venerdì 13 giugno 2014

Omaggio ad una pittrice luminosa




Pasquarosa nei luoghi di Pasquarosa. 


Vivere ad Anticoli Corrado nella prima metà del ’900 significava essere immersi in un mondo di arte viva e reale. Un mondo di amicizie, scambi, crescita culturale e artistica.
Il paese delle modelle che nell’ottocento scendevano a Roma a cercare lavoro sulla scalinata di Trinità de’ Monti era diventato un crogiuolo di creatività dove vivevano artisti come Giuseppe Capogrossi, Oskar Kokoschka, Felice Carena, Fausto Pirandello, Nino Bertoletti, Arturo Martini, insomma -come ebbe a dire Orazio Amato- “una succursale naturale quasi necessaria di via Margutta“.

In questo mondo arcaico, luminoso e incantato, Pasquarosa Marcelli fu modella, musa ispiratrice e pittrice di talento affermatasi nel periodo della Secessione, nel contesto della Scuola Romana, gli artisti di Anticoli . Lo raccontano Gloria Sapio e Maurizio Repetto nel testo teatrale Pasquarosa – studio per una pittrice edito da Studio 12 che è stato presentato nella tre giorni a Villa Strohl-fern a Roma che si concluderà il prossimo 7 giugno con la rappresentazione dello spettacolo.
Un omaggio all’artista in uno dei luoghi che la videro attiva, l’unico atelier d’artista ancora perfettamente conservato tra i molti che sorgevano nella villa dalla fine dell’Ottocento al dopoguerra, quello che ospita ilMuseo Studio Trombadori.

