IL PERSONAGGIO
Il testimone dei due attentati di
Fiumicino: «Feci la stessa cosa: presi la
macchina fotografica e scattai»
Parla Elio Vergati, 76 anni, fotoreporter di «Telenews» che lavora al Leonardo da Vinci: assistette da vicino alle stragi del 17 dicembre 1973 e del 27 dicembre 1985. Una sua immagine arrivò seconda al Pulitzer. «Non pensi alla paura, pensi che è il tuo lavoro»
Il finanziere Antonio Zara, ucciso da «Settembre nero». Questa foto di Elio Vergati (Telenews/Ansa) ottenne il secondo posto al premio Pulitzer del 1974
C’era. C’era entrambe le volte. Un déjà vu pazzesco, allucinante, tra bombe, raffiche di mitra, morti e feriti a decine. Uno qualunque, dodici anni dopo aver visto la prima volta quell’orrore stando letteralmente in prima linea, se ne sarebbe rimasto rintanato da qualche parte al sicuro. Lui no. Lui è scattato ancora. Oggi scrolla le spalle, si schermisce, la modestia incarnata in un uomo di 76 anni portati con giovanile vigore. Sibila quattro parole di spiegazione. «È il mio lavoro». Tutto qui. Ed ecco perché Elio Vergati, fotografo che da sempre opera all’aeroporto di Fiumicino per conto di Telenews (la storica agenzia diretta da Lamberto Magnoni che fornisce immagini e articoli all’Ansa dallo scalo aereo), in quelle due date in cui il terrorismo ha più ferocemente insanguinato Roma, con gli eccidi al Leonardo da Vinci che provocarono oltre 50 morti, si comportò allo stesso modo. Fotografando. «È il mio lavoro».
La carneficina del 1973
17 dicembre 1973. Il crepitio delle raffiche. Le urla di terrore che arrivano dal terminal, il balzo dalla sedia per prendere la macchina fotografica e metterla a tracolla. Uscire di corsa dalla redazione che sta lì, a una manciata di metri da quei corpi stesi vicino agli imbarchi. Lo scatto per raggiungere il posto dove sparano.Elio racconta tutto così, come fosse avvenuto ieri. «Era un gruppo di terroristi, quelli di “Settembre nero”: all’epoca il cordone di sicurezza - il posto di controllo con i metal detector - stava a poche decine di metri da qui (dalla redazione diTelenews, uno spazio di una trentina di metri quadrati che s’incontra subito entrando alle partenze internazionali di Fiumicino, ndr). Tirano fuori i mitra e prendono i poliziotti come ostaggi. Li portano giù attraverso l’uscita… In pista erano parcheggiati un 737 della Lufthansa, un jet dell’Air France e poi uno della Pan American che stava approntandosi per il decollo. Ma aveva ancora agganciate due scalette all’ingresso anteriore e posteriore. Loro salgono da dietro, entrano e gettano due bombe al fosforo. In tutto 34 morti.
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