lunedì 31 ottobre 2011

Il Milite Ignoto




Con la bonifica dei campi di battaglia ci si trovò, più di una volta, davanti a resti irriconoscibili ai quali neppure le piastrine, rivelatesi incomprensibili, riuscirono ad attribuire una identità certa.

La pietà che aveva richiesto di recuperare tutte le salme che ancora erano presenti sul teatro di guerra, pose il problema di dare degna sepoltura anche a quei resti che stavano lì senza nome.

Dalle note storiche apprendiamo che fu istituita “Una commissione di decorati venne incaricata di scegliere in undici luoghi diversi, salme di soldati non riconoscibili per collocarli nei grandi sacrari ossari.
Ogni più piccolo paese si attrezzò per il suo monumento in cui ricordare quelli che non tornarono.”

Che per la costruzione di un monumento nazionale fu accolta” l’idea del generale Giulio Douhet  che sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia ed in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose per primo in Italia di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con la creazione di un monumento al milite ignoto a Roma per dare a tutte quelle madri che non potevano piangere sulla tomba del proprio figlio una sulla quale farlo;”

Che “la prima fu recuperata in un cimitero in località Lizzana, nei pressi di Rovereto; - la seconda recuperata da un cimitero non molto distante da Porte del Pasubio; - la terza dal Monte Ortigara;
- la quarta dal Monte Grappa; - la quinta era la salma di uno dei 3200 ignoti sepolti nel cimitero di Collesel delle Zorle; - la sesta esumata dal cimitero militare di Ca Gamba, nei pressi di Jesolo; - la settima proveniva da un piccolo cimitero, allestito dagli alpini, sul monte Crepa; - lottava dalle pendici del Monte Rombon, nellalto Isonzo, nei pressi di Caporetto; - la nona esumata sullaltura del San Marco che sovrasta Gorizia; - la decima scelta dalla Commissione tra due salme rinvenute nei pressi di Castagnevizza del Carso; - l undicesima fu recuperata a San Giovanni in Tuba, dopo Monfalcone, alle foci del Timavo

Una volta raccolti, vennero composte in undici bare e avviate alla Basilica di Aquileia.

Il compito di scegliere il milite ignoto venne affidato a Maria Bergamas nativa di Gradisca d'Isonzo (23/1/1867) il cui figlio Antonio, di leva nell'esercito austriaco, era fuggito per arruolarsi in Italia. Le sue spoglie non erano state ritrovate all'epoca e non lo saranno dopo. La chiesa si era riempita di ceri e fiori. Il 27 ottobre, mentre l'organo risuonava nel tempio pavesato di bandiere, il Vescovo di Trieste con l'acqua del Timavo benediceva gli 11 caduti. Alla presenza del comandante della III Armata, la folla piangente seguì con lo sguardo la madre che passava davanti alle bare. Ella si fermò davanti alla seconda e su questa stese il suo velo nero. Ora non rimaneva che traslare la salma a Roma. Venne organizzato un treno speciale di 17 vagoni che si era riempito di corone.

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Sacello del Milite Ignoto

Venne quindi deciso di creare la tomba del Milite Ignoto nel complesso monumentale del Vittoriano in piazza Venezia, Roma, sotto la statua della dea Roma.
Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano.

Onorificenze

Il Milite Ignoto fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare nel 1921 con la motivazione

«Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria.»

Tombe del Milite Ignoto erette in altri paesi

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