La scultura nel Terzo Millennio
LE OPERE DI ANNITA MECHELLI
AL PORTO TURISTICO DI OSTIA
Per il terzo anno
consecutivo nell’ambito dell’evento “La scultura nel Terzo Millennio”,
allestito nel parco del Porto Turistico di Ostia dal 1° aprile al 30 settembre,
promosso dall’Associazione Culturale Lorenzo Gasparri, le opere di Annita
Mechelli - scultrice, pittrice, grafica e creatrice di gioielli – suscitano l’interesse
del pubblico e della critica. Quest’artista è nata in Umbria e ha trascorso la
sua infanzia fra Roma e Orvieto. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti della
Capitale e lo studio del Maestro Pericle Fazzini dove, sotto la guida dell'insigne scultore, ha
affinato i mezzi tecnici ed espressivi, ma restando sempre fedele ai ritmi del
suo cuore.
Entrata da
protagonista nel mondo dell'arte, Annita Mechelli è la prima donna al mondo che
ha realizzato un monumento di grandi dimensioni, alto più di 12 metri, contro
la violenza negli stadi dopo gli esiti delle partite di calcio dal titolo
"90° minuto. Pace negli stadi", eretto nella piazza antistante lo
stadio di Ascoli Piceno. Con tale opera la scultrice ha raggiunto i più alti
livelli di valore espressivo e simbolico. L'irrequieta fantasia dell'artista si
è sempre mossa tra la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi materiali. Il
"Cristo sulla Croce"in bronzo è una delle sculture più avvincenti. Lo
strazio del crudele dolore è come un
lungo lamento nelle carni martoriate del Dio ancora uomo e perciò legato al
dolore. Un sacrificio che in questa rappresentazione scultorea evoca profonde
malinconie e religiosi richiami al
nostro vivere con le sue insopprimibili ansie. Quando la notte dischiude la via
dell'animo al tormento della crisi esistenziale, Annita Mechelli sente più intenso l'impulso
creativo che, libero dai vincoli del giorno, spazia nei cieli della fantasia
per incontrare nuove immagini d'arte. Di questa condizione è testimonianza
l'opera in bronzo"Amore per un fantasma".
Al Porto Turistico di Ostia le sue sculture in bronzo
o altri materiali sono di grande formato
e già dai titoli - La cicala che canta sul cerro, L’albero è vita, Il gioco dei
delfini, Gli occhi sul mondo, Il grande albero, L’ape regina, Dolce attesa –
parlano del suo amore per la natura e la vita e, tra i fiori degli alberi di
oleandro, scandiscono con diverse potenzialità semantiche ed espressive lo
spazio all’aperto come elementi significanti di un percorso mediatico e
narrativo della sua ricerca artistica che dura da circa quarant’anni. Le sue opere hanno una loro originalità,
perché sono svincolate da ogni assonanza con altri artisti e mettono in
evidenza le sue capacità espressive, poetiche e formali in una figurazione in bilico tra surrealismo ed espressionismo e
che, al tempo stesso sembra sfuggire ad ogni corrente perché include un
miscuglio intrigante di fantasia e visionarietà, di classicità ed avanguardia.
La sua creatività è un fiume di idee che scorre rapido ed inarrestabile che non
sfugge ai movimenti vitali del desiderio e dei bisogni primari dell’uomo. La
sua energia è guidata nel suo lavoro dalla coerenza stilistica e dalla sapienza
tecnica affidando i suoi messaggi sociali ed ecologici ora al fuoco della
fusione in bronzo, ora all'espressività di un segno o di una linea, ora al
magma incandescente di un colore capace di creare architetture cromatiche di paesaggi fantastici ed assoluti. Nelle sue
opere vi sono sempre due occhi che vogliono dialogare con lo spettatore. Quegli
occhi che somigliano a quelli dell’artista, intensi ed azzurri, hanno anche un
valore simbolico, perché l’artista non guarda al mondo solamente come
esperienza e realtà, ma come luce e vista spirituale. Secondo un’antica
concezione la vista, infatti, non è soltanto un organo ricettivo, ma invia esso
stesso raggi di forza ed è il simbolo più autentico della capacità di
espressione spirituale.
Anna IOZZINO
L'articolo è stato pubblicato su " LA GAZZETTA DEL LITORALE"
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