Sabato mi hanno regalato una bottiglia di vino pecorino. La mia curiosità è arrivata a mille e ho dovuto per forza di cose colmare la mia ignoranza.
E' un bianco che mi ricorda altri vini che conosco, ma non so dire a quale ricordo mi ha ricondotto il suo gusto. Il mio palato non è mai stato educato come un sommeiller, ma col vino ho avuto sempre un buon rapporto, moderato ma alla ricerca di un appagamento che non mi disturbi e non mi conduca all'abitudine del bere.
Di tanto in tanto quando la pietanza che ho preparato mi porta all'idea di berne qualche sorso, scelgo tra quelli che ho sperando in un abbinamento felice anche se ci sono vini che ricordano sensazioni piacevoli e utilizzo anche in cucina.
Il pecorino mi ha lasciato un buon ricordo per questo motivo sto scrivendo questa pagina che spero darà a qualche lettore la curiosità di assaggiarlo o di comprarlo.
Pecorino (vitigno)
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Pecorino è un'uva a bacca bianca originaria
delle valli comprese tra le Marche e l'Abruzzo.
Riscoperto e valorizzato negli ultimi anni ( inizialmente da Guido Cocci
Grifoni, viticoltore scomparso della provincia di Ascoli Piceno) produce vini
particolarmente interessanti, Offida Pecorino DOCG ecc.
Il vino
L'elaborazione dell'uva Pecorino porta alla creazione di vini
dal colore giallo carico, con buona mineralità ed acidità, che vengono in parte
nascoste dalla buona morbidezza. I profumi sono inconfondibili di pera William
e anche al gusto abbiamo l'identico richiamo. Caratteristica del vino prodotto
da questa uva è la piacevole nota leggermente amara che resta nella bocca.
UN VITIGNO E UN VINO
IL VITIGNO CHIAMATO PECORINO È UN AUTOCTONO
MARCHIGIANO A BACCA BIANCA. È DIFFUSO SOPRATTUTTO NEL PICENO E PORTA QUESTO
NOME CURIOSO PERCHÉ LA ZONA DOVE VENIVA COLTIVATO ERA DEDITA ALLA PASTORIZIA.
SI TRATTA DI UN VITIGNO RISCOPERTO DI RECENTE:
RISCHIAVA DI ANDARE PERDUTO PERCHÉ, COME MOLTI ALTRI VITIGNI ITALICI, IN
PASSATO È STATO RELEGATO IN TERRITORI SEMPRE PIÙ RISTRETTI A CAUSA DELLA RIDOTTA
PRODUTTIVITÀ E DELLO SCARSO INTERESSE VINICOLO. RISULTA ISCRITTO NEL CATALOGO
NAZIONALE DELLE VARIETÀ FIN DAL 1871: LA DOCUMENTAZIONE STORICA CONFERMA CHE
ERA CONOSCIUTO IN MOLTE AREE VITICOLE DEL CENTRO (UMBRE, MARCHIGIANE, ABRUZZESI)
E DEL SUD ITALIA (PUGLIESI).
IL VINO COME LO SI CONOSCE OGGI È VINIFICATO MOLTO
SPESSO IN PUREZZA (ANCHE SE IL DISCIPLINARE AMMETTE PER LA DOC LA PRESENZA IN
PICCOLE PERCENTUALI DI ALTRI VITIGNI A BACCA BIANCA): UNA SCOMMESSA CHE SI È
RIVELATA DI SUCCESSO. IL VINO DA VITIGNO PECORINO OGGI È UNA VERA E PROPRIA ECCELLENZA
VITIVINICOLA CHE GLI HA MERITATO L’ATTRIBUTO DI “ROSSO VESTITO DI BIANCO”. UN
VINO IN GRADO DI METTERE D’ACCORDO TANTO I SEMPLICI APPASSIONATI QUANTO I
PROFONDI CONOSCITORI.
