venerdì 1 luglio 2016

Quelle mani partigiane sporche di sangue dal Giornale D'iTALIA

STORIA
01/07/2016 11:03

Quelle mani partigiane sporche di sangue

Nella Capitale il libro "Il sasso che alza il cielo - La mia lunga ricerca della verità sui nonni uccisi dai partigiani "

Quelle mani partigiane sporche di sangue
Ieri la presentazione del volume di Lara Foletti a "Incontri d'Arte", sul Lungotevere, con il patrocinio di Regione Lazio e Comune di Roma
Forse la verità non fa più così paura. Forse c'è finalmente voglia di raccontarli tutti, i fatti del secondo dopoguerra. Forse siamo un popolo che può crescere, migliorare, maturare. Forse. Perché se un libro come quello di Lara Foletti dal titolo "Il sasso che alza il cielo", Faust Edizioni, viene presentato a Roma, sul Lungotevere, nel corso dell'evento "Incontri d'Arte: poesia romanesca e narrativa storica", evento patrocinato dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma e organizzato da Accademia di Musica Italia, si può finalmente sperare che certe vicende siano state finalmente consegnate alla storia. Il libro - del quale parleremo in maniera approfondita nei prossimi giorni e che intanto ci permettiamo di suggerire ai nostri lettori - reca documenti inediti e rivelazioni sulle violenze commesse dai partigiani negli anni della guerra civile in Italia. All'evento hanno preso parte, insieme all'autrice, la storica e critico d'arte Anna Iozzino, l'autrice e poetessa Stefania Angeliani e la critica e avvocatessa Licia De Pascalis. Un tavolo tutto al femminile, insomma, per un evento interessante e di livello. Il libro della Foletti ha destato alcune polemiche, perché va a toccare un argomento che scotta: si può dire che ci furono partigiani che assassinarono gente innocente, che si macchiarono di violenze inaudite, se si hanno i documenti che lo provano? Direi proprio di si, non deve più esistere l'equazione partigiani=eroi perché non è così. E non discuto sul fatto che ci siano stati partigiani animati da sentimenti sinceri, per carità. È vero, anzi (e infatti alcuni vennero massacrati da altri loro compagni proprio perché non si adeguavano ai diktat imposti, ma questa è un'altra storia. O forse no, è proprio la stessa storia...). Non deve più esistere la sudditanza psicologica e culturale di non poter discutere sui partigiani: c'è chi discute su Dio, figuriamoci se loro possono considerarsi intoccabili! Il libro di Lara Foletti si concentra, geograficamente parlando, nel territorio di Ferrara e della sua provincia, l'autrice è originaria di Alfonsine, appunto nel ravennate, e vive a Roma.
Il sottotitolo del volume parla da sé: "La mia lunga ricerca della verità sui nonni uccisi dai partigiani". Uscito in prima edizione nel luglio 2015, ristampato nell'autunno dello stesso anno e ora disponibile nella sua seconda edizione con nuovi documenti inediti e clamorosi. La prefazione è firmata da Paolo Pisanò, che definisce il lavoro della Foletti come una "testimonianza di ribellione all'infamia elevata a sistema e di amore per la propria terra e la propria gente. Testimonianza - aggiunge - soprattutto di verità sacrosanta ma ancora 'sconosciuta' per suprema ipocrisia di Stato e infinita stoltezza politica". Quanto ha ragione, Paolo Pisanò. Di questo lavoro di Lara Foletti daremo ampio conto ai nostri lettori, perché intendiamo sostenere la sua battaglia di verità, che poi è la battaglia di ciascuno di noi. Perché la storia familiare di Lara, e le vicende nel ferrarese, appartengono alla storia d'Italia, alla storia dell'uomo, e non si può pensare di seppellire, insieme a quei poveri morti, persino la verità.
Emma Moriconi

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