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Si indica col termine figura retorica qualsiasi artificio nel discorso,
volto a creare un particolare effetto.
L'identificazione e la catalogazione delle figure ha creato
problemi di base agli studiosi di retorica, dall'antichità al XVIII secolo.
Tradizionalmente si distinguono
le seguenti categorie di figure:
·
figure di dizione per le quali avviene una modifica nella forma delle parole;
·
figure di elocuzione che riguardano le parole più adatte;
·
figure di ritmo che seguono gli effetti
fonici ottenuti mediante la ripetizione di fonemi, sillabe, parole;
·
figure di costruzione o di posizione che si riferiscono all'ordine delle
parole nella frase;
·
figure di pensiero che concernono l'idea o l'immagine che appare in una frase.
Gli studi tradizionali fatti di retorica sono stati oggetto di analisi in
diversi settori della linguistica moderna, come la semantica,
la sintassi,
la stilistica,
la linguistica testuale, lametrica;
tuttavia le figure della retorica possono servire anche come base o come
strumenti di lavoro e di interpretazione per varie discipline: la linguistica,
la logica, la psicoanalisi,
lacritica letteraria.
Ci sono anche delle classificazioni moderne, condotte con analisi
differenti da quelle tradizionali: per esempio gli studiosi del Gruppo di Liegi hanno fatto una distinzione tra le
modificazioni di parole o di elementi della parola dal punto di vista del
significante (metaplasmi), tra le modificazioni che riguardano la
struttura delle frasi (metatassi), tra quelle che riguardano il significato delle
parole (metasememi)
e le modificazioni che riguardano il valore complessivo della frase (metalogismi).
La retorica classica differenzia le figurae verborum (figure del discorso) dalle figurae sententiae (figure di pensiero).
Il metodo classico di differenziazione delle figure retoriche si
basa sulla mutatio (variazione). Questa si suddivide in:
·
adiectio: aggiunta di elementi linguistici con
conseguente ridondanza dell'espressione
·
detractio: eliminazione di elementi linguistici che
portano a un cambiamento della sequenza
·
transmutatio: cambiamento della posizione di alcuni elementi
linguistici che portano a un cambiamento della sequenza
Sono state individuate centinaia di figure retoriche, e tra
queste, in ordine alfabetico:
A [modifica]
·
Accumulazione: serie di termini accostati in modo ordinato e/o
caotico come ripetizioni parziali del senso di ognuno. Es.: fior', frondi, herbe, ombre, antri,
onde, aure soavi, valli chiuse, alti colli et piagge apriche (Petrarca, Canzoniere, CCCIII).
·
Adynaton:
per evidenziare l'improbabilità di un evento, si sostiene la maggior facilità
che ne accada un altro impossibile. Es.: Esule
il Parto berrà all'Arari, o il Germano al Tigri prima che scivoli via dal mio
cuore la sua immagine (Virgilio,
Bucoliche, Ecloga I, 79).
·
Aferesi:
caduta di una vocale o sillaba a inizio di parola. Es.: Lo 'ntelletto; Padron 'Ntoni.
·
Agnizione:
consiste nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un
personaggio, che determina una svolta decisiva nella vicenda.
·
Allegoria:
sostituzione di un oggetto a un altro, con accostamento basato su qualità e
significati non comuni del termine e spesso di livello filosofico o metafisico.
Es.: il leone, lalupa e la lonza nel primo passo dell'Inferno di Dante.
·
Allitterazione: ripetizione di una lettera o
sillaba in parole successive. Es.: Il
pietoso pastor pianse al suo pianto (Tasso,
Gerusalemme Liberata, VII,16); O
Tite tute Tati, tibi tanta, turanne, tulisti! (Ennio, Annales, v. 104).
·
Allusione:
consiste nel citare un riferimento più o meno noto, trasformandolo a una realtà
che lo chiama per alcune caratteristiche. Es.: Pensa che babilonia di discorsi; Vittoria di Pirro.
·
Amplificazione:
procedimento retorico inteso a ingrandire, accentuare, intensificare un
elemento del discorso.
