domenica 7 luglio 2013

Fino al 26.VII.2013 Thomas Houseago Roma, Galleria Gagosian



Dietro la maestosità delle sculture, si cela un che di fragile, presenze sull’orlo del disfacimento. È questo il memento mori di Thomas Houseago
pubblicato venerdì 5 luglio 2013
Per la prima volta in mostra a Roma, alla Gagosian Gallery, l’artista presenta nuove sculture concepite in un precario limbo fra presente e passato, fra figurazione e astrazione, ma  dove fondamentale è la rivendicazione dell’artista della propria manualità, del fare. Le sue opere dicono prima di tutto questo. Lo affermano la plasticità e la tensione delle loro forme, le quali risvegliano, in controtendenza rispetto alle attuali e imperanti tendenze, l’immaginario dello scultore che si sporca le mani e vive un rapporto viscerale con la materia. Houseago utilizza vari materiali, dal ferro, che costituisce lo scheletro delle sue opere, al gesso e alla canapa, per dare vita a delle sculture materiche e grezze, ma eteree nel loro candore. 

Veduta di installazione mostra presso Gagosian Gallery Roma, 2013. Thomas Houseago. Photo by Fredrik Nilsen. Courtesy of Gagosian Gallery
La giganteggiante scultura centrale, Reclining Figure (For Rome), è protagonista dell’allestimento: adagiata su una cassa di legno, è maestosa e forte nella sua visione complessiva, delicata e fragile ad una visione ravvicinata. Le viti che la sostengono sono volutamente in vista assieme a parziali sezioni del suo interno vuoto, privo della reale corposità che sembra voler ostentare il rivestimento esterno. Le membra ben modellate compongono una scultura che fa pensare ai corpi possenti della statuaria classica, ma la mancanza della testa e dei piedi conferisce all’opera un’aria di rovina, che la fa sembrare un reperto antico sottoposto all’inesorabile scorrere del tempo, osservata da un certo punto di vista potrebbe sembrare addirittura un relitto abbandonato. 
Questo sapore di decadenza, venato da una certa nostalgia, si coniuga a contaminazioni geograficamente lontane come l’arte africana, avvertibile in quest’opera nel gigantismo quasi deforme delle mani. Questo carattere è ancor più evidente nelle maschere, anch’esse di grandi dimensioni che, appese alla parete circolare, cingono la grande opera centrale come se fosse in scena uno strano rito inziatico. Le maschere sono volti fissi, inespressivi, volutamente chiusi nel loro totemismo. Tutte hanno qualcosa dell’iconografia del teschio, e una di loro, in un gioco di pieni e di vuoti, sembra addirittura raffigurare l’interno di un torace umano con le costole esposte. 
Houseago evoca la morte. Maschere inquietanti e corpi dissestati, lacerati, svuotati e privi di faccia, quindi di identità, rappresentano le reazioni del corpo alla realtà traumatica dell’uomo odierno. Simboli della vanitas e, nell’attualizzazione dell’artista, dell’ansia contemporanea, che tuttavia essi non comunicano. Immersi in una luce rasserenante, nella loro veste disfatta permane un residuo di classicismo apollineo assieme ad un qualcosa di profondamente, seppur velatamente, ironico.  

Marta Napoleoni
mostra visitata il 4 giugno 2013

dal 4 giugno al 26 luglio 2013
Thomas Houseago
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi 16 - (00197) Roma
Orario: lunedì a venerdì, 10,30 - 19
Info: 06 42086498 - roma@gagosian.com - www.gagosian.com 

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