CASAL BERNOCCHI: DAGLI SCAVI DELLA NUOVA CHIESA ORTODOSSA RUMENA EMERGE L'ACQUEDOTTO OSTIENSE?
Sorgerà in un'area ricca di testimonianze archeologiche, lungo la via Ostiense, a sinistra procedendo verso Ostia, dopo il supermercato Eurospin, la più grande Chiesa Ortodossa Rumena d'Italia. "La struttura sarà a forma di croce latina con l'abside rivolto a est e sette cupole dorate ed avrà una superficie totale di 700 metri quadrati. Al di sotto sarà collocato l'Auditorium, da 200 posti a sedere. In più oltre all'edificio destinato all'abitazione del parroco e dei sacerdoti sarà costruita una struttura abitativa per venire incontro alle esigenze degli indigenti romeni". A ridosso della ferrovia Roma-Lido, in un'area già di difficile viabilità, quest'area di circa un ettaro è dall'estate scorsa oggetto di sondaggi archeologici ancora in corso, di cui mancano però completamente (come avviene sempre) le informazioni da parte della Soprintendenza. Sappiamo perfettamente che proprio da questo punto iniziava il complesso sistema di rifornimento idrico destinato all'antica città romana di Ostia e, da una foto aerea di aprile 2015, sembrerebbe esser stato scoperto proprio qui un lungo tratto interrato di un acquedotto. Del resto questo sarebbe l'anello mancante tra il tratto di captazione scoperto intorno al 1993 in prossimità del casale Infermeria (sotto il camping Fabolous, lungo la via Cristoforo Colombo) e del casale di Malafede (all'angolo tra via di Malafede e la via Ostiense) e il tratto di conduzione che attraversava in prossimità dell'attuale stazione di Casal Bernocchi la depressione di Ponte Ladrone con possenti arcate riprodotte in antiche stampe. L'area interessata dagli scavi è attualmente recintata e non è prevista a breve la costruzione della Chiesa. Non ci sono cartelli indicanti i lavori e il silenzio su quanto sta accadendo non è normale per un'opera così importante attesa da anni dalla numerosa comunità rumena di Roma. Il via al progetto è del 2012 ma solo dall'estate scorsa sono iniziati i primi movimenti di terra dopo la sistemazione a prato dell'intera area, prima di allora destinata a orti. Ciò lascia ben sperare che, non essendoci mai stata nell'area alcuna opera invasiva dell'uomo, i ritrovamenti siano in buone condizioni. Del resto la carta archeologica dell'Agro Romano (foglio 23) segnava in quest'area la presenza di molto materiale di superficie, mai indagato.
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