Detto, fatto... annullato: l'amministrazione pentastellata inciampa sul bando degli asili
Il Dipartimento Capitolino ha annullato il bando per l'affidamento degli asili nido in concessione. Il rischio era stato evidente da subito. Cacciotti: "Ora subito un nuovo bando. Un'altra proroga sarebbe inaccettabile"
Tutto da rifare. Il bando sui nidi in concessione,annunciato dalla Sindaca a luglio, è stato annullato dal Dipartimento scuola di Roma Capitale. “Una tegola pesantissima - la definisce il Capogruppo di Forza Italia in Regione Antonello Aurigemma - di cui pagheranno il conto i bambini e le loro famiglie”. A spingere l'amministrazione al passo indietro sono state alcune criticità presenti nel bando e relative al prezzo posto a base di gara: quello fissato, infatti, è stato ritenuto insufficiente per un ritorno economico dei concessionari. Anche il computo della quota spesa presunta a carico delle famiglie pare inficiato da anomalie.
NESSUN RISCHIO PER QUEST'ANNO - Nessun pericolo per l'anno scolastico appena iniziato. Grazie alla proroga infatti i bambini resteranno in via Flora, Largo Rotello, via Ildebrando Vivanti, largo Amalia Camboni, via dei Colli Portuensi, via di Valcannuta e via di San Basilide, gli asili interessati alla scadenza della concessione.
LA VICENDA - Lo scorso giugno, quasi seicento famiglie romane hanno seguito la vicenda con il fiato sospeso. A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni, molte di loro avevano infatti appreso che non era stato realizzato il nuovo bando per gli asili in concessione. Una doccia fredda che implicava la necessità di ricorrere al privato, con un evidente aggravio di spesa per le singole famiglie. L’amministrazione penstastellata corse ai ripari e per tutti e sette in nidi in concessione, arrivò una proroga. Sul filo di lana, l’anno scolastico venne messo in salvo. Ma per il successivo, occorreva preparare un nuovo bando, cosa fatta in tutta fretta e con grande giubilo della neo amministrazione pentastellata.
LA VICENDA - Lo scorso giugno, quasi seicento famiglie romane hanno seguito la vicenda con il fiato sospeso. A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni, molte di loro avevano infatti appreso che non era stato realizzato il nuovo bando per gli asili in concessione. Una doccia fredda che implicava la necessità di ricorrere al privato, con un evidente aggravio di spesa per le singole famiglie. L’amministrazione penstastellata corse ai ripari e per tutti e sette in nidi in concessione, arrivò una proroga. Sul filo di lana, l’anno scolastico venne messo in salvo. Ma per il successivo, occorreva preparare un nuovo bando, cosa fatta in tutta fretta e con grande giubilo della neo amministrazione pentastellata.
L'atto aveva spinto infatti la sindaca Raggi a vantarsi su facebook. "Detto, fatto. Come avevo già comunicato nei giorni scorsi, si è completato l’iter che consentirà l’apertura dei nidi in concessione al termine delle vacanze estive. Sono state infatti portate avanti tutte le procedure utili per garantire la pubblicazione del bando entro la data di scadenza (ovvero il 31 luglio 2016, data di scadenza del precedente affidamento) e firmata la proroga che garantirà alle attuali concessioni la continuità del servizio fino al subentro dei nuovi".
Non mancarono le critiche soprattutto in quei territori dove la questione era maggiormente sentita. Vale a dire il IX Municipio, dove si concentrano due dei setti asili nido in concessione di Roma.
UN EPILOGO SCONTATO - Il primo a sollevare delle perplessità, era stato un ex Consigliere municipale. "Il bando doveva essere annullato perché c’era il rischio concreto che andasse deserto – ricorda oggi Marco Cacciotti, già Presidente del Consiglio municipale – la considerevole riduzione delle risorse per la gestione dei nidi, rischiava infatti di penalizzare la qualità del servizio. La revoca – ribadisce Cacciotti – è quindi la conseguenza di quegli errori che già un paio di mesi fa erano evidenti e che io stesso avevo segnalato".
IL TEMPO A DISPOSIZIONE - Lo scenario futuro, non è incoraggiante. "Si dovrà definire una nuova gara, ma il tempo stringe e se non si agisce subito si rischia di non fare in tempo. Per una gara di rilievo europeo si impiegano infatti 6 mesi, senza considerare eventuali ricorsi e contenziosi” osserva Cacciotti. Occore fare in fretta anche perchè, questa volta, l'alternativa non è praticabile. “Pensare ad una proroga della proroga, significherebbe produrre una doppia forzatura, e poi la proroga non è neppure prevista dal codice degli appalti – ricorda Cacciotti - Il punto quindi è che, nonostante gli annunci della Sindaca ,la questione non è affatto stata risolta. Anzi, è stata solo rimandata".
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