·
Anacenosi: consiste nella richiesta di
consiglio a coloro cui o contro cui si parla. Es. Che debb'io far? che mi consigli,
Amore? (Petrarca, Canzoniere,
CCLXVIII)
·
Anacoluto:
consiste nella rottura della corretta correlazione grammaticale tra due
costrutti di uno stesso periodo. Es.: Lei
sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto (Manzoni, Promessi sposi, cap.IX)
·
Anadiplosi: ripetizione di uno o più elementi terminali di un
segmento di discorso, all'inizio del segmento successivo. Es.: È il vento, il vento che fa musiche
bizzarre (Vittorio Sereni,
Diario d'Algeria); ma certo
non ne son tanto amantata. / Amantata non son como voria (Compiuta Donzella, Ornata di gran
pregio e di Valenza).
·
Anafora o Epanafora o Iterazione o Metatesi a contatto:
ripetizione di una o più parole a inizio frase/verso, per sottolineare
un'immagine o un concetto. Es.: Ascolta.
Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse (D'Annunzio, La pioggia nel pineto,
vv.8-11).
·
Anagogia: È la
trasposizione del senso letterale a un senso sublime e divino,
l'interpretazione mistica del testo letterario. Es.: Ne l'uscita de l'anima dal peccato,
essa sia fatta santa e libera in sua potestate (Dante, Convivio II, I).
·
Anagramma: Metaplasmo ottenuto per la permutazione delle
lettere di una singola parola in un'altra parola o in una frase. Es.: Bibliotecario/Beato coi libri.
·
Analessi o Flashback o Retrospezione:
consiste nell'evocare un evento precedente al punto della narrazione in cui ci
si trova. Es.: nell'Odissea di Omero, Ulisse nell'Isola deiFeaci narra tutte le sue avventure in una
notte.
·
Analogia: consiste nella rappresentazione di
un'idea o emozione attraverso parole con significati diversi collegate tra loro
da un concetto astratto. Si tratta di una forma ancor più condensata di similitudine e metafora.
Es.: la frase Sei bella come
una stella è una
similitudine; contratta in una metafora diventerebbe Sei una stella; contratta in
analogia diventerebbe La tua
stella.
·
Anaptissi o Epentesi:
l'inserire una vocale fra due consonanti, così da formare una sillaba in più,
specie per fini metrici. Es.: Ciascun
rivederà la trista tomba (Dante,
Inferno, VI, v. 97).
·
Anasinalefe: Figura metrica speculare dell'Episinalefe; si verifica
quando la sillaba eccedente è all'inizio di un verso iniziante per vocale ed
entra in Sinalefe con l'ultima sillaba del verso
precedente. Es.: Nel
cantuccio, zitta, da brava, / Preparava cercine e telo / Pei bimbi che mamma le
andava / a prendere in cielo (Pascoli, Canti di Castelvecchio, La
figlia maggiore).
·
Anastrofe:
Inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini successivi. Es.: A egregie cose il forte animo
accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; (Foscolo,
Dei Sepolcri, vv.151-152)
·
Anfibologia: Discorso o espressione contenente un'ambiguità
sintattica e dunque interpretabile in modi diversi a seconda del modo di
leggerla. Es.: Ibis et redibis
non morieris in bello, se si pone la virgola dopo redibis si tornerà vivi; se la si pone dopo non, si morirà in guerra
(responso ambiguo della Sibilla Cumana); Fato
Metelli Romae fiunt consules(Nevio): a causa dell'ambiguità semantica del
termine latino fatum (fortuna ma anche disgrazia) e l'ambiguità
sintattica di Romae (di Roma, ma anche a Roma), questa frase a sfondo
politico può essere interpretata in due modi: il primo, più canonico I Metelli sono fatti consoli a Roma
per il destino ; il secondo,
satirico I Metelli sono fatti
consoli per la disgrazia di Roma.
·
Annominazione: consiste in una combinazione di paronomasia e figura etimologica; è cioè la ripetizione di
una stessa radice etimologica in più vocaboli diversi che hanno anche in comune
un suono simile. Es.: esta selva selvaggia e aspra e forte (Dante, Divina Commedia, Inf.I,5)
·
Antanaclasi: l'usare nel medesimo periodo la stessa parola ma
con significato diverso. Es.: La
rosa è rosa.
·
Anticlimax o
Climax discendente: Elenco di termini o locuzioni con intensità decrescente.
Es.: Così tra questa immensità
/ s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare (Leopardi, Infinito, ultimi versi)
·
Antifrasi:
Consiste nell'usare un'espressione attribuendole un significato opposto a
quello a essa proprio, per lo più in senso ironico. Es.: dire Che bella giornata mentre piove a dirotto.
