lunedì 3 ottobre 2016

PASSEROTTO NON ANDARE VIA


    
 

PASSEROTTO
NON ANDARE VIA

   
 Diciamoci la verità: twitter ai "comuni mortali" è sempre piaciuto poco. Stare in 140 caratteri per esprimere un pensiero? Assurdo! Avere "followers" anziché amici? Mah...e così l'uccellino più famoso della rete è alla resa dei conti  
 
pubblicato 

Come Facebook (1,5 miliardi di iscritti) non potrà aspirare a diventare; Instagram? Ha pochi utenti, ma certamente una dirompenza senza eguali, visto che le immagini - nella social società - sono tutto. Youtube? WhatsApp? Messanger? Tutt'altra pasta e tutt'altro servizio. Parliamo di twitter, infatti, che è sull'atto di essere venduto a Google, o forse a Microsoft, o forze a Verizon (che si stava per comprare anche Yahoo!).
Come funziona con le banche, e come nella vita - leggi pesce grosso mangia pesce piccolo - qui bisognerà capire come poter riscattare un social media che in realtà di social aveva ben poco e che, a dirla tutta, funge un poco come un'Ansa, senza i dettagli. 
Sarà per questo che i politici, dala sua nascita, l'hanno sposato come piattaforma per arringhe, scuse, messaggi di ogni natura e ringraziamenti: perché twitter ha sempre parlato per slogan, e forse - per questo social per titolisti esperti, dove tutto si doveva mettere nero su bianco in 140 caratteri (oggi sono stati estesi) - è chiaro che la massa non ha ben ingranato: album fotografici? Non è questa la funzione. Lenzuoli di dichiarazioni? Nemmeno l'ombra. Solo un botta e risposta degno di WhatsApp, ma senza il fremito della presa diretta. E così la società di Jack Dorsey ha registrato un rosso di 137 milioni di dollari nel secondo trimestre dello scorso anno, e uno stallo degli utenti, fermi a 304 milioni. Cade così, senza troppi strappi di capelli, la prima pietra di un'epoca? Quale sarà il cinguettio del futuro, del passerotto che forse andrà via con le piume che conosciamo? (MB)



Non andare via…

Passerotto non andare via.
Piuttosto dimmi una bugia.
Fa che le molliche
non li porti via il vento
sul prato di sotto,
sul balcone a  fianco
sul terreno nero della piazza
che ammazza il tempo
strabuzzando gli occhi.

Non mi importa
che anche i colombi hanno fame.
Vogliono bocconi 
troppo grandi da tagliare
e vengono a tratti
distratti da chi li mette in fuga
con punte sul terrazzo.

Il pazzo del piano di sotto
fa fischi penetranti
per non farli posare.
Ma è brutto quel richiamo
che sembra un amo per i pesci
quando in gruppo
calano dai tetti
per mangiare.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido           03.10.016

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