pubblicato
lunedì 17 settembre 2012
«Sono molto emozionato nel vedere la realizzazione dell'opera, in quanto è
stato affascinante lavorare con Günther Vogt su questo progetto: lui è uno dei
migliori architetti del paesaggio del giorno d'oggi, e ha un'incredibile
sensibilità e senso dello spazio. Gli specchi ovali situati nel territorio
creano un senso di disorientamento, facendo in modo che ogni passo verso di essi
sia insicuro e possa portare ad una introspezione dovuta al materializzarsi dei
cielo nei riflessi dell'opera». Con queste parole Olafur Eliasson, star degli
ultimi giorni, racconta il suo ultimo progetto in Danimarca, all'indomani della
convocazione nella Giuria del Premio Moroso e della partecipazione alla Biennale
d'Architettura di Venezia.
Ma di cosa si tratta? Innanzittutto partiamo da un titolo: Your glacial expectations è un'installazione
semplicissima e allo stesso tempo molto d'impatto; cinque specchi ovali, ognuno
di una dimensione diversa ma tutti disposti in piano sul terreno, sono chiamati
a rompere la regolarità del paesaggio di un bosco nei pressi di Ebeltoft, nelle
vicinanze della manifuttura tessile Kvadrat, che ha commissionato l'opera nel
2008. Quattro anni di progetti, in tandem perfetto tra l'artista di base a
Berlino e Vogt. Un progetto specifico per una delle zone più affascinanti e
glaciali d'Europa, dove le superfici riflettenti, in diverse modalità, causando
una percezione ribaltata di ciò che è all'esterno rispetto a ciò che è dentro il
vetro. Viene così concettualizzato il paesaggio mischiando la foresta selvaggia,
i suoi arbusti spontanei e il cielo, con un giardino sereno e illusorio, diorama
ridotto della natura. Le installazioni, disposte in un parco di 60mila metri
quadri, sono un riferimento alle buche di ghiaccio dell'era
glaciale.
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