-gio 28 maggio 2015 - ven 18 settembre 2015
Si inaugura il 28/05/2015 alle 18:30 negli spazi di Progetto Arte ELM una mostra di Giuseppe Spagnulo che raccoglie – come sottolinea il titolo – lavori inediti e lavori assolutamente nuovi.
Tra i lavori inediti si annoverano alcune sculture assimilabili alla grande “Ruota dei Venti” del 2012, una delle forme più caratteristiche dell’ultima produzione dell’artista, altre, come “Quelli che restano”, 2015, chiara allusione al trittico di Boccioni (di cui Spagnulo ha realizzato in terracotta anche “Quelli che vanno”, esposta a Verona nel dicembre 2014) è un insieme di lastre spesse tenute insieme da legacci in ferro, estrema propaggine di una produzione meno conosciuta dell’artista, mentre altre ancora, tra cui un formidabile “Capitello” in acciaio fuso pieno, sono non solo inedite, ma anche nuove, e sembrano aprire un altro capitolo nella storia complessa e coerente della scultura di Spagnulo.
L’elemento-base è, visibilmente, il rapporto con la materia, e in questo caso col ferro (l’altra, usata contemporaneamente, è la terra cotta, ma in questa mostra si è scelta la via più impegnativa di esporre solo opere in metallo): rapporto che l’artista intende mantenere al livello più “originario” possibile, che è quello dell’incontro/scontro, della forza e della resistenza, della violenza che maschera l’amore. Così, da questi “colpi” terribili sulla materia emergono embrioni di forme che non sono altro che la struttura della scultura, quelle forme da cui nascono tutte le altre, e che si riducono a poche, quando sono essenziali, in attesa di essere differenziate dalla mano dell’artista. Spagnulo invece si ferma a quella primaria essenzialità, che tuttavia è tutt’altro che indifferenziata: è il minimalismo della materia, prima ancora che della mente.
Un catalogo illustrato con testo critico di Marco Meneguzzo in italiano e in inglese accompagna la mostra.
Dedicata all'artista Giuseppe Spagnulo
Come esseri terreni
abbiamo bisogno di forme e di fantasie,
di corpi e anime
per mostrare l'indipendenza dell'esistere
e del sognare.
Noi non apparteniamo agli angeli,
siamo i demoni della terra
che amano le fragranze dei giardini,
i
volti riposti della natura,
le voci sotterranee
che nell'aria cristallina
diventano vapori e trasparenze
dell'esercizio del vivere
in assenza di un'affermazione
finale,
dell'essere simili e carnali.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 27/05/2015
Inserita nella raccolta “Secondi e contorni”
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