Prima Via Uno Come Fortini, Poi La Muraro Dovrà Chiarire
Se c’è una cosa urgente da fare a Roma è comprare un biglietto di sola andata per il signore- che a quanto sembra si crede anche padrone- dell’Ama, l’azienda dei rifiuti della capitale. Daniele Fortini dovrebbe essere un manager, e come tale abituato ad essere giudicato dall’azionista, che dovrebbe avere tutta la libertà di sollevarlo dall’incarico o per un cattivo giudizio sul suo operato, o perché ha una soluzione manageriale migliore e più adatta ai suoi obiettivi.Fortini deve avere invece un potere particolare, perché ha sempre voluto mostrarsi più forte dei suoi azionisti, che non osavano separare la poltrona occupata da quella persona. Accadde così anche a Napoli, quando vinse per la prima volta Luigi De Magistris, e lui sedeva sulla poltrona da amministratore delegato dell’Asia, la municipalizzata dei rifiuti locali. Quella società non aveva certo brillato, ma De Magistris non osò decapitarla del tutto: nominò alla presidenza Raphael Rossi e non sfiorò Fortini. Sei mesi dopo, ai primi contrasti sulla gestione dei rifiuti, il sindaco di Napoli silurò l’amico Rossi e si tenne il solito Fortini, che lì restò finchè Ignazio Marino non gli propose di venire all’Ama.
Abituato a sceglersi lui gli azionisti (in quei casi i sindaci), si capisce che Fortini non abbia preso bene la decisione diVirginia Raggi a Roma di potere fare a meno di lui. Che si possa farne a meno è evidente a tutti i cittadini di Roma, visto che è Fortini ad avere gestito in questi ultimi due anni la raccolta rifiuti nella capitale con risultati che sono sotto gli occhi di tutto il mondo. Lui però l’ha presa malissimo, e addirittura ha sfiorato il ridicolo gridando al golpe contro l’Ama e la sua persona, come se ad essere stato scelto e votato dai cittadini romani fosse stato lui e non la Raggi. Uno che si comporta così non solo non lo terrei nemmeno un secondo in più, ma fossi azionista di qualsiasi altra società, non lo farei mai salire a bordo.
Nell’apice della contesa Fortini ha cercato di sputtanare per quel che poteva l’assessore che non lo vuole più, Paola Muraro. Lei era consulente dell’Ama, e si capisce che i due non si siano molto amati. Capita. Ma addossare a un consulente tutti gli errori dell’azienda, sinceramente appare un po’ troppo. Perché allora altro che i 115 mila euro di compenso lordo avrebbe dovuto ricevere, di fronte a tanta influenza sulle strategie (?) dell’Ama. Sono usciti anche tutti i compensi della Muraro, e così si è creato lo slogan del “milioncino” che avrebbe ricevuto, sia pure in 10-12 anni di lavoro da consulente.
All’Ama di Fortini per altro il milioncino doveva essere una sorta di medaglia da mettersi sul petto, perché non in 12 anni, ma in uno solo- il 2015- è stata pagata proprio quella cifra a uno dei consulenti, l’avvocato Gianluigi Pellegrino. E non in uno, ma in due anni (2014-2015) stessa cifra è stata versata a un altro consulente, l’avvocato Damiano Lipani. Due legali esterni che hanno assistito l’azienda in via non esclusiva nelle contese con il Colari, che non si sono affatto concluse. L’Ama dava milioncini, dunque.
Detto questo, a qualche domanda finora inevasa, è giusto che risponda pure la Muraro. Siccome lei ha sostenuto nella sua difesa di avere guadagnato in media 90.880 euro lordi all’anno e che “considerando le ore prestate per la mia attività professionale si ottiene un compenso lordo pari a 76 euro al giorno”, la prima domanda che bisogna farle è “perché non ha preso ripetizioni di matematica prima di accettare la nomina ad assessore”. Perché sapendo che più di 24 ore al giorno non può avere lavorato, e che i giorni sono 365, dividendo 90.880 euro per i 365 giorni (feste comprese) si ottengono 248,98 euro lordi al giorno. E non è differenza da poco: un assessore che sappia fare di conto è più utile di uno per cui la matematica è pura opinione. Seconda domanda: è vero, come riportano alcune inchieste, che lei ha lavorato da consulente in contemporanea sia per Ama che per una società privata fornitrice di Ama? Perché se così fosse ci sarebbe stato un problema sicuramente di stile, e probabilmente pure legale non di poco conto. Nella sua replica lei non ha accennatoa questo punto, che a me sembra sinceramente il più grave di quelli sollevati. Non sarebbe male chiarirlo in fretta.
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