domenica 19 giugno 2016

Adesso ci faremo quattro risate.

Il voto è l'unico potere che il popolo possiede, ma non è il potere di quelli che si astengono in numero sempre maggiore.

La mancata partecipazione al voto e la sconfitta della destra che fino a due mesi addietro sembrava la vera padrona di una rinascita strumentalenonostante le sue tante facce, hanno dato una mano ad un estremismo deteriore per arrivare alla conquista del comune più importante d'Italia e a quella che ne fu la prima capitale.

Adesso ci faremo quattro risate, quando faremo le nozze con i fichi secchi e le barzellette che soltanto Grillo sa raccontare da una Genova dove è l'unico parvenu a ridersela e a godersi la vita dopo anni di sudate tournés.

I conti della sua famiglia tornano, ma non tornano quelli dei comuni amministrati dai suoi grillini che stanno facendo pagare la loro inesperienza ai loro e elettori e a chi non li ha eletti.

A Roma che è la più grande città italiana, vedremo da subito con che piede partiranno e se il bianco della loro fedina penale sarà veramente il bianco di cui abbiamo bisogno.

Di chi è la colpa ? La colpa è delle intemperanze di una sinistra che si è lasciata travolgere dal malaffare, consenziente o non, e di una destra che con Berlusconi a capo con gli altri capetti della destra hanno consegnato Roma a degli inesperti della gestione della cosa pubblica.

Le scuole di partito non sono mai servite a creare degli econimisti, i nuovi raggruppamenti dei capetti nati sull'onda popolare del non ce ne importa niente del deficit, sono franati sull'onda di un entusiasmo che da anni frazione gli scotenti in parrocchiette di quartiere per agguantare anche l'osso più piccolo e i risultati lo hanno dimostrato promuovendo non la Meloni che ha fatto fortuna a Portaportese, ma la Raggi anch'essa laureata con la promessa della ciriola sicura, del fuori tutti i disperati per un nuovo apparato che promuoverà capetti di quartiere che hanno ottenuto il consenso telematico dal vicino di pianerottolo o del salumiere sottocasa che non vuole arrendersi alla legge del supermercato dove la mortazza costa di meno e fa schifo lo stesso prodotta in regime di economia e non di procedure tradizionali asseverate.

Cosa ha fatto la sinistra per perdere il comune di Roma ? Ha mandato a casa Marino senza sottoporlo ad un giudizio popolare e legale. Ha consegnato il comune nelle mani di un commissario che ha fatto quello che tante amministrazioni non avevano fatto da anni senza capire quale ammenda doveva al popolo che nella parte più sparuta appaggiova ancora Marino senza spiegarne i motivi di sindaco barzelletta, che rimane l'unicio a non risultare imputato dello sfacelo che la sua amministrazione ha prodotto.

Giachetti, invece, è stato lo stupido di turno che si è sacrficato pur sapendo di non avere gli attribbuti per recuperare consensi. Quale riconoscimento riceverà dal suo partito oltre l'opposizione alla Raggi che irraggia da subito parole, parole, parole e qualche segno di pazzia con le vie aeree per alleggerire il traffico cittadino da sempre congestionato e ostacolato da reperti che stanno sopra e sotto la superfice del territorio a recitare  quello che sono stati un'idea di mondo unico dove tutti dovevano essere romani se non volevano essere mazziati che invece reclama democrazia, onestà e capacità amministrative.

A chi dare ragione ? Ai vincitori che volevano vincere e ci sono riusciti o a chi aveva da chiudere una falla e ci è riuscito soltanto in parte ? O a Dalema che ancora una volta ha perso le elezioni e il potere come quando, scalzato Prodi andò a sedersi a Palazzo Chigi qualche anno addietro ?

Questo senbra un paese di matti dove bastarono mille uomini per farne un paese unico e una passeggiata qi quattro scalmanati per conquistare il potere con le conseguenze che ancora stiamo a dibattere come se si trattasse di un risultato di calcio il lunedì appena fa giorno.

Dovremmo vergognarci della nostra mancata idea di democrazia che rimpiange l'uomo forte al potere e ogni volta che ne ricompare l'ombra sono in tanti ad acclamarlo, salvo lamentarsi di un padre dittatorte. Mi torna in mente un detto napoletano che recita:  Non dire mai ad una ch'è brutta, te la farai nemica.

E io che sono soltanto un cittadino al quale va male il risultto diche si è avuto sto provando a manifestare il mio malore, anche se per avere ragione devo sperare nell'incapacità degli eletti.

A casa mia si mangia comunque anche quando la pasta è scotta o un po' salata. 

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