·
Antilogia:
un enunciato in forma contraddittoria, usato spesso in filosofia. Es.: famose
sono le antilogie di Protagora.
·
Antistrofe:
Ripetizione delle stesse parole alla fine di più frasi o versi consecutivi.
Es.: Ha combinato il guaio
lui, deve rimediare lui.
·
Antitesi:
contrapposizione di idee espressa mettendo in corrispondenza parole di
significato opposto o in contrasto. Es.Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
(Dante, Divina Commedia, Par.XXXIII,1).
·
Antonomasia: Consiste nel sostituire un nome comune con un
nome proprio o una perifrasi; oppure, viceversa, sostituire un nome comune con
un nome proprio o una perifrasi che ricordi in modo univoco la qualità della
persona o cosa stessa. Es.: Il
flagello di Dio per Attila; Eroe dei due mondi per Garibaldi; La regina del pop per Madonna; La
pantera di Goro per Milva, ma anche il bignami per libro di testo sintetico, la nutella per crema di cioccolata e nocciole; la Coca Cola per tutte le bevande a base di cola.
·
Apagoge:
utilizzata particolarmente in campo filosofico e giuridico, consiste in una dimostrazione per assurdo esplicitata a parole.
·
Apallage:
Figura retorica consistente nell'alterazione dell'ordine logico della
successione dei concetti. Viene dal greco ἀπαλλάσσω (io separo). Es.: Ci verrei, ma non farò in tempo,
alla tua festa.
·
Apocope o Troncamento:
Fenomeno fonetico che consiste nella caduta della vocale o della sillaba finale
della parola. Es.: città per cittade; bel per bello; fra per frate; San perSanto; professor per professore; dottor per dottore; qual per quale; tal per tale.
·
Apó koinù: il far dipendere un termine
contemporaneamente da due diversi elementi della frase. Es. Modus infestus sibi luctuosis
dissidet inermis (Orazio,
Odi, III, 8, 19-20) dovesibi si
può riferire sia a dissidet sia a luctuosis; Mi tengo a quest'albero mutilato /
abbandonato in questa dolina (Ungaretti),
dove abbandonato può riferirsi all'albero o al poeta
stesso.
·
Aposiopesi: vedi reticenza.
·
Apostrofe:
È il rivolgersi direttamente a una persona o cosa personificata, interrompendo
il discorso in atto. Es.: Oh
Terra! / A che non t'apri, e ne' tuoi cupi abissi / l'autor non conscio di
tanti delitti / al fin non serri? (Foscolo,
Edippo).
·
Aprosdòketon: l'inserzione
nel discorso di un termine imprevisto e inaspettato. Es.: Chi crede che Acerra puzzi / del
vino ieri bevuto / s'inganna: / Acerra continua a bere / fino alle luci
dell'alba (Marziale,
Epigrammi); questa figura retorica fu molto utilizzata da Marziale per rendere l'effetto sorpresa nei
suoi epigrammi.
·
Arcaismo:
vocabolo, forma o espressione appartenenti a uno stadio della lingua anteriore
rispetto a quello di chi parla o scrive. Es.: Forse
perché della fatal quiete / tu sei l'imago(Foscolo, Alla sera).
·
Asemantico: Si dice di
frase che, pur seguendo le regole grammaticali, non è spiegabile dal punto di
vista semantico. Es.: Idee
verdi senza colore dormono furiosamente(Chomsky).
·
Asindeto:
È l'accostamento di frasi o costrutti verbali senza l'uso di congiunzioni. Es.: Diverse lingue, orribili favelle, /
parole di dolore, accenti d'ira, / voci alte e fioche (Dante, Divina Commedia,
Inf.III,25-27)
·
Assonanza:
È l'uguaglianza, fra due parole, delle sole vocali, a contare dalla vocale
tonica in poi. Es.: Fresche le
mie parole ne la sera / ti sien come il fruscìo che fan le foglie(D'Annunzio,
Sera fiesolana).
B [modifica]
·
Baritonesi o
Baritono: Si ha quando l'accento tende a spostarsi sempre più verso l'inizio
della parola, tipico della lingua greca eolica e neolatina. Es.: πὸταμος al posto di ποταμὸς.
·
Brachilogia: È una forma di ellissi in cui vengono a mancare alcuni
componenti della frase, anche se integrabili dal contesto. Es.: Le mani cessano di afferrare, le
braccia di muoversi, le gambe di camminare (La Fontaine).