Ne parliamo con gli autori del libro e dello spettacolo.
Pasquarosa Marcelli da contadina a pittrice, un personaggio che ha attraversato la parte più entusiasmante del ’900. Ci raccontate qualcosa di più di lei?
 Pasquarosa fu una donna fortunata sotto molti aspetti. Era povera ed analfabeta ma apparteneva a una stirpe di donne alla cui bellezza corrispondeva intelligenza e spirito di iniziativa:quelle famose modelle anticolane che ebbero spesso un destino comune, quello cioè di sposare i pittori per cui posavano, con un conseguente cambio di status e, in qualche caso, di diventare artiste a loro volta, spesso con risultati sorprendenti. Pasquarosa oltre a ciò trovò nel marito, il pittore Nino Bertoletti,  cosa rara per l’epoca, non solo un Pigmalione ma anche un complice, un collega, un amico e un estimatore che spesso mise il proprio patrimonio di conoscenza a servizio della sua crescita artistica. Conobbe e fu amica intima di molte persone che indubbiamente l’arricchirono come PirandelloBontempelliOlga Lodi Ossani,Corrado Alvaro e poi di tutti i pittori della sua epoca come GuttusoDe ChiricoTrombadori.
Qual era la caratteristica personale che secondo voi ha maggiormente influenzato la sua pittura?
Era una pittrice istintiva ma al tempo stesso raffinata. L’uso del colore è la sua cifra distintiva. Spesso venne accostata ai fauves e a Matisse. Tuttavia Pasquarosa non conosceva, almeno all’inizio, la loro pittura. Emilio Cecchi disse di lei al suo esordio “il  piccolo fatto interamente nuovo sono le nature morte di Pasquarosa Marcelli, c’è molta felicità in questa pittura”.
Quella di Pasquarosa è stata anche una creatività “politica”, in qualche modo capace di modificare gli equilibri ed i ruoli oppure è rimasta racchiusa nella narrazione di un’espressività personale?
Non credo che Pasquarosa agisse sotto la spinta di rivendicazioni sociali o per affermare il suo ruolo di donna. Fu però molto amica di Olga Lodi Ossani ed “educata” da lei a idee progressiste in fatto di diritti ed uguaglianza tra i sessi. Decise di se stessa con una sicurezza e una protervia difficili da immaginare in una giovane donna proveniente da un ambiente contadino. Fu totalmente libera nella sua espressione artistica e non si fece mai influenzare da mode o correnti. Questo per l’epoca era già di per sé un atto abbastanza politico.
Il vostro è un progetto dove si incrociano le arti e i luoghi dell’arte. Come nasce questo percorso su Pasquarosa Marcelli Bertoletti? Dove vuole arrivare?
E’ nato da una collaborazione con il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado e dall’incontro con Paolo Bertoletti, nipote della pittrice. Abbiamo seguito le tracce di Pasquarosa partendo dalla Valle dell’Aniene e siamo arrivati ad incredibili luoghi di una Roma sparita. La negazione della memoria  porta a conseguenze tragiche, come quella della distruzione degli studi di Villa Strohl-fern, un buco nero nel quale sprofondano pezzi di storia dell’arte del Novecento. L’Italia sembra fare molta fatica a conservare i propri riferimenti storici. Il nostro teatro da sempre veicola ricordi per riallacciare nodi, ricostruire identità e attraverso ciò dare senso e nuove prospettive alle cose.
Quali sono, dunque, i luoghi di Pasquarosa? Quali storie raccontano? Chi ci si può incontrare?
Anticoli, dove è nata ma dove è nata anche quella comunità di artisti che è conosciuta come Scuola Romana, da Carena a Socrate, Ferrazzi, Bompiani. Poi Villa Strohl-fern, lo Studio di Francesco Trombadori che era a breve distanza da quello suo e di Nino. Il villino di Via Bosio, dove Pasquarosa abitò vicina di pianerottolo di Luigi Pirandello. Ma con Pasquarosa si incontrano tantissimi luoghi e una moltitudine di personaggi con  grandi personalità e grandi storie. Nello spettacolo cerchiamo di coglierli in una dimensione quotidiana, quasi familiare per restituire il segno di una vita dove bellezza e levatura intellettuale erano semplicemente a portata di mano.
Pasquarosa – Studio per una pittrice è realizzato nei laboratori Giovani InnESTi che si rivolge al territorio. Come è stata la risposta dei giovani a questa proposta? Come percepiscono il senso profondo della condivisione artistica che ha permeato gran parte del secolo scorso?
Operiamo sul territorio da nove anni, con progetti come Giovani InnESTi ma anche con un’Officina Culturale della Regione Lazio (Officina E.S.T.) che ci ha dato modo di proporre ai giovani iniziative multidisciplinari che li hanno molto coinvolti, tanto da avere ormai con noi un organico fisso formato da ragazzi che si stanno formando nel settore sia tecnico organizzativo che artistico creativo. Pasquarosa è una storia nella quale in molti si riescono ad immedesimare. Lo spettacolo si conclude con un video di cui è protagonista un’ epigona di Pasquarosa, la giovanissima anticolana Moira Curti che ha già posato per molti artisti. Le immagini di lei sono la migliore risposta alla domanda.
Dopo questa emozionante riscoperta di Pasquarosa nei luoghi che la videro protagonista quale sarà il vostro percorso?
Il percorso dello spettacolo continua il 26 luglio a Villa D’Este a Tivoli dove Pasquarosa é inserita in un Festival – Auditorium Tivoli Lab – che si svolge in collaborazione con Musica per Roma (Festival di Villa Adriana) A.T.C.L., e con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio.

La nostra Compagnia è presente nel Festival con altri due appuntamenti: La strada bianca  (19 luglio), uno spettacolo che ha debuttato con successo qualche anno fa e vede in scena un gruppo di cittadini della Valle dell’Aniene che si fanno voce e corpo delle storie della valle e una performance diSound Painting ( 1 agosto), uno spettacolo di improvvisazione interdisciplinare secondo una tecnica che arriva per la prima volta in Italia grazie a Rafaële Arditti, artista parigina che ospitiamo nell’ambito di Officina E.S.T.

Rafaële condurrà un laboratorio di cinque giorni che precederà la performance aperto a tutte le discipline: musica, danza, teatro, arti visive. I partecipanti saranno poi inseriti nello spettacolo (chi è interessato può contattarci attraverso mail officinaest@gmail.com). La nostra indagine sul rapporto tra le arti continua anche attraverso questo esperimento.
Gloria Sapio e Maurizio Repetto, attori, autori e registi, con molteplici esperienze al loro attivo, si occupano prevalentemente, a partire dal 2006,  di progetti territoriali. La loro ricerca artistica si sposa con la creazione e il consolidamento  di una sorta di laboratorio permanente delle arti performative  nella zona est della Provincia  di Roma,  condotti grazie al sostegno della Regione Lazio e dell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma. Nel 2010 e 2011, con il progetto Officina E.S.T., Settimo Cielo diviene Officina Culturale della Regione Lazio.

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