mercoledì 18 novembre 2015

Alla Segreteria del Presidente Renzi.




La risposta che mi è stata fornita non raggiunge in termini di legittimità neppure l’effetto placebo della camomilla.
La norme ultime si evolvono di continuo mentre la prevenzione dovrebbe essere come il dettato comparso per la prima volta nel Dlgs 626/94.
Le risoluzioni che sono scaturite dalla Conferenza delle Regioni non sono mai andate nella direzione della valorizzazione delle competente acquisite e supportate, guarda caso, da titoli di studio statali  necessari prima  per accedere agli incarichi previsti dalle norme di prevenzione infortuni fino alla riforma della Sanità che trasferì le competenze degli enti soppressi (ANCC, ENPI ed altri) all’Inail non ultimo L’ISPESL nato con la riforma predetta.
Per anni abbiamo formato tanti lavoratori conferendogli titoli operativi (Conduttori di generatori di vapore e calore, conduttori di impianti frigoriferi, saldatori qualificati, ecc.) con i quali ancora oggi portano a casa la loro sopravvivenza.
Per intraprendere l’attività di RSPP (responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione) son dovuto tornare a scuola per apprendere le stesse nozioni che avevo insegnato agli altri. La norma  del 1994(DLgs 626) ha prodotto un esercito di formatori che con l’aiuto di lucidi vanno in giro a leggerli per formare gente che paga tanti ma tanti euro senza portare a cASA NEPPURE  IL COMPANATICO.
cARO mATTEO hai voglia di fare leggi e di sognare un paese migliore. Prima era l’ignoranza ad ammazzare i lavoratori, oggi invece è la strafottenza del sapere amministrato come una casta che non sanno di che cosa parlano perché non hanno mai trascorso un minuto in una fabbrica, in un cantiere. La prevenzione deve tornare ad essere un patrimonio delle Assicurazioni che hanno soltanto un solo interesse quello di salvaguardare il loro benessere e la vita di chi viene assicurato. Te lo dice uno che ha fatto per quant’anni il preventore. comminando contravvenzioni dove occorrevano e salvaguardando gli interessi di chi le leggi tecniche le applicava.
Te lo chiedo per la salvaguardia di chi lavora. Il legislatore deve fare il legislatore, e chi rischia la vita producendo benessere deve essere tutelato da soggetti che sanno che cosa fanno, perché e sbagliano sono costretti a pagare due volte con la tasca e con la galera, oltre a fare i conti con la propria coscienza di uomo e di cittadino di questa nazione che è rimasta ancora a prima dell’Unità del 1860 e alla dissipazione e ruberie ad opera di briganti e di gattopardi che avevano da subito capito come fare per conservare i loro averi e privilegi e sul popolo stolto che ancora oggi non ha capitò di chi è il benessere, che resterà sempre di chi lo possiede.

Comunque, Caro presidente del Consiglio, ti auguro buon lavoro, ma presta l’orecchio alla gente che vuole fare e non occupare posti di comando dando risposte come quella che mi è stata data che significa solamente: – Arrangiati. Saluti e ancora buon lavoro. Da uno che ha ancora voglia di fare per sè e per gli altri. Ciao. Gioacchino.


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