martedì 12 gennaio 2016

Le mani su Bagnoli





Gentile cittadina/o,
in merito alla questione del commissariamento di Bagnoli ritengo sia mio dovere darti ulteriori informazioni, al fine di fare chiarezza sulla questione che in questi ultimi mesi ha infiammato il dibattito in città, ovvero, se sia giusto oppure no, commissariare lo sviluppo urbanistico e la bonifica dell’area di Bagnoli, affidando poteri straordinari ad un commissario scelto da Renzi.
                             
Negli ultimi mesi, attraverso la stampa, a mio avviso compiacente, molti imprenditori, politici, urbanisti e opinionisti hanno espresso il loro gradimento riguardo la decisione di commissariare e mi preoccupa il fatto che potrebbero concretizzarsi obbiettivi affaristici personali che non hanno niente a che vedere con lo sviluppo dell’area e soprattutto con il pubblico interesse.
                                    
Personalmente credo si stia cercando di far passare il messaggio che solo l’intervento salvifico di generosi e illuminati privati può sbloccare l’inerzia in cui versa l’area da 20 anni, e tale messaggio pare manipolato ad arte al fine di corrompere l’opinione pubblica, per poter mettere finalmente in atto un’operazione speculativa simile a quella descritta nel film “Le Mani sulla Città”, dal compianto maestro Francesco Rosi.
                       
Se avrai la pazienza di leggere fino il fondo il documento scoprirai che l’art.33 dello Sblocca Italia, oppure dovrei dire dello Scassa Italia, voluto dal governo Renzi per Bagnoli non solo è ingiusto ma è anche connotato da incostituzionalità.
                               
1)   L’IMMOTIVATA DICHIARAZIONE DI URGENZA
In una nazione dove sembra crescere di giorno in giorno il partito delle somme urgenze un’operazione come quella che si vuole mettere in atto su Bagnoli non poteva chescaturire da una DICHIARAZIONE DI URGENZA, salvo poi constatare che non esiste nessun “evidente” presupposto di urgenza, in quanto la legge stabilisce che tale definizione deve essere giustificata da motivazioni reali (inondazioni, epidemie, terremoti etc.).
Nel caso di cui si discute, invece, si è partiti con l’obiettivo della salvaguardia degli ecosistemi, per poidirottare tutta l’attenzione verso quello che probabilmente è il reale obiettivo, ovvero quello della rigenerazione urbana (pianificazione urbanistica), costituzionalmente riconosciuta prerogativa delle amministrazioni comunali.
In conclusione, a mio avviso, ritengo che si possa affermare che è uno sbaglio connotare la mission del commissariamento con una confusa eterogeneità di intenti, mentresarebbe stato più opportuno limitare il potere dell’intervento alla sola bonifica e tutela degli ecosistemi. In ogni caso è incompatibile la dichiarazione d’urgenza con la natura prevalentemente privata del capitale da investire, come illustrerò meglio più avanti.
                                
2)   LA SCELTA DEL COMMISSARIO
Non tutti sanno che la scelta del nome del commissario è stata fatta senza alcun processo di evidenza pubblica e soprattutto senza chiarire le motivazioni che hanno condotto alla nominadel dott. Nastasi che, benché sia comprovata la sua professionalità, non ha nessuna esperienza in materia urbanistica, visto che fino a poco tempo fa si è occupato del commissariamento del teatro San Carlo… E a tal proposito, va specificato che il commissariamento non è stato fatto solo per un determinato ambito di competenza, ovvero la bonifica delle aree, ma immotivatamente e senza che ce ne fosse l’urgenza, anche perla pianificazione urbanistica che riguarderà soprattutto interventi di rigenerazione urbana e di edilizia sostitutiva e potenziamento delle infrastrutture stradali e dei trasporti pubblici, ossia tutti interventi che richiedono vere e proprie varianti urbanistiche che, occorre ricordarlo ancora una volta, per legge spettano agli Enti Localied è proprio su questo punto che trapela malafede, infatti attraverso una vera e propria truffa delle etichette, si è sostituito il temine pianificazione urbanistica con il termine rigenerazione urbana visto che l’urbanistica per costituzione è ad appannaggio, ripeto, degli enti locali.
                         
3)   LA SCELTA DEL SOGGETTO ATTUATORE
Anche per il soggetto attuatore, ovvero la società che avrà il compito di mettere in atto le decisioni che verranno prese dalla cabina di regia, oppure dal commissario qualora la cabina non raggiungesse decisioni unanimi e condivise, la scelta di questa società non è stata fatta in base ad un bando di evidenza pubblica nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza.E la cosa più inquietante è che in questa società statale potranno confluire organismi privati che parteciperanno ad operazioni di bonifica e di rigenerazione urbana che, una volta approvate, costituiscono variante urbanistica “automatica”.
                                                           
