Il condono di Equitalia riguarda 3 milioni di persone
Prima di giungere a una quantificazione è bene ricordare di quali grandezze si stia parlando, considerato che una tale innovazione sarebbe catalogata tra le misure di contrasto all’evasione fiscale in quanto agevola l’adesione dei contribuenti alle richieste congiunte di Equitalia e Agenzia delle Entrate. Secondo una stima congiunta del Fondo monetario internazionale e dell’Ocse, alla fine di settembre del 2015 il debito fiscale degli italiani ammontava a 756 miliardi di euro. Scomputando circa 180 miliardi di debiti fiscali non dovuti (un 22% del totale composto da ricorsi accolti e cartelle indebitamente emesse) si giunge a una cifra molto prossima ai 600 miliardi nei quali si ritrovano tanto gli evasori totali quanto coloro che non hanno liquidità per pagare una multa scaduta per divieto di sosta.
Il fronte del contenzioso annoverava oltre 506mila controversie pendenti al 30 giugno 2016, un dato in progressiva riduzione visto che la giustizia tributaria sta cercando di accelerare un po’. Il valore dei ricorsi presentati alle commissioni tributarie provinciali e regionali nei dodici mesi a giugno 2016 si aggira attorno ai 40 miliardi di euro. Oltre il 70% delle controversie attiene a persone fisiche e il tributo maggiormente contestato è l’Irpef. Il valore medio è di circa 80mila euro e rientra pienamente nella soglia dei 100mila euro che potrebbe essere individuata dalla prossima legge di Bilancio 2017. Tenuto conto che il 30% circa dei ricorsi vede lo Stato soccombere, l’ammontare complessivamente interessato è di una trentina di miliardi di euro su 350mila istanze.
Un discorso analogo si può compiere per le cartelle esattoriali già rateizzate da Equitalia (la società guidata dall’ad Ernesto Maria Ruffini e destinata a integrarsi con le Entrate secondo i disegni di Renzi). A fine 2015 le rateazioni delle cartelle esattoriali riguardavano 3,1 milioni di contribuenti per un totale di 34 miliardi. Considerato che oltre l’80% circa dei debiti fiscali riguarda importi inferiori ai 100mila euro potrebbero beneficiare dell’innovazione circa 2,5 milioni di contribuenti. Naturalmente il recupero potenziale di imposta accertata non sarebbe a doppia cifra. Basti pensare che la «rottamazione» varata da Enrico Letta con la Stabilità 2014 produsse circa 800 milioni di introiti. È stimabile, tuttavia, che una simile agevolazione possa consentire di superare la soglia dei 2 miliardi accompagnandosi a un gettito equivalente atteso dalla voluntary-bis. «Questo è l’ultimo treno a disposizione di Renzi per riconquistare la fiducia dei cittadini», ha commentato il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.
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