@triennale.org
Inaugurazione: 17 Settembre 2013 ore 19.00
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6, 20121 Milano
Orari:
Martedì - Domenica 10.30 - 20.30
Giovedì 10.30 - 23.00
Ingresso gratuito
Così afferma l'autore: “Un oggetto può sempre prolungare la sua vita oltre la sua funzione. Per rendere questo possibile, l'oggetto non deve essere ridotto alla mera funzione di attore dal ruolo secondario ma deve essere in grado di tenere la scena anche una volta che il motivo principale della sua presenza è passato. Deve evitare, insomma, di diventare inutile non appena il suo uso è finito. Ci deve mostrare altre ragioni per occupare il posto in cui lo abbiamo messo dopo averlo usato, persuadendoci a non sbarazzarci di esso. Per fare questo l'oggetto deve essere un anfibio: utile e bello, utensile inseparabile e scultura, in grado di funzionare e di affascinare”.
Nato nel 1976 a Milano in una famiglia di pittori, Mattia Bosco arriva alla scultura in seguito a un corso di studi in filosofia.
Nella sua pratica scultorea parte da una considerazione della materia come già portatrice di forme e di possibilità. La forma diventa un'occasione di ripensare le potenzialità di un materiale in continuità o in contrasto rispetto a esso. Allo stesso modo la scultura è occasione per ripensare il nostro rapporto con le cose e con la nostra corporeità stessa.
Ufficio Stampa e Comunicazione
Antonella La Seta, Responsabile
Marco Martello, Micol Biassoni
T. +39 02 72434.240/247/205 press@triennale.org
Inaugurazione: 17 Settembre 2013 ore 19.00
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6, 20121 Milano
Orari:
Martedì - Domenica 10.30 - 20.30
Giovedì 10.30 - 23.00
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