·
Bisticcio: è una
particolare forma di paronomasia.
Consiste nell'accostamente di due parole uguali, ma di diverso significato.
Es.: Apre la porta e porta
inaspettata guerra (Torquato
Tasso).
·
Bisticcio etimologico:
termine che per la sua etimologia può derivare da due significati differenti e
posto volutamente in posizione ambigua, rendendoli entrambi. Es.: Passa per via adorna, e sì gentile
/ ch'abbassa orgoglio a cui dona salute (salute
può derivare da due termini latini differenti, rendendo insieme il significato
di salute o salvezza)
(Guido Guinizzelli).
C [modifica]
·
Cacofemismo: consiste nell'usare un termine sgradevole al
posto di uno gradevole che nel contesto acquista un valore positivo, anche
ammirativo o affettivo.
·
Cacofonia:
accostamento di suoni che produce un effetto fonico sgradevole.
·
Calco: resa di un termine
straniero con un termine già esistente, che assume un nuovo significato. Es.: principia per atomi.
·
Captatio benevolentiae: topos retorico con cui chi parla cerca di
ottenere la "benevolenza", cioè l'attenzione e la favorevole
disposizione del pubblico nei suoi confronti; solitamente si trova posto
inizialmente. Es.: Quello che
è avvenuto a voi, o Ateniesi... (Platone,
Apologia di Socrate).
·
Catacresi o Abusione:
Si verifica quando il senso di una frase da figurato diviene di uso abituale.
Es.: Io venni in loco d'ogne
luce muto, / che mugghia
come fa mar per tempesta, / se da contrari venti è combattuto (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inf. V, 28-30); più comunemente quando un termine
"proprio" non esiste e si è obbligati a ricorrere a quello figurato
(in tal caso si parla anche di metafora
assopita): occhio
del ciclone; - fare la
coda, letto del fiume, collo della bottiglia.
·
Catafora:
Consiste nella collocazione a fine frase di una parola che normalmente sarebbe
posta all'inizio perché soggetto.. Es.: Te
lo dirò per l'ennesima volta: non ha compiuto quel crimine, dove lo è la catafora di non ha compiuto quel crimine.
·
Chiasmo:
consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase,
in modo da cambiarne l'ordine logico. Es.: né
il sol più ti rallegra / né ti risveglia amor, (Giosuè Carducci, Pianto antico,
15-16), dove è il sole che risveglia e l'amore che rallegra; Cesare fui e son Iustinïano (Dante Alighieri, Divina Commedia, Par. VI, 10).
·
Circolo: consiste nel
terminare un periodo con la stessa parola con cui è cominciato. Vedremo dove ci porterà la tua
sfacciataggine, vedremo!.
·
Circonlocuzione: vedi perifrasi.
·
Clavis aurea: particolare tipo di metafora utilizzata per indicare la migliore
chiave di lettura nell'interpretazione di un testo.
·
Cleuasmo:
È l'atto dell'oratore di sminuirsi per attirarsi le simpatie dell'uditorio.
Es.: Certo, signore, io non ho
studiato come voi... ma... (Molière)
·
Climax: disposizione di parole e frasi, secondo
una gradazione sempre più in crescita (climax ascendente). Se la disposizione
avviene diminuzione prende il nome di anticlimax o climax discendente. Es.: Ecco sono agli oltraggi, al grido,
all'ire, / al trar dei brandi, al crudel suon de' ferri (Ariosto, Orlando Furioso, XXIV,
785-786).
·
Concinnitas: termine usato per indicare una particolare
attenzione alla forma e all'ordine per armonizzare elementi umani con regole
naturali matematiche armoniche o ritmiche.
·
Connotazione: procedimento grazie a cui un termine o
un'espressione che ha un significato primario e comune, acquista un ulteriore
significato secondario e supplementare.
·
Consonanza: È
l'uguaglianza, fra due parole, delle consonanti, a contare dalla vocale tonica
in poi. Es.: Brilla /
gocciastella (C.
Bontempelli). Può essere interna al verso. Es.: un po' pazzi, rifanno il
verso / alla puzzola che si duole (L.
Sinisgalli).
·
Costruzione ad sensum o Constructio ad sensum o Concordanza
a senso: vedi Sillessi.
·
Correctio:
variazione stilistica o un chiarimento di qualcosa che si è già detto prima.
