Lo Stato ha un patrimonio da 1.800 miliardi, 700 si possono vendere velocemente
Uno dei tasti su cui tutti stanno insistendo in questi giorni, per ridurre lo stock del debito italiano, è la possibilità (ventilata da molti, in versione bipartisan) di alienare una parte del patrimonio dello Stato: caserme, edifici, beni demaniali, concessioni e quant’altro.
Oggi arriva, oltre alla proposta, anche il computo totale del patrimonio pubblico, il cui valore ammonta a oltre 1.800 miliardi, di questi “immediatamente valorizzabili” sono 700 miliardi. A riferirlo il capoeconomista della Cdp Edoardo Reviglio, al termine del seminario al Tesoro sulle privatizzazioni.
I 700 miliardi fruttiferi da subito riguardano sostanzialmente quattro aree: crediti, immobili, concessioni e partecipazioni. Per quanto riguarda gli immobili che valgono complessivamente circa 500 miliardi, la parte che si può vendere nei prossimi anni equivale al 5-10 per cento, cioè 40-50 miliardi.
“Non è che la restante parte del patrimonio pubblico non sia valorizzabile – ha spiegato Reviglio, che ha fatto da relatore al seminario a via XX Settembre – ma ora ci concentriamo su questi 700 miliardi”.
Il problema rimane sempre uno: ok, roba da vendere ce n’è, ma ci sono anche i compratori? E sopratutto, lo Stato avrà la forza di vendere, bene, i suoi assets o ci troveremo nuovamente a svendere il patrimonio dei sessanta milioni di italiani?
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