Le concessionarie del gioco d’azzardo
legale dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Un giudice di pace ha per la
prima volta deciso che il giocatore va risarcito se non è stato messo
adeguatamente a conoscenza dei rischi che corre: non solo di perdere un sacco
di soldi, ma anche quello di restare vittima di una pericolosa forma di
dipendenza, la ludopatia, non diversa da quella per l’alcol o la droga. E’
successo a Vallo della Lucania, Salerno, dove un giocatore incallito, stufo di
perdere, ha deciso di rivolgersi a un avvocato. Aveva acquistato ben 225 Gratta
e vinci senza mai vincere niente.
Affari suoi, si dirà. Aveva accettato il rischio e gli è andata male. E’
questo, in parole povere, l’argomento delle concessionarie. Solo che il giudice
di pace, seguendo la tesi del legale dello sventurato, è andato a verificare le
caratteristiche del prodotto messo in vendita e ha constatato che non conteneva
tutte le informazioni necessarie. In particolare quella, prevista dall’articolo
7 del decreto Balduzzi, secondo la quale sui tagliandi devono essere presenti,
“formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica dei giochi con
vincite in denaro con le relative probabilità di vincita”. Formula che sui
Gratta e vinci in questione non c’era. Dunque – ha stabilito il giudice - il
contratto di vendita tra l’acquirente e la concessionaria va considerato nullo
e la Lotteria Italia deve risarcire.
Una somma modesta, poche centinaia di
euro.Ma se la decisione del giudice di pace
di Vallo della Lucania diventasse giurisprudenza, sarebbe un’autentica
rivoluzione. E un evento rovinoso per le concessionarie. Basta una cifra
per comprenderlo: secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno dall’Economist.
L’Italia è il quarto paese al mondo per il volume di perdite nel gioco
d’azzardo legale. Tra videopoker, Gratta e vinci e lotterie varie perdiamo ogni
anno 24 miliardi di dollari. Cifra che sorridponde a una perdita annua pro
capite di 430 dollari. Vanno peggio di noi solo gli Stati Uniti, la Cina
e il Giappone.
Il decreto Balduzzi fu emanato proprio con lo scopo di porre qualche freno alla
ludopatia, attraverso alcune blande e anche ovvie regolette. Una di
queste è informare i giocatori dei rischi che corrono e delle effettive
probabilità di vincita. Regola mai applicata, o applicata con una serie di
trucchi. Come quello di considerare “vincenti” i biglietti che danno una
vincita pari al loro valore e che hanno il solo scopo di indurre il giocatore
ad acquistare un altro Gratta e vinci. Un meccanismo denunciato da anni
dall’avvocato Osvaldo Asteriti,, titolare di un blog
(http://www.osvaldo.asteriti.name/) il cui nome è una dichiarazione
programmatica: “Win For Life, Gratta & Vinci Ed Altri Inganni”.
Nel gennaio del 2015 l’avvocato Asteriti
presentò un esposto alla procura della Repubblica di
Roma per denunciare la scorrettezza delle concessionarie e per segnalare gli
“artifizi e raggiri” (sono gli stessi termini che nel codice penale definiscono
il reato di truffa truffa) utilizzati per indurre un numero crescente di
persone a giocare. Metodi particolarmente efficaci per i padroni
del gioco d’azzardo, e particolarmente nocivi per i cittadini. Si stima che in
Italia le persone che giocano in modo compulsivo, sperperando somme ingenti, a
volte rovinandosi, siano mezzo milione.
4 ottobre 2016
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