Gentile
cittadina/o,
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in
merito alla questione del commissariamento di Bagnoli ritengo sia mio dovere
darti ulteriori informazioni, al fine di fare chiarezza sulla questione che in
questi ultimi mesi ha infiammato il dibattito in città, ovvero, se sia giusto
oppure no, commissariare lo sviluppo urbanistico e la bonifica dell’area di
Bagnoli, affidando poteri straordinari ad un commissario scelto da
Renzi.
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Negli
ultimi mesi, attraverso la stampa, a mio avviso compiacente, molti imprenditori,
politici, urbanisti e opinionisti hanno espresso il loro gradimento riguardo la
decisione di commissariare e mi preoccupa il fatto che potrebbero concretizzarsi
obbiettivi affaristici personali che non hanno niente a che vedere con lo
sviluppo dell’area e soprattutto con il pubblico
interesse.
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Personalmente
credo si stia cercando di far passare il messaggio che solo l’intervento
salvifico di generosi e illuminati privati può sbloccare l’inerzia in cui versa
l’area da 20 anni, e tale messaggio pare manipolato ad arte al fine di
corrompere l’opinione pubblica, per poter mettere finalmente in atto
un’operazione speculativa simile a quella descritta nel film “Le Mani sulla
Città”, dal compianto maestro Francesco Rosi.
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Se
avrai la pazienza di leggere fino il fondo il documento scoprirai che l’art.33
dello Sblocca Italia, oppure dovrei dire dello Scassa Italia, voluto dal governo
Renzi per Bagnoli non solo è ingiusto ma è anche connotato da
incostituzionalità.
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1)
L’IMMOTIVATA
DICHIARAZIONE DI URGENZA
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In
una nazione dove sembra crescere di giorno in giorno il partito delle somme
urgenze un’operazione come quella che si vuole mettere in atto su Bagnoli non
poteva chescaturire da una DICHIARAZIONE
DI URGENZA, salvo poi constatare che non esiste nessun “evidente”
presupposto di urgenza, in quanto la legge stabilisce che tale definizione deve
essere giustificata da motivazioni reali (inondazioni, epidemie, terremoti
etc.).
Nel
caso di cui si discute, invece, si è partiti con l’obiettivo della salvaguardia
degli ecosistemi, per poidirottare tutta l’attenzione verso quello che
probabilmente è il reale obiettivo, ovvero quello della rigenerazione urbana
(pianificazione urbanistica), costituzionalmente riconosciuta prerogativa delle
amministrazioni comunali.
In
conclusione, a mio avviso, ritengo che si possa affermare che è uno sbaglio
connotare la mission del
commissariamento con una confusa eterogeneità di intenti, mentresarebbe stato
più opportuno limitare il potere dell’intervento alla sola bonifica e tutela
degli ecosistemi. In ogni caso è
incompatibile la dichiarazione d’urgenza con la natura prevalentemente privata
del capitale da investire, come illustrerò meglio più
avanti.
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2)
LA
SCELTA DEL COMMISSARIO
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Non
tutti sanno che la scelta del nome del commissario è stata fatta senza alcun processo di evidenza
pubblica e soprattutto senza chiarire le motivazioni che hanno condotto alla
nominadel dott. Nastasi che, benché sia comprovata la sua professionalità, non
ha nessuna esperienza in materia urbanistica, visto che fino a poco tempo fa si
è occupato del commissariamento del teatro San Carlo… E a tal proposito, va
specificato che il commissariamento non è stato fatto solo per un determinato
ambito di competenza, ovvero la bonifica delle aree, ma immotivatamente e senza
che ce ne fosse l’urgenza, anche perla pianificazione urbanistica che riguarderà
soprattutto interventi di rigenerazione urbana e di edilizia sostitutiva e
potenziamento delle infrastrutture stradali e dei trasporti pubblici, ossia
tutti interventi che richiedono vere e proprie varianti urbanistiche che,
occorre ricordarlo ancora una volta, per legge spettano agli Enti Localied è proprio su questo punto che trapela
malafede, infatti attraverso una vera e propria truffa delle etichette, si è
sostituito il temine pianificazione urbanistica con il termine rigenerazione
urbana visto che l’urbanistica per costituzione è ad appannaggio, ripeto, degli
enti locali.
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3)
LA
SCELTA DEL SOGGETTO ATTUATORE
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Anche
per il soggetto attuatore, ovvero la società che avrà il compito di mettere in
atto le decisioni che verranno prese dalla cabina di regia, oppure dal
commissario qualora la cabina non raggiungesse decisioni unanimi e condivise, la
scelta di questa società non è stata
fatta in base ad un bando di evidenza pubblica nel rispetto dei principi di
trasparenza e concorrenza.E la cosa più inquietante è che in questa società
statale potranno confluire organismi privati che parteciperanno ad operazioni di
bonifica e di rigenerazione urbana che, una volta approvate, costituiscono
variante urbanistica “automatica”.
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4)
I
PRIVATI CHE POTRANNO INTERVENIRE NELL’ AREA
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Uno
dei punti più oscuri dell’art. 33 predisposto appositamente per Bagnoli e
inserito nello Sblocca Italia, riguarda lo strano e immotivato coinvolgimento
dei privati e i criteri utilizzati per la scelta di questi privati, che, lungi
dal ricorrere a procedure di evidenza pubblica, potranno intervenire edentrare a
far parte della società di scopo statale, semplicemente con l’autorizzazione del
commissario, conferendo, in cambio, i loro immobili ricadenti nel perimetro
d’intervento e nelle aree limitrofe,
del comprensorio Bagnoli-Coroglio che corrisponde a ¼ della Città. Questi
privati porteranno in dote i loro terreni, capannoni ed edifici che, ahimè,
servono poco o niente allo sviluppo dell’area, visto che solo l’area dell’ex
complesso industriale è di circa 240 ettari. Mi chiedo a cosa serviranno mai
questi piccoli appezzamenti di terreno se non ad essere rivalutati facendo
crescere fino alle stelle il loro valore iniziale… Per di più, sempre nell’art.
