I processi non li può fare il popolo che ha delegato tale compito alla magistratura e la magistratura non può
fare processi che non tengono conto delle leggi e delle verità processuali.
I processi non li possono fare le televisioni e neppure i giornali che sono tenuti per la loro funzione ad informare se non vogliono essere di parte.
I processi non si possono e non si devono fare in piazza in quanto non è ammessa la lapidazione e l'aggressione fisica dell'uno contro l'altro.
Con la nascita della repubblica abbiamo abbandonato i regimi, le dittature, il potere dei principi e dei sovrani e abbiamo scelto un sistema democratico dell'amministrazione della cosa pubblica e del nostro destino economico ma non processuale in quanto le leggi che governano questa materia devono tendere ad un giudizio equo e alla salvaguardia sia di chi è stato offeso sia di chi al momento è imputato che non necessariamente è colpevole senza arrivare prima alla condanna definitiva da parte dell'ordinamento giudicante.
La pietà e la giustizia non devono mai essere disgiunte in quanto una condanna non vuole dire soppressione del condannato, ma devono confortare l'uno e gli altri nell'esercizio del castigo che non può e non deve mai essere irreversibile.
Una pena distruttiva del condannato è una guerra e non la giustizia che deve sempre prevedere il perdono e il recupero del fratello che ha smarrito la sua ragione.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra è un invito alla tolleranza, ma non è giustizia che deve condannare 77 volte sette chi commette e reitera lo stesso reato.
Le aggravanti e le attenuanti alla stessa maniera non devono suonare come una edulcorazione per chi ha subito l'affronto delittuoso, come la richiesta di perdono che tante volte diventa intollerabile e inaccettabile senza l'esercizio della giustizia.
Pietà - Michelangelo |
Le parole hanno un senso ed è quello della ragione e dell'amore. L'odio non può essere di questo mondo. Quando lo diventa siamo ancora allo stato di "homo homini lupus".
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