Il Metropolitan mette in scena
"Faking it", per scoprire la modernità prima del digitale
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Da Exibart pubblicato domenica 16 settembre 2012
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Che cos'era photoshop prima della sua
invenzione? Un'arte manipolatoria forse, ideata ben prima di Benjamin e del suo
più famoso saggio intorno alla riproducibilità dell'opera d'arte. Ed è con
questo punto di vista che il Metropolitan di New York, dal prossimo 11 ottobre,
metterà in scena la mostra delle mostre, ovvero quelle immagini che risultano
essere state alterate, manipolate e trasformate molto tempo prima dell'era
digitale. Il "vintage" quando vintage non era ma risultava come
l'accumulo di una sorprendente tecnica e manualità, nonché inventiva.
Una raccolta inconsueta di effetti, oggi
sviluppabili persino con un cellulare di ultima generazione, che farebbero
rabbridividire i nostri avi fotografi, ma che spesso non mantengono né la
freschezza né l'illusione di questi esemplari. La mostra, intitolata
giustissimamente "Faking it", porta l'attenzione sul diverso grado di
manipolazione operato dai vari artisti rispetto all'originale come uno
strumento per registrare l'ambiente e le caratteristiche, con cui le foto sono
state realizzate.
"Faking it" comprende circa 200
lavori effettuati tra il 1840 ed il 1990, quando la riproducibilità esisteva
già, eccome, disposte secondo le loro tecniche di "alterazione", che
includono l'esposizione multipla (processo che prevede l'impressione di due o
piú immagini nel medesimo negativo), stampa combinata (stampa di piú elementi
in un'unica soluzione prendendo elementi da due o piú negativi), fotomontaggio,
ritocco sul negativo o sulla stampa; in ognuno di questi casi il significato ed
il contenuto dell'immagine vergine è stato significativamente trasformato nel
processo manipolativo. E non ci resta che lo stupore o la meraviglia, in primo
luogo per la loro attualissima visionarietà.
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