venerdì 6 settembre 2013

Annita Mechelli al Porto Turistico di Ostia Lido
























 












La scultura nel Terzo Millennio
LE  OPERE   DI  ANNITA  MECHELLI 
AL PORTO TURISTICO DI OSTIA

            Per il terzo anno consecutivo nell’ambito dell’evento “La scultura nel Terzo Millennio”, allestito nel parco del Porto Turistico di Ostia dal 1° aprile al 30 settembre, promosso dall’Associazione Culturale Lorenzo Gasparri, le opere di Annita Mechelli - scultrice, pittrice, grafica e creatrice di gioielli – suscitano l’interesse del pubblico e della critica. Quest’artista è nata in Umbria e ha trascorso la sua infanzia fra Roma e Orvieto. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti della Capitale e lo studio del Maestro Pericle Fazzini dove,  sotto la guida dell'insigne scultore, ha affinato i mezzi tecnici ed espressivi, ma restando sempre fedele ai ritmi del suo cuore.

           Entrata da protagonista nel mondo dell'arte, Annita Mechelli è la prima donna al mondo che ha realizzato un monumento di grandi dimensioni, alto più di 12 metri, contro la violenza negli stadi dopo gli esiti delle partite di calcio dal titolo "90° minuto. Pace negli stadi", eretto nella piazza antistante lo stadio di Ascoli Piceno. Con tale opera la scultrice ha raggiunto i più alti livelli di valore espressivo e simbolico. L'irrequieta fantasia dell'artista si è sempre mossa tra la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi materiali. Il "Cristo sulla Croce"in bronzo è una delle sculture più avvincenti. Lo strazio del  crudele dolore è come un lungo la­mento nelle carni martoriate del Dio ancora uomo e perciò legato al dolore. Un sacrificio che in questa rappresentazione scultorea evoca profonde malinconie e religiosi  richiami al nostro vivere con le sue insopprimibili ansie. Quando la notte dischiude la via dell'animo al tormento della crisi esistenziale,  Annita Mechelli sente più intenso l'impulso creativo che, libero dai vincoli del giorno, spazia nei cieli della fantasia per incontrare nuove immagini d'arte. Di questa condizione è testimonianza l'opera in bronzo"Amore per un fantasma".

Al Porto Turistico di Ostia le sue sculture in bronzo o altri materiali sono  di grande formato e già dai titoli - La cicala che canta sul cerro, L’albero è vita, Il gioco dei delfini, Gli occhi sul mondo, Il grande albero, L’ape regina, Dolce attesa – parlano del suo amore per la natura e la vita e, tra i fiori degli alberi di oleandro, scandiscono con diverse potenzialità semantiche ed espressive lo spazio all’aperto come elementi significanti di un percorso mediatico e narrativo della sua ricerca artistica che dura da circa quarant’anni.  Le sue opere hanno una loro originalità, perché sono svincolate da ogni assonanza con altri artisti e mettono in evidenza le sue capacità espressive, poetiche e formali in una figurazione  in bilico tra surrealismo ed espressionismo e che, al tempo stesso sembra sfuggire ad ogni corrente perché include un miscuglio intrigante di fantasia e visionarietà, di classicità ed avanguardia. La sua creatività è un fiume di idee che scorre rapido ed inarrestabile che non sfugge ai movimenti vitali del desiderio e dei bisogni primari dell’uomo. La sua energia è guidata nel suo lavoro dalla coerenza stilistica e dalla sapienza tecnica affidando i suoi messaggi sociali ed ecologici ora al fuoco della fusione in bronzo, ora all'espressività di un segno o di una linea, ora al magma incandescente di un colore capace di creare  architetture cromatiche di  paesaggi fantastici ed assoluti. Nelle sue opere vi sono sempre due occhi che vogliono dialogare con lo spettatore. Quegli occhi che somigliano a quelli dell’artista, intensi ed azzurri, hanno anche un valore simbolico, perché l’artista non guarda al mondo solamente come esperienza e realtà, ma come luce e vista spirituale. Secondo un’antica concezione la vista, infatti, non è soltanto un organo ricettivo, ma invia esso stesso raggi di forza ed è il simbolo più autentico della capacità di espressione spirituale.

                                                                                       
                                                                                                                             Anna IOZZINO

L'articolo è stato pubblicato su " LA GAZZETTA DEL LITORALE"

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