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Quattro persone sono state arrestate questa mattina con l'accusa di turbativa d'asta per aver rivelato informazioni riservate nell'ambito della gara del 2015 per l'assegnazione della gestione del Salone del libro di Torino per tre anni. L'ex assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe risulta indagato e la sua casa è stata perquisita.

In carcere sono finiti Regis Faure, direttore generale di Lingotto Fiere, il direttore marketing dell'azienda Roberto Fantino e Valentino Macri, segretario della Fondazione Salone del Libro. Ai domiciliari un funzionario di Bologna Fiere, Antonio Bruzzone. I carabinieri del Nucleo operativo e della polizia giudiziaria stanno eseguendo perquisizioni a Torino e Bologna. Il pubblico ministero che ha condotto le indagini, partite dal caso di peculato di cui è accusato l'ex patron del Salone del Libro Rolando Picchioni, è Gianfranco Colace. Come risulta dalle prime indiscrezioni il funzionario della Fondazione  del Libro, componente della commissione aggiudicatrice, veicolava informazioni coperte da segreto come la presentazione di manifestazioni d'interesse e delle offerte a un dirigente di Lingotto Fiere, così da consentire a Gl Events di modulare la propria partecipazione alle varie fasi della procedura di gara a seconda delle informazioni ricevute e di contattare uno degli altri partecipanti per concordare la sua uscita di scena.

Le manette scattano proprio quando gli editori annunciano di voler lasciare la trentennale fiera torinese per organizzarne un'altra all'Expo di Milano. Oggi è prevista la presentazione del progetto all'Aie (Associazione italiana editori) mentre i vertici di Regione e Comune d'accordo con i ministro Franceschini e Giannini tentano una mediazione per mantenere il Salone nella sua sede originale.

Il presidente della Regione Sergio Chiamparino e la sindaca Chiara Appendino intervengono anche sull'inchiesta che ha decapitato Gl Events e colpito ad alti livelli la Fondazione: "Attendiamo di conoscere i dettagli dell'inchiesta in corso - si legge in una nota congiunta - auspicando che la magistratura, nei confronti della quale ribadiamo la nostra piena fiducia, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile. La notizia odierna - aggiungono - non fa che rafforzare l'esigenza di un totale
rinnovamento della governance del Salone, senza però mettere in discussione le ragioni culturali e storiche che hanno decretato il successo di pubblico ed economico delle 30 edizioni che si sono succedute".

"Il nostro principale obiettivo - concludono Chiamparino e Appendino - resta quello di garantire lo svolgimento della prossima edizione del Salone, attraverso il pieno supporto di tutti gli attori istituzionali, economici e imprenditoriali coinvolti".