Conosciuto
per la sue imponente sculture in alluminio, gesso, cartapesta, è morto nei
giorni scorsi a Vienna dopo una lunga malattia. Aveva 65 anni
L'artista
austriaco Franz West, meglio conosciuto per la sue imponente sculture in
alluminio, gesso, cartapesta, è morto nei giorni scorsi a Vienna dopo una lunga
malattia. Aveva 65 anni. In una dichiarazione congiunta, la Franz West
Foundation, Gagosian Gallery, Galerie Meyer Kainer, e la Galerie Eva
Presenhuber hanno detto: "Il mondo ha perso un grande artista che ha
cambiato il modo di guardare l'arte e se stessi. Il suo grande senso di
originalità e la sua generosità con altri artisti, scrittori, musicisti
mancherà a tutti noi ".
L'anno scorso aveva vinto il Leone d'oro alla
carriera alla Biennale di Venezia, tra le più alte onorificenze per le artisti
visivi. Sebbene West è stato osannato più ampiamente in Europa che negli Stati
Uniti, il Baltimore Museum of Art fece una retrospettiva del suo lavoro nel
2008 che ha viaggiato fino al Los Angeles County Museum of Art.
Ecco un ricordo dell'artista romano Daniele
Pieroni: "Ho conosciuto Franz West circa 24 anni fa, a Roma, in occasione
del suo primo ingresso sulla scena artistica della capitale nella galleria di
mio padre, in via Panisperna. Franz si muoveva calmo, pacato e sornione, discettando
sui generis di filosofia e letteratura.
Ricordo che parlammo di Heidegger, Wittgenstein
e di Goethe, tant'è che allora era immerso nella lettura del Divano Occidentale
e da quel libro scaturì un lavoro a cui io stesso partecipai con uno scritto
che tutt'ora viaggia insieme alla sua materiale configurazione. Lo rividi più
tardi
a Vienna, dove
insieme a pochi altri egli prese parte al mio progetto canoviano nel Tempietto
del Teseo per conto della locale Accademia delle Belle Arti.
La memoria va più facilmente ai tanti giorni
trascorsi insieme a Roma e in Toscana, insieme a Bizhan Bassiri, Bernhard Riff,
Vettor Pisani, Bruno Corà ed altri amici. Giorni felici per usare
un'espressione quasi banale se non riflettesse davvero l'allegria, la
spensieratezza e il cameratismo con cui vennero vissuti.
Non scorderò le lunghe chiacchierate davanti al
fuoco, i salami e il Chianti con cui condivamo l'amicizia (e ahi per lui,
inizio dei suoi mali...) i bagni di Capodanno nelle acque di Bagno Vignoni o
San Casciano, le risate davanti alle tante insegne sulla via Cassia di un
mobilificio il cui nome in tedesco significava 'peto' !
Eravamo una bella squadra e difatti alcune foto
dell'epoca ci mostrano disposti su due file (l'una in posizione eretta, l'altra
accovacciati) proprio come le compagini calcistiche prima del fischio d'avvio
alle partite. Eppure non erano solo divertimento e simpatia, vi trovavano
spazio anche accese discussioni, momenti di silenzio e riposo, lavoro.
Talvolta persino baruffe. Personalmente fui tra
coloro che non apprezzarono la performance orinante di West ed Enrico Comi
nella cava di marmo di Serre di Rapolano ma così è, le vere amicizie durano a dispetto
e probabilmente in forza di opposti sentimenti e di qualche dissidio.
Ciò che resta oggi, a noi, amici fra Roma e la
Toscana, del Franz uomo e artista, è la sua versatile e complessa personalità,
temeraria e anticonvenzionale, drammaticamente consapevole di
"essere-per-la-morte" come verità e metodo hanno poi
confermato".
Austrian artist Franz West, who died yesterday, was a sculptural jester, a provocateur, a maker of benign and threatening objects. Encounters with West’s art are often occasions for laughter, though it is a laugh tinged with horror and disbelief. He could deflate the pomposity of the city square or the elegance of a park with his giant pink phalluses and lime-green sausages. Sitting on dignified plinths, his skewed and lumpy sculptures, often garishly painted, had a kind of idiot elegance.
SCULTURE
Austrian artist Franz West, who died yesterday, was a sculptural jester, a provocateur, a maker of benign and threatening objects. Encounters with West’s art are often occasions for laughter, though it is a laugh tinged with horror and disbelief. He could deflate the pomposity of the city square or the elegance of a park with his giant pink phalluses and lime-green sausages. Sitting on dignified plinths, his skewed and lumpy sculptures, often garishly painted, had a kind of idiot elegance.
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