4)   I PRIVATI CHE POTRANNO INTERVENIRE NELL’ AREA
Uno dei punti più oscuri dell’art. 33 predisposto appositamente per Bagnoli e inserito nello Sblocca Italia, riguarda lo strano e immotivato coinvolgimento dei privati e i criteri utilizzati per la scelta di questi privati, che, lungi dal ricorrere a procedure di evidenza pubblica, potranno intervenire edentrare a far parte della società di scopo statale, semplicemente con l’autorizzazione del commissario, conferendo, in cambio, i loro immobili ricadenti nel perimetro d’intervento e nelle aree limitrofe, del comprensorio Bagnoli-Coroglio che corrisponde a ¼ della Città. Questi privati porteranno in dote i loro terreni, capannoni ed edifici che, ahimè, servono poco o niente allo sviluppo dell’area, visto che solo l’area dell’ex complesso industriale è di circa 240 ettari. Mi chiedo a cosa serviranno mai questi piccoli appezzamenti di terreno se non ad essere rivalutati facendo crescere fino alle stelle il loro valore iniziale… Per di più, sempre nell’art. 33, si parla della possibilità di demolire e ricostruire gli immobili con incrementi premianti di volumetria senza precisare le percentuali, parliamo del 10%, del 30%, del 50% oppure del 100% ???
Ovviamente la demolizione e la ricostruzione potranno avvenire solo dopo la dichiarazione di pubblica utilità, ma visto che tra i poteri del commissario non rientra la possibilità di espropriare le aree, deduco che la pubblica utilità verrà messa in atto solo sulle aree che sono già pubbliche e su quelle dei privati che vogliono intervenire nell’affare.
                             
5)   ACQUISIZIONE DEI SUOLI DI PROPRIETA’ DI BAGNOLI FUTURA
Al soggetto attuatore, al quale spettava il compito di valorizzare le aree, confluiranno soprattutto oltre ai beni dei privati anche i gioielli di famiglia della società recentemente fallita, denominata Bagnoli Futura spa società partecipata del Comune di Napoli. Si stima che il solo valore della Porta del Parco, Parco dello Sport e dell’Acquario Tematico abbiano un valore complessivo di 95.000.000 di euro e visto che sono stati realizzati con fondi europei, sarebberodestinati a funzione collettiva!
                     
Infatti una delle anomalie, da far accapponare la pelle, è che i privati una volta entrati nella società di scopo potranno non solo proporre e attuare varianti urbanistiche, ma grazie al partenariato pubblico privato partecipare alla gestione e dismissione di beni pubblici destinati a finalità d’interesse generale e, visto che la società è in stato di fallimento, potranno addirittura stabilire la tempistica della liquidazione dei crediti fallimentari.
                                  
CONCLUSIONI
Come potete notare sono troppe le anomalie per le quali ci si discosta dall’impianto originale del provvedimento, ovvero quello della bonifica ambientale, relegata ai margini. E’ invece evidente che il reale obiettivo, ancora una volta, è quello di perseguire l’interesse privato a discapito dell’interesse pubblico.
Pochi sanno che sui suoli di Bagnoli già nel 2011-2012 era possibile costruire 215.900 mc di edilizia residenziale, di cui 43.200 mc desinatati ad housing sociale, ma i bandi sono andati per lo più deserti, nonostante venissero ad ogni nuova pubblicazione migliorati a favore degli investitori privati, sia per quanto riguarda la convenienza dei prezzi dei suoli, sia sulle condizioni d’acquisto. Ciononostante si è potuto constatare l’assenza e il disinteresse di una classe imprenditrice che non ha né la capacità, né la volontà di investire capitali. Gli stessi imprenditori che hanno dormito fino oggi, ora brindano al regalo fattogli da Renzi e alla grande opportunità di poter operare sull’area industriale dismessa più grande d’Europa con i valori di mercato tra i più alti d’Italia senza mettere un centesimo di tasca propria e perseguendo i loro interessi grazie ad un sofisticato e inestricabile sistema d’intreccio d’interessi pubblico privato, dove ormai è chiaro che il pubblico avrà la peggio.
                      
Posso comprendere che molti cittadini distratti e male informati possano pensare che il commissariamento sia necessario per lo sviluppo dell’area ma non mi spiego come mai intellettuali, urbanisti, giornalisti e opinionisti dinanzi ad un decreto incostituzionale, e quindi illegittimo, che alimenterà forme speculative e di malaffare, invece di alzare la voce a difesa della democrazia e della costituzione, stiano facendo finta di niente o peggio si stiano schierando a favore del commissariamento, come ad esempio Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione Industriali, che durante l’assemblea annuale, ha bocciato senza appello la decisione del Comune di impugnare la nomina del commissario su Bagnoli.
                    
Ugualmente si sono espressi il presidente della federazione nazionale dei cavalieri del lavoro, Antonio D’ Amato, il presidente dell’associazione costruttori napoletani insieme ad alcuni urbanisti, opinionisti e intellettuali che hanno condiviso le affermazioni del presidente dell’Unione Industriali di Napoli.
                      
Persino il presidente della Commissione Edilizia del Comune di Napoli, nominato dal Sindaco de Magistris, prof. arch. Alessandro Castagnaro, non ha potuto fare a menodi dire la sua, affermando dapprima che si sarebbe aspettato maggior dialogo tra Comune e Governo, per poi dichiarare di trovare fondate alcune motivazioni contenute nel ricorso, ossia“un colpo al cerchio e uno alla botte”, per non scontentare nessuno!
                                
Che cosa hanno in comune, secondo voi, queste affermazioni? Unico comune denominatore è la malafede e la disonestà intellettuale di non documentarsi e di non voler tener conto delle motivazioni addotte dal Comune sul perché si è fatto ricorso al TAR, al fine di opporsi a un decreto che oltre ad essere ingiusto è soprattutto anticostituzionale.
Pertanto ti invito a scaricare il PDF del ricorso presentato dall’avvocatura, in cui potrai leggere tutte le motivazioni fatte dall’amministrazione Comunale di Napoli che in questo momento è l’unico baluardo a tutela della costituzione italiana e soprattutto dei tuoi diritti!
                                 
Per maggiori info clicca qui

Consigliere Comunale e Metropolitano Napoli
Delegato all’Urbanistica e alla Pianificazione Territoriale
Arch. Gaetano Troncone


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