Es. d di dado.
·
Crasi:
È la contrazione di una vocale o di un dittongo alla fine di una parola con una
vocale o dittongo all'inizio della parola seguente. Es. senz'altro, quand'anche; nam qui miopust vita, tantum auri / perdidi, quod
concustodivi / sedulo? (infatti
a cosa mi serve la vita, ho perso tanto oro che custodivo con cura?)
(Plauto, Aulularia, vv. 723-724a) doveopust è una crasi di opus est (servire, essere utile, essere necessario); Nam simul ac species patefactast verna diei (Infatti non appena è svelato
l'aspetto primaverile del giorno) (Lucrezio, De rerum natura, I, v. 10)
dove patefactast è la crasi di patefacta est (è svelato, mostrato); altre
forma latine attestate sono cautiost (cautio est), ibist (ibi est), operast(opera est), necessest (necesse est) e molte altre.
D [modifica]
·
Deissi:
Procedimento linguistico col quale si richiama l'attenzione di chi legge su un
oggetto particolare cui ci si riferisce con elementi linguistici. Es.: in questa è un'automobile, il
pronome questo è deittico perché indica un'auto vicina a chi sta parlando.
·
Descrizione: vedi Ipotiposi.
·
Diafora:
Consiste in una ripetizione con mutamento di senso. Es.: Il cuore ha le sue ragioni che la
ragione non comprende (B.Pascal).
·
Dialefe:
Figura metrica che consiste nella mancata fusione, nel computo, di una sillaba
di fine parola con un'altra di inizio parola. Es.: E io Anima trista non
son sola (Dante, Divina
Commedia, Inf.VI,56).
·
Dialettismo: termine o
espressione di origine dialettale, tipica dunque di un contesto popolare e
parlato della lingua, utilizzata in un contesto letterario a fini espressivi.
·
Dialisi: Si ha quando si interrompe la
continuità di un periodo, di una frase con un inciso. Es.: Dovremmo giungere in tempo, mezzi
pubblici permettendo, per la cerimonia.
·
Diallage:
Si ha quando una serie di congetture e argomentazioni portano alla stessa
conclusione.
·
Dialogismo: Consiste
nell'esprimere in forma di dialogo opinioni e idee che un autore attribuisce in
un'opera narrativa ai suoi personaggi.
·
Diastole: Spostamento dell'accento tonico verso
la fine della parola a fini metrici o di rima. Contrario Sistole. Es. abbraccia
terre il gran padre Oceàno (invece
di Ocèano) (U. Foscolo, Dei Sepolcri, v. 291).
·
Dieresi:
È la separazione di due vocali di un dittongo, che vengono a costituire due
sillabe anziché una sola. Es.: For-se
per-ché del-la fa-tal qui-e-te (Foscolo,
Alla sera).
·
Digressione:
L'allontanarsi dall'oggetto principale del testo per svilupparne aspetti
secondari.
·
Difrasismo: Termine derivato dallo spagnolo usato nello studio
di alcune lingue mesoamericane, usato per descrivere una particolare
costruzione grammaticale in cui due parole separate vengono accoppiate per
formare una singola unità metaforica.
·
Dilogia:
Consiste nel ripetere le parole, più volte in momenti diversi, per ottenere più
efficacia espressiva.
·
Disfemismo: Opposta all'eufemismo,
consiste nel sostituire una parola normale gradevole con un'altra offensiva o
sgradevole, senza però cambiare il tono dell'espressione. Es.: È un bimbo birbante; I miei vecchi (riferito ai genitori anche non
anziani).
·
Dissimulatio o Dissimulazione: figura del discorso
con cui l'oratore o lo scrittore finge di non capire o d'intendere in un altro
senso ciò che ha detto l'avversario.
·
Distribuzione: un tipo di enumerazione in cui i termini elencati sono
distanziati fra loro da complementi, apposizioni o attributi (mentre
nell'enumerazione classica sono a contatto).
·
Dittologia: Si ha nel ribadire un concetto con parole
semanticamente molto simili legate dalla congiunzione e. Es.: E vissi a Roma sotto 'l buono
Augusto, / nel tempo de li dei falsi e bugiardi (Dante, Divina Commedia, Inf.I,71-72).
