Abolizione ticket sanitario, il governo fa marcia indietro
Si punta a
reintrodurre il ticket sulle prestazioni da pagare di tasca propria
Il “Decreto Appropriatezza“, cioè la
riforma che ha, di fatto, abolito il ticket per circa 203
prestazioni sanitarie, sta provocando un vero e proprio caos ed
una valanga di lamentele:
per questo motivo, il governo si appresta a rivedere il provvedimento (conosciuto
anche
come Dm Lorenzin) con il Dpcm sui nuovi livelli essenziali di assistenza.
Il Decreto, infatti,
pone delle condizioni molto stringenti per la prescrizione
delle prestazioni fuori tutela: sareb-
bero addirittura 22 milioni le prestazioni mediche a rischio,
la maggior parte delle quali
costituite da analisi.
Le prestazioni fuori tutela
Ad una prima lettura del decreto, vedendo l’elenco delle prestazioni da
pagare di tasca,
scritto in gergo tecnico, sembrerebbe trattarsi
di esami e terapie poco utilizzati. Non è così,
purtroppo.
Ad essere penalizzati sono in tanti: dalla signora cinquantenne che si sente
rifiutare la
ricetta rossa” per una risonanza magnetica alla schiena, al
quarantenne che non può
ripetere l’esame consueto del colesterolo. C’è la
giovane donna cui viene negata una
mammografia di controllo su ricettario
rosso, con l’indicazione di rivolgersi a strutture
private a pagamento. C’è il
bambino che deve sottoporsi a test allergologici, che deve farsi
fare la ricetta non solo dal pediatra, ma anche dallo specialista allergologo.
Non va meglio a chi riesce a farsi fare la tanto agognata prescrizione: ad
esempio, la
persona in grave sovrappeso che deve sottoporsi ad accertamenti,
per quanto abbia diritto
alla ricetta, d’ora in poi non pagherà più i soliti 20
euro di compartecipazione (16 analisi
distribuite su due ricette, 10 euro a
ricetta) ma dovrà sborsare 50 euro. L’importo
corrisponde alle 5 ricette rosse
su cui, secondo il decreto, vanno distribuite le analisi.
Caos sulle prescrizioni
Non va affatto meglio nemmeno sul fronte del personale sanitario: i dinieghi
dei medici,
difatti, terrorizzati dalle sanzioni che il Decreto irroga a chi fa
prescrizioni inappropriate,
stanno gettando nel caos gli ambulatori e gli
ospedali.
Sono troppe, infatti, le incertezze sull’appropriatezza delle prescrizioni e
sulle condizioni di
erogabilità, anche se non sono le uniche ragioni per le
quali i medici si rifiutano di dare le
ricette. Le prescrizioni non vengono
effettuate soprattutto perché manca l’aggiornamento
dei software del personale
sanitario, che non hanno le “note” necessarie per applicare la
norma (per
approfondimenti: come ottenere l’esenzione dal ticket). Mancano, poi, gli ade-
guamenti per la ricetta elettronica e la possibilità di condividere in rete i
dati tra medici,
Asl e Ministero della sanità.
Niente sanzioni per i medici
In tutta questa confusione, una prima “vittoria” è stata comunque ottenuta,
dopo 2 giorni di
protesta dei sindacati, ed è la sospensione delle sanzioni per
i medici, per le prescrizioni
non appropriate (tra l’altro le multe non sono
mai state definite).
I medici, pur essendo d’accordo riguardo alla necessità di ridurre gli sprechi
e di evitare
prescrizioni inutili, contestano i criteri di prescrivibilità e
quelli di erogabilità delle presta
-zioni, troppo severi e con iter
eccessivamente articolati.
Ad esempio, per ottenere il rimborso degli esami di laboratorio (che col Dm
Lorenzin vanno
normalmente pagati di tasca), il privato (in condizioni di
vulnerabilità sanitaria e sociale)
deve presentare alla Regione una domanda di
rimborso molto complessa in maniera
ineccepibile e completa. Con l’entrata in
vigore del Decreto non è possibile completare la
richiesta, perché non possono
essere inserite le note in ricetta, ora obbligatorie.
Revisione del decreto
Considerato il caos totale in cui si trovano medici e pazienti, al Governo non
resta altro da
fare che modificare la normativa: si parla già di una revisione completa,
sia sui criteri di
scelta degli esami “incriminati” fuori tutela, sia sui
criteri di appropriatezza e sulle condizioni
di erogabilità.
Il Ministro Lorenzin ha già annunciato l’inizio dei lavori per l’emanazione di
una circolare
applicativa, che dovrebbe servire a rimediare alle difficoltà
tecniche nella prescrizione delle
ricette.
Per cambiare il Decreto, però, la circolare non è sufficiente, ma dovrà essere
emanato un
altro atto avente forza di legge: molto probabilmente la nuova
normativa si troverà nel
Dpcm
sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (Dpcm
Lea). Certo il Dpcm non sarà adottato
dall’oggi al domani, ed i disagi, per i
cittadini, non termineranno a breve.
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