Scompare a Roma il regista silenzioso dell'arte
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pubblicato domenica 23 dicembre 2012
Non potevamo non ricordarlo. Era una delle figure forse più particolari del panorama intellettuale italiano, una sorta di outsider il cui lavoro non faceva parte della "produzione" sterminata del contemporaneo. Stiamo parlando di Emidio Greco, nato in provincia di Taranto nel 1938 e scomparso ieri a Roma. Un regista e sceneggiatore particolarissimo, che nel corso della sua carriera, iniziata nel 1966 con la RAI, ha girato poco meno di dieci pellicole, assistendo Roberto Rossellini durante la lavorazione di Intervista a Salvador Allende - La forza e la ragione nel 1971, esordendo nel 1974 con L'invenzione di Morel, ispirato al romanzo di Bioy Caseras, per poi lavorare alla famosissima serie televisiva Un caso di coscienza e Una storia semplice, che gli valse il Nastro d'Argento al Festival di Venezia nel 1991.
Ma probabilmente chi si occupa di arte ricorderà forse Emidio Greco per un documentario tanto bello quanto embrionale dedicato all'opera dell'amico Alighiero Boetti, conosciuto durante il periodo trascorso a Torino: Niente da vedere niente da nascondere, 60 minuti raccontati dalla voce fuoricampo dell'artista, che mostravano alternativamente una serie di opere realizzate fino ad allora, tra cui L'albero delle ore, il "grande vetro" che dà anche il titolo al film e tanti scorci dello studio di Trastevere, prima della partenza afghana di Boetti. Un film, questo, che era anche emblema del pensiero di Greco: la trasparenza della realtà, dove il mistero era senza risvolti e doppi fondi. E dove se nulla c'era da vedere, nulla poteva essere nascosto.
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giovedì 27 dicembre 2012
Addio a Emidio Greco.
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