E [modifica]
·
Ecfrasi:
Quando un'arte tenta di correlarsi a un'altra definendo e descrivendo l'essenza
e la forma dell'arte originaria, facendo questo "rivela" particolari
normalmente invisibili a chi non sia esperto di quella particolare forma
d'arte.
·
Ellissi:
All'interno di una frase, consiste nell'eliminazione di alcuni elementi al fine
di dare al periodo concisione e coesione. Es.: Chiara frequenta il liceo classico,
Mara lo scientifico.
·
Ellissi temporale: Tecnica narrativa consistente
in un salto temporale nella narrazione di un'opera.
·
Enallage:
Consiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra. Es.: ...perch'io sia giunto forse
alquanto tardo, / non
t'incresca restare a parlar meco (Dante,
Divina Commedia, Inf.XXVII,22-23), al posto dell'avverbio tardi.
·
Enantiosemia: Qualità di una frase o di una parola a cui
possono essere attribuiti due significati diversi. Es.: alta montagna e alto
mare, nella prima alto significa proprio altezza, nella
seconda assume il significato opposto di profondità.
·
Endiadi:
Nell'esprimere un concetto è l'uso di due termini complementari in sostituzione
di un unico sostantivo, coordinati fra essi, sovente tramite la congiunzione e; spesso uno dei due termini
potrebbe essere sostituito da un aggettivo relazionato all'altro. Es.: Chi è fermato di menar sua vita /
su per l'onde fallaci e per gli scogli (Petrarca,
Canzoniere, LXXX,1-2); e il
grande impero / di quella Roma, e l'armi, e il fragorio (G. Leopardi La sera del dì di festa,
vv.35-36) [il fragorio delle armi]; sed
vi et vita pervolgata patrum (Terenzio,
Heautontimorumenos) (vi et vita cioè con la forza e la vita può diventare con la vita forte/dura).
·
Endiatri:
similare all'endiadi, è l'uso di tre lemmi coordinati fra loro per indicare una
stessa cosa. Es. Sputa fuoco,
fiamme, vampate.
·
Enfasi:
Consiste nel mettere in rilievo una parola o una frase con una particolare
pregnanza, affinché non passi inosservata. Es. Egli sì che è un vero amico.
·
Engo:
figura retorica della lingua
giapponese che crea
associazioni tra le espressioni utilizzate all'interno di una poesia facendo
seguire, a distanza, a un certo termine una voce che abbia una relazione di
affinità con esso, dando alla poesia una maggior coesione.
·
Enjambement: In poesia, frattura a fine verso della sintassi o
di una parola causata dall'andare a capo verso. Es.: sol con un legno e con quella compagna / picciola da la qual non fui diserto (Dante, Divina Commedia,
Inf.XXVI,101-102).
·
Entimema:
Argomentazione in forma di sillogismo in cui almeno una delle premesse è
solamente probabile. Es.: È
svizzero, quindi è preciso, in cui è taciuta la premessa Tutti gli svizzeri sono precisi.
·
Enumerazione: Consiste nell'elencare in
serie dei termini che possono essere coordinati tra loro per asindeto o per polisindeto.
·
Epanadiplosi o Epanastrofe:
consiste nell'iniziare e concludere un verso o una frase con la stessa parola.
Es.: È giunto il fin dei
lunghi dubbi, è giunto, / nobiluomini, il dì che statuito / fu a risolver da
voi (Manzoni, Il conte di
Carmagnola, Atto I, Scena I).
·
Epanalessi o Epizeusi o Geminatio:
consiste nel raddoppiamento di un'espressione all'inizio di un verso, al suo
interno o alla fine. Es.: In
verità, in verità vi dico...; - ma
passavam la selva tuttavia, / la selva, dico, di spiriti spessi (Dante, Divina Commedia,
Inf.IV,65-66).
·
Epanastrofe: vedi Epanadiplosi.
·
Epanodo:
Consiste nell'approfondire, con aggiunta di particolari, una parola o una frase
detta precedentemente. Es.: Sabrina
è fantastica, anzi meravigliosamente fantastica!.
·
Epanortosi: Si ha quando si ritorna su una determinata frase,
per attenuarla, per migliorarla o per correggerla. Es.: Questo governo governa male, anzi
questo governo non governa!.
·
Epifonema:
È una figura di stile posta di solito in fondo al testo, a suggello di rendere
solenne ciò che precede. Es.: Noi
andavam con li dieci demoni. / Ahi fiera compagnia! ma nella Chiesa / