La truffa delle olive verdi verniciate con solfato di rame: "Dannose per la salute"
Sequestrate oltre 85 tonnellate di olive colorate con solfato di rame, una sostanza che si accumula nell'organismo ed è dannoso per la salute. Il trattamento rende più vivo il colore e serve a "riciclare" olive prodotte nelle annate precedenti, smaltendo le scorte di magazzino
Ancora una truffa sulle tavole degli italiani. Oltre 85 tonnellate di olive colorate con solfato di rame sono state sequestrate, 19 persone denunciate e 26 comunicazioni di notizia di reato. E' il risultato dell'operazione "Olive verniciate" svolta dal Corpo forestale dello Stato nel corso di una campagna straordinaria di controlli sulle olive verdi da tavola che ha portato in totale 66 controlli e 39 campionamenti.
I presunti responsabili dovranno rispondere di impiego fraudolento di additivi non consentiti, vendita di alimenti non genuini come genuini, detenzione per il commercio, in modo doloso, di sostanze destinate all'alimentazione pericolose per la salute pubblica, visto che il solfato di rame è bio-accumulabile dall'organismo e pertanto persiste negli organi e come tutti i metalli è difficilmente smaltibile Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per un importo di diverse migliaia di euro.
A quanto emerso, alcuni produttori hanno fatto ampio ricorso a due coloranti di origine vegetale, l'E140 e l'E141, a base di clorofilla o di suoi derivati rameici. Questi coloranti, atossici, sono banditi dalle olive e da svariati anni gli organi di controllo vigilano affinché le olive verdi da mensa commercializzate ne siano esenti. Per poter eludere la sorveglianza, recentemente sono state messe a punto nuove tipologie di frodi, per cui, al posto dei coloranti a base di clorofilla, le olive vengono immerse in soluzioni concentrate a base di solfato di rame, ossia "verniciate" , come si dice nel gergo di chi pratica questo tipo di frode, per conferire una colorazione verde intensa, anche in presenza di olive raccolte nell'annata precedente e, dunque, caratterizzate da una colorazione estremamente sbiadita.
L'efficacia della frode è garantita da fatto che, di norma, il solfato di rame non viene impiegato quale colorante, anche a fronte della sua tossicità, e che pertanto non viene ricercato nelle normali analisi di laboratorio eseguite dagli organi di controllo. Il solfato di rame nei campioni prelevati è stato riscontrato in concentrazioni doppie rispetto a quanto previsto dalla normativa che lo fissa come "Limite massimo di residuo" (LMR) in misura non superiore a 30 mg/kg quale risultanza sull'oliva del trattamento fatto sulla pianta per scopi fitosanitari come ad esempio per contrastare attacchi fungini, tra cui la Peronospera.
Il Corpo forestale dello Stato ha scoperto un uso illegale del solfato di rame direttamente sulle olive, con funzione di colorante e stabilizzante, quindi assolutamente vietato. Infatti è stata riscontrata una quantità che si aggira sui 70 mg/kg quindi, più del doppio del consentito. Il solfato di rame è bio-accumulabile dall'organismo e pertanto persiste negli organi e come tutti i metalli è difficilmente smaltibile. Il trattamento fatto alle olive consentiva di renderle molto più colorate, di un verde intenso ed uniforme su tutti i frutti e di riciclare olive prodotte nelle annate precedenti smaltendo le scorte presenti in magazzino.
La Forestale consiglia quindi di scegliere le olive dolci da tavola che non abbiano una colorazione verde intenso e uniforme (perché altrimenti potrebbe essere artificiale). I controlli sulle olive sono stati effettuati anche sulle tre dop registrate presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali: Nocellara del Belice; Bella della Daunia (Bella di Cerignola); Oliva tenera Ascolana ma non è stata riscontrata alcuna problematica legata al solfato di rame. In occasione dei controlli, però, sono state fatte denunce sia per frode in commercio, relativamente a olive etichettate falsamente come "made in Italy", sia per illecito utilizzo di denominazione protetta, con riferimento a numerosi lotti di falsa "Nocellara del Belice". Infine, nel corso delle operazioni condotte sono stati sequestrati circa 5.250 quintali di olive da mensa in cattivo stato di conservazione.
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