La spiaggia rosa di Budelli ha vincoli ambientali molto forti
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14/02/2016
NICOLA PINNA
BUDELLI
Forse non era amore vero. E la passione di Michael Harte per il paradiso di Budelli è già svanita. Lui si dice deluso, ma qualcun altro sospetta che avesse in mente di tradire le sue prime promesse. Era arrivato a Budelli parlando di sogni e di valorizzazione dell’ambiente, ma ben presto ha tirato fuori il suo master plan. Un progetto fatto di studio e anche di cemento e ormeggi. A La Maddalena il parco nazionale non l’ha mai accolto di buon grado e ora il ricco neozelandese ha deciso di «togliere il disturbo». Ritorna a casa ma senza aver perso un centesimo, visto che ancora non aveva versato i quasi tre milioni al Tribunale. Ai giudici che gli avevano venduto l’isola all’asta aveva chiesto più tempo per pagare e i suoi legali nei giorni scorsi hanno fatto sapere che il progetto non s’ha da fare. «Mi ha scritto che non ci sono più le condizioni per realizzare il piano - fa sapere il sindaco Luca Montella - Ora il tribunale farà una nuova asta. Noi, non abbiamo cacciato mister Harte».
Budelli è la perla dell’Arcipelago di La Maddalena. Uno degli angoli più belli del Mediterraneo: uno scrigno ambientale di 160 ettari, diventato famoso in tutto il mondo per l’incantevole spiaggia rosa. Dove Antonioni ha girato il suo «Deserto Rosso», da quasi vent’anni non si può più metter piede. Vietato fare il bagno e persino prendere il sole. Dopo secoli di saccheggi, sulla riva già si rivedono i granelli colorati. In pochi lo sanno, ma Budelli ha sempre avuto un padrone. E l’ultimo (una società) aveva accumulato troppi debiti. Per questo l’isola è finita all’asta. Nessuno la voleva finché non è arrivato Harte. Qui, fino al 2013, nessuno lo aveva sentito nominare, ma lui da anni gira il mondo alla ricerca di paradisi da conquistare.
Dalle parti di Mana Island e Tiritiri Matangi, nelle Fiji e in Nuova Zelanda, ha realizzato alcuni laboratori sulla biodiversità. E la stessa intenzione aveva annunciato a La Maddalena: «Il sogno è quello di creare un osservatorio internazionale sulla biodiversità marina: un laboratorio all’aria aperta che attiri studiosi da tutto il mondo. Il progetto non è quello di costruire». Il parco nazionale, però, non si è fatto convincere e ha convinto il Ministero dell’Ambiente a far valere in tribunale il diritto di prelazione. Ma il Consiglio di Stato ha dato ragione al nuovo padrone. Lui non ha pagato i 3 milioni concordati e ha presentato un progetto di 70 pagine: «Studio preliminare per un master plan di conservazione e sviluppo paesaggistico e culturale».
Tra la slide c’è l’osservatorio sulla biodiversità ma tre capitoli son dedicati alla ristrutturazione e all’ampliamento dei vecchi ruderi. A spaventare di più il direttore del parco Giuseppe Bonanno, era l’intenzione di allestire un campo boe a Porto Madonna. Queste per i maddalenini sono «Le piscine dell’Arcipelago» e Michael Harte aveva pensato di rendere accessibile solo ai maxi yacht un vastissimo tratto di mare. Subito è scoppiata la polemica, il consiglio del parco ha deciso di aumentare i vincoli e Budelli è diventata «zona di tutela integrale». «Il rischio era quello di compromettere anni di lavoro sul fronte della salvaguardia - dice Giuseppe Bonanno - Il piano di mister Harte ci sembrava che potesse compromettere questo delicato ecosistema».
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