sabato 18 giugno 2016

Kiss & Cry: quando le mani si abbracciano, danzando a ritmo di tango

Kiss & Cry: quando le mani si abbracciano, danzando a ritmo di tango


di Italo Pignatelli


Kiss & Cry, spettacolo favola intrecciato tra diverse arti tessuto tra realtà e immaginazione, apre al Politeama di Napoli l’edizione Napoli Teatro Festival Italia dopo l’anteprima al Teatro Nuovo, luogo storico della cultura teatrale partenopea nel seicentesco Quartiere spagnolo, con lo spettacolo “Aspettando il tempo che passa ( e mentre passa nuje ce facimmo vecchie)” scritto e recitato con i detenuti del carcere minorile di Airola regia di Emanuela Giordano.
Kiss, prodotto in Belgio ideato da Michèle Anne de Mey e Jaco van Dormael, coreografie di de Mey e Gregory Grojean, regia di van Dormael, inaugura un mese, fino al 15 luglio, di prosa e danza, di attori, registi, ballerini provenienti da altre nazioni nella nostra città, scuola di teatro musica danza dall’età latina e fucina di innovazioni sperimentazioni di avanguardie artistiche.
Kiss & Cry è spettacolo d’avanguardia che affascina e stimola alla ricerca di nuove forme di spettacolo introducendo ogni tecnologia contemporanea. Il palcoscenico è un set in cui si produce un film immediatamente presentato al pubblico su un grande schermo. E’ teatro e cinema contemporaneamente. Il collettivo di attori e collaboratori sono protagonisti che operano in un semibuio mentre è illuminato lo schermo. Realtà e fantasia.
Sullo schermo non appaiono volti o corpi ma solo e sempre due o quattro mani. Sono solo le dita i veri protagonisti. Ballano dalla danza classica al tango. Si cercano, si incontrano, si abbracciano. La scenografia è di casette, sedie, mobili, lettini di bambole soggetti che sviluppano la creatività infantile di ogni bambina sognando di essere donna sposa e madre. E’ un incrocio tra il mondo degli adulti(le mani) e quello dell’infanzia. Sono le mani gli elementi che ogni bambino usa per conoscere il mondo in cui si trova appena nato: seno materno, biberon, pappa, ogni oggetto che trova già prima di imparare a camminare.
La memoria porta la donna, protagonista della favola, a raccontare il suo vissuto in un momento di solitudine. La solitudine induce a ricordare i giorni felici, incontri, amori, attese e arrivi di altre emozioni. In scena appare spesso una piccola stazione e un treno che passa veloce. La stazione è il luogo simbolo di nuovi arrivi, delle sorprese, dei distacchi spesso definitivi.
Il treno corre come la vita, oggetto immaginario di occasioni perse o di non aver osato a saltare sul primo che passa per fuggire al passato cambiare vita e come passa da una stazione all’altra così porta a scorrere velocemente tra i ricordi tralasciando delusioni, inganni e quelli troppo tristi .
Lei, in scena, piccola bambola seduta, sola, immobile su una panchina di una stazione, ricorda, mentre un treno le passa davanti agli occhi,alcuni suoi momenti vissuti con uomini tra cui il suo primo amore a 12 anni durato 13 secondi vissuto intensamente avendo sfiorato solo la mano di un ragazzo. Torna la forte valenza che ha la mano nel conoscere altre realtà. Il folto pubblico, presente alla prima, ha applaudito più volte dimostrando di aver gradito molto la tessitura originale dello spettacolo. Si spera di poterlo rivedere nel prossimo inverno.

Per saperne di più sul programma del Festival

www.napoliteatrofestival.it/edizione-2016 

Nella foto, un momento dello spettacolo
sabato 18 giugno 2016

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