33, si parla della possibilità di demolire e ricostruire gli immobili con
incrementi premianti di volumetria senza precisare le percentuali, parliamo del
10%, del 30%, del 50% oppure del 100% ???
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Ovviamente
la demolizione e la ricostruzione potranno avvenire solo dopo la dichiarazione
di pubblica utilità, ma visto che tra i poteri del commissario non rientra la
possibilità di espropriare le aree, deduco che la pubblica utilità verrà messa
in atto solo sulle aree che sono già pubbliche e su quelle dei privati che
vogliono intervenire nell’affare.
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5)
ACQUISIZIONE
DEI SUOLI DI PROPRIETA’ DI BAGNOLI FUTURA
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Al
soggetto attuatore, al quale spettava il compito di valorizzare le aree,
confluiranno soprattutto oltre ai beni dei privati anche i gioielli di famiglia
della società recentemente fallita, denominata Bagnoli Futura spa società
partecipata del Comune di Napoli. Si stima che il solo valore della Porta del
Parco, Parco dello Sport e dell’Acquario Tematico abbiano un valore complessivo
di 95.000.000 di euro e visto che
sono stati realizzati con fondi europei, sarebberodestinati a funzione
collettiva!
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Infatti
una delle anomalie, da far accapponare la pelle, è che i privati una volta
entrati nella società di scopo potranno non solo proporre e attuare varianti
urbanistiche, ma grazie al partenariato pubblico privato partecipare alla
gestione e dismissione di beni pubblici destinati a finalità d’interesse
generale e, visto che la società è in stato di fallimento, potranno addirittura
stabilire la tempistica della liquidazione dei crediti fallimentari.
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CONCLUSIONI
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Come
potete notare sono troppe le anomalie per le quali ci si discosta dall’impianto
originale del provvedimento, ovvero quello della bonifica ambientale, relegata
ai margini. E’ invece evidente che il reale obiettivo, ancora una volta, è
quello di perseguire l’interesse privato a discapito dell’interesse pubblico.
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Pochi
sanno che sui suoli di Bagnoli già nel 2011-2012 era possibile costruire 215.900
mc di edilizia residenziale, di cui 43.200 mc desinatati ad housing sociale, ma i bandi sono andati
per lo più deserti, nonostante venissero ad ogni nuova pubblicazione migliorati
a favore degli investitori privati, sia per quanto riguarda la convenienza dei
prezzi dei suoli, sia sulle condizioni d’acquisto. Ciononostante si è potuto
constatare l’assenza e il disinteresse di una classe imprenditrice che non ha né
la capacità, né la volontà di investire capitali. Gli stessi imprenditori che
hanno dormito fino oggi, ora brindano al regalo fattogli da Renzi e alla grande
opportunità di poter operare sull’area industriale dismessa più grande d’Europa
con i valori di mercato tra i più alti d’Italia senza mettere un centesimo di tasca
propria e perseguendo i loro interessi grazie ad un sofisticato e
inestricabile sistema d’intreccio d’interessi pubblico privato, dove ormai è
chiaro che il pubblico avrà la peggio.
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Posso
comprendere che molti cittadini distratti e male informati possano pensare che
il commissariamento sia necessario per lo sviluppo dell’area ma non mi spiego
come mai intellettuali, urbanisti, giornalisti e opinionisti dinanzi ad un
decreto incostituzionale, e quindi illegittimo, che alimenterà forme speculative
e di malaffare, invece di alzare la voce a difesa della democrazia e della
costituzione, stiano facendo finta di niente o peggio si stiano schierando a
favore del commissariamento, come ad esempio Ambrogio Prezioso, presidente
dell’Unione Industriali, che durante l’assemblea annuale, ha bocciato senza
appello la decisione del Comune di impugnare la nomina del commissario su
Bagnoli.
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Ugualmente
si sono espressi il presidente della federazione nazionale dei cavalieri del
lavoro, Antonio D’ Amato, il presidente dell’associazione
costruttori napoletani insieme ad alcuni urbanisti, opinionisti e intellettuali
che hanno condiviso le affermazioni del presidente dell’Unione Industriali di
Napoli.
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Persino
il presidente della Commissione Edilizia del Comune di Napoli, nominato dal
Sindaco de Magistris, prof. arch. Alessandro Castagnaro, non ha potuto fare a
menodi dire la sua, affermando dapprima che si sarebbe aspettato maggior dialogo
tra Comune e Governo, per poi dichiarare di trovare fondate alcune motivazioni
contenute nel ricorso, ossia“un colpo al cerchio e uno alla botte”, per non
scontentare nessuno!
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Che
cosa hanno in comune, secondo voi, queste affermazioni? Unico comune
denominatore è la malafede e la disonestà intellettuale di non documentarsi e di
non voler tener conto delle motivazioni addotte dal Comune sul perché si è fatto
ricorso al TAR, al fine di opporsi a un decreto che oltre ad essere ingiusto è
soprattutto anticostituzionale.
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Pertanto
ti invito a scaricare il PDF del ricorso presentato dall’avvocatura, in cui
potrai leggere tutte le motivazioni fatte dall’amministrazione Comunale di
Napoli che in questo momento è l’unico baluardo a tutela della costituzione
italiana e soprattutto dei tuoi diritti!
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Per maggiori info
clicca qui
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Consigliere
Comunale e Metropolitano Napoli
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Delegato
all’Urbanistica e alla Pianificazione
Territoriale
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Arch.
Gaetano Troncone
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