HA UN COLORE GIALLO PAGLIERINO, SPESSO CON RIFLESSI
VERDOGNOLI. AL NASO PRESENTA NOTE SPEZIATE E IN BOCCA SI RIVELA CON UN GUSTO
MORBIDO DAI SENTORI DI FRUTTA MATURA, MELA RENETTA, LIQUIRIZIA, FIORI D’ACACIA
E GELSOMINO. SE TUTTO CIÒ VI SEMBRA TROPPO COMPLICATO, VI BASTI SAPERE CHE LA
SUA BUONA PERSISTENZA E IL SUO PIACEVOLE RETROGUSTO LO RENDONO UN VINO
VERSATILE E DAVVERO SORPRENDENTE, PERMETTENDONE L’ABBINAMENTO NON SOLO CON
PRIMI SAPORITI, PESCI E CARNI BIANCHE, MA ANCHE CON SALUMI TIPICI DEL TERRITORIO
ASCOLANO, TRA CUI IL NOTO CIAUSCOLO (UN SALUME TIPICO, DALLA CARATTERISTICA
CONSISTENZA SPALMABILE), OLTRE OVVIAMENTE A PIATTI ANALOGHI DELLA TRADIZIONE
GASTRONOMICA NAZIONALE E NON, IN UN GIOCO DI ACCOSTAMENTI TUTTI DA SPERIMENTARE.
PER SAPERNE DI PIÙ
AL PECORINO, NEGLI ANNI E NELLE LOCALITÀ DOVE VENIVA
COLTIVATO, SONO STATI ATTRIBUITI NUMEROSI SINONIMI: UVA PECORINA O UVA DELLE
PECORE, PER I SUOI RICHIAMI ALLE ZONE DOVE VENIVA PRATICATA LA PASTORIZIA E
DOVE QUESTO VITIGNO ERA DIFFUSO MA ANCHE PECORINO D’ARQUATA, PECORINA ARQUATANELLA
O ARQUITANO. QUESTI ULTIMI SONO NOMI CHE TRAGGONO ORIGINE DALLA ZONA DI ARQUATA
DEL TRONTO: È QUI CHE IL PECORINO È STATO “RITROVATO” ED È INDICATIVO DELLE SUE
CARATTERISTICHE. SI TRATTA DI TERRENI COLLINARI OLTRE 1000 METRI SUL LIVELLO
DEL MARE, DOVE DIMOSTRA LA SUA RESISTENZA ALLE INTEMPERIE. IL GRAPPOLO È LUNGO,
DI FORMA CONICA IRREGOLARE, GLI ACINI HANNO FORMA SFERICA E DIMENSIONI
MEDIO-PICCOLE, LA BUCCIA È SOTTILE E ABBASTANZA CONSISTENTE. LA FOGLIA È DI
MEDIA GRANDEZZA, CUORIFORME, ARROTONDATA, QUINQUELOBATA, CON LOBI POCO DISTINTI,
SEGHETTATA E DENTATA, SOSTENUTA DA UN PEDUNCOLO VERDE PALLIDO CON SFUMATURE
ROSSASTRE, MENTRE IL TRALCIO È GRACILE, DI COLORE ROSSASTRO E CON NODI FREQUENTI.
LE
COLLINE PICENE SONO LA TERRA VOCATA PER QUESTO VITIGNO CHE, DA MOSTI ZUCCHERINI
E SOSTENUTI LIVELLI ACIDICI, DÀ ORIGINE A PRODOTTI MOLTO PROFUMATI, LONGEVI,
CON ALTA ACIDITÀ, LA CUI VENDEMMIA È SEMPRE PRECOCE. IL MICROCLIMA COSTITUITO DALLA
GIUSTA ESPOSIZIONE AL SOLE E DALLE BREZZE CHE SCENDONO LA NOTTE DAI MONTI SIBILLINI
PERMETTE L’EQUILIBRIO PECULIARE DEL PECORINO, FATTO DI NUMERI “ESAGERATI” PER
UN VINO NATO DA UN VITIGNO A BACCA BIANCA: UN ALTO TENORE IN ZUCCHERI, UN
CONTENUTO DI ACIDI SUPERIORE A 8G/L, UN VALORE DI PH INTORNO A 3 E UN ESTRATTO
SECCO NETTO SUPERIORE A 24 G/L. UN VINO LONGEVO, POTENTE PERCHÉ RICCO DI
ENERGIA, PIACEVOLMENTE SAPIDO PERCHÉ RICCO DI SALI MINERALI, CENERI E ACIDI.
