sabato 14 maggio 2011

Il carciofo di Schito

La Sagra del Carciofo
a Castellammare di Stabia
XXX Edizione




La XXX edizione della Sagra del carciofo di Schito  si svolgerà come di consueto all’interno dei  festeggiamenti dedicati alla Santa Patrona  dell’Annunziatella dal 14 al 17 maggio c.a.
                 
Coltivato ormai nell’esiguo territorio ancora dedicato all’agricoltura, soppiantato dalla coltivazione dei fiori negli anni sessanta, rinomato per le sue eccellenti qualità, resiste imperterrito nella tradizione culinaria di Castellammare e conferma tutte le sue prerogative alimentari che lo rendono accetto sia cotto alla brace che nei mille altri modi esc ogitati per consumarlo.

Sottotipo della varietà romanesca,  ha  le bratte di colore verde con sfumature viola. La precocità è data dalla particolare mitezza del clima e dall'abitudine di rigenerare le piante ogni anno. La protezione dai raggi del sole, assicurata con pignatte nella fase di accrescimento, lo rende particolarmente tenero e chiaro

Per al sua versatilità è utilizzato dall'antipasto al secondo. Normalmente è mia abitudine consumarlo crudo affettandolo a listarelle sottili bagnandolo in brodetti per il pinzimonio,  da solo o all’insalata assieme ad altri ortaggi, quali il finocchio, il sedano o con l’aggiunta di prodotti conservati in giardiniera.

Per la brace si adopera il carciofo intero che dopo circa mezz'ora dalla cottura, ancora tiepido, viene emendato delle foglie bruciacchiate, condito con sale, pepe, prezzemolo, aglietto fresco e un filo di olio. C’è anche chi li gradisce ripieni  stufandolo in una casseruola con un po' di acqua, sale e olio per una trentina di minuti accompagnati da pane di tipo casereccio o raffermo ben biscottato.

Al di là dei modi di dire, il carciofo di Schito in maniera particolare è un ben di Dio di cui non si può più  farne a meno una volta gustato. Ben vengano le sagre per riproporlo sulle nostre tavole anche a fine stagione.


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