GLI
STUDI COMPIUTI DALL’UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE SU UN CAMPIONE DI VINO
PECORINO DELLA TENUTA COCCI GRIFONIDI ANNATE COMPRESE TRA IL 1997
E IL 2007 E CONFRONTATI CON ALTRE BOTTIGLIE DI OFFIDA PECORINO DOC DI ALTRI
PRODUTTORI HANNO EVIDENZIATO DAL PUNTO DI VISTA CHIMICO COME ALCOLI SUPERIORI
RAGGIUNGANO VALORI OTTIMALI NEI CAMPIONI DI PECORINO DELLA TENUTA COCCI GRIFONI E SONO PRESENTI IN QUANTITATIVI
SUPERIORI RISPETTO A VINI DI ALTRI PRODUTTORI DEL TERRITORIO. IN TUTTI I
CAMPIONI ANALIZZATI NON SONO STATI RISCONTRATI ACIDI GRASSI A CATENA CORTA E
CIÒ È UN INDICE DI QUALITÀ DEL PRODOTTO. È STATA GENERALMENTE RILEVATA UN’ALTA
CONCENTRAZIONE DI ESTERI, FATTORE CHE CONTRIBUISCE IN MODO DETERMINANTE ALLE
CARATTERISTICHE AROMATICHE DI ‘FRUTTATO’ TIPICHE DI TALE VINO. VA INFINE
RILEVATO CHE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CAMPIONI TENUTA COCCI GRIFONI È STATA RISCONTRATA LA PRESENZA DI
ACIDO SALICILICO, SOSTANZA DI NOTEVOLE RILEVANZA SALUTISTICA. L’ANALISI DEL
PROFILO SENSORIALE HA EVIDENZIATO INOLTRE CHE I CAMPIONI DELLA TENUTA COCCI GRIFONI PRESENTANO UN’INTENSITÀ
LA RINASCITA DEL PECORINO
LA RISCOPERTA DEL PECORINO NON SAREBBE STATA
POSSIBILE SENZA LA LUNGIMIRANZA, LA TENACIA E LA LUCIDITÀ DI GUIDO COCCI
GRIFONI CHE FIN DAI PRIMI ANNI OTTANTA, ANDANDO CONTROCORRENTE RISPETTO ALLE
TENDENZE DEL MERCATO CHE PREFERIVA INVESTIRE IN UNA PRODUZIONE PIÙ QUANTITATIVA
CHE QUALITATIVA E PREDILIGEVA I VITIGNI INTERNAZIONALI PIUTTOSTO CHE GLI
AUTOCTONI, HA SAPUTO CREDERE NELLE POTENZIALITÀ DEL VINO DA VITIGNO PECORINO.
UN SUCCESSO SEGNATO DAL RICONOSCIMENTO DELLA DOC, OTTENUTO NEL 2001.
LA
CRONACA DI UNA RICERCA
NEI PRIMI ANNI OTTANTA LA RICERCA DI GUIDO COCCI
GRIFONI SI ERA CONCENTRATA, IN PARTICOLARE, SU VITIGNI AUTOCTONI A BACCA BIANCA
CHE PERMETTESSERO DI OTTENERE DEI VINI MENO STANDARD DEL TREBBIANO, DELLA
MALVASIA E DI ALTRI MINORI VITIGNI A BACCA BIANCA, NON ENTUSIASMANTI DAL PUNTO
DI VISTA TECNICO E PRODUTTIVO. CON GLI AMICI E COLLEGHI GIANCARLO MORETTI
DELL’ISTITUTO SPERIMENTALE PER LA VITICOLTURA DI CONEGLIANO, LEONARDO SEGHETTI
DELL’ISTITUTO AGRARIO DI ASCOLI PICENO E IL SOMMELIER RECENTEMENTE SCOMPARSO
TEODORO BUGARI -CHE TANTO PESO HA AVUTO NELLA COSTITUZIONE DELL’AIS MARCHE E
NEL DIFFONDERE LA CULTURA DELLA VITICOLTURA PICENA-, PARTE COSÌ LA RICERCA
BIBLIOGRAFICA PER VERIFICARE LA PRESENZA STORICA NEL TERRITORIO PICENO DI ANTICHI
VITIGNI AUTOCTONI A BACCA BIANCA. DALLA RICERCA EMERSE CHE, A NORD DEL CORSO
DEL TRONTO, SULLA SPONDA DESTRA, A 1000 METRI SUL MARE, VICINO AD ARQUATA DEL
TRONTO, C’ERA UN VIGNETO PICCOLISSIMO, PRATICAMENTE ABBANDONATO, DI PROPRIETÀ ALLORA
DI UN OTTANTENNE, DOVE ERA PRESENTE UN ANTICO VITIGNO DENOMINATO “PECORINO”.
LO STESSO GUIDO COCCI GRIFONI RICORDA: “NEL 1982, UN
MATTINO DI SETTEMBRE, PRIMA DELLA VENDEMMIA, IO, IL DOTTOR GIUSEPPE FRASCARELLI
(SEGRETARIO DELLA CCIAA DI ASCOLI PICENO) E IL GEOMETRA PIERGIORGIO LIBERATI CI
RECAMMO AD ARQUATA DEL TRONTO, IN FRAZIONE PESCARA.
LIBERATI MI AVEVA INFORMATO
CHE QUI, IL SIGNOR CAFINI ERA PROPRIETARIO DI UNA VECCHIA VIGNA COLTIVATA A
PECORINO; ARRIVATI SUL LUOGO CAFINI STESSO CI INDICÒ ALCUNI TRALCI DI 2-3 GENERAZIONI.
QUEL MATTINO NON PRELEVAMMO I TRALCI, MA CI LIMITAMMO A SEGNARLI CON DEL NASTRO
ADESIVO. NEL FEBBRAIO SUCCESSIVO TORNAI A PRENDERE I TRALCI E LI PORTAI IN
AZIENDA. PER EFFETTUARE GLI INNESTI MI AVVALSI DELLA COLLABORAZIONE DI BERNARDO
LANCIOTTI, PROPRIETARIO DI UN PODERE IN OFFIDA” [ TRATTO DA: “LA RISCOPERTA DEL
PECORINO: STORIA DI UN VITIGNO E DI UN PECORINO” EDITORE TECNICHE NUOVE, MILANO
2009].
CONSIDERATE LE CARATTERISTICHE DEL VITIGNO, SI GIUNSE
INFINE ALLA DETERMINAZIONE DI COLLOCARE LE PIANTE NEL TERRITORIO PIÙ A NORD.
NEL 1984 LE MARZE FURONO INVIATE AI VIVAI COOPERATIVI RAUSCEDO DI PORDENONE,
CHE REALIZZARONO LE PRIME BARBATELLE.
LA PRIMA VENDEMMIA QUANTITATIVAMENTE
RILEVANTE RISALE AL 1990. A
QUESTI ANNI RISALE LA PRIMA PRODUZIONE DI VINO OTTENUTO DA UVE PECORINO
VINIFICATE “IN PUREZZA”; IL PRODOTTO INIZIÒ A ESSERE IMBOTTIGLIATO COME VINO
BIANCO DA TAVOLA SENZA INDICAZIONE NÉ DELL’ANNATA NÉ DEL NOME “PECORINO”. VISTA
LA BUONA QUALITÀ DEL PRODOTTO OTTENUTO, GUIDO COCCI GRIFONI IMPIANTÒ IL PRIMO
ETTARO. OGGI ESISTE ANCORA IL PRIMO VIGNETO DI “PIANTE MADRI” REALIZZATO NEGLI
ANNI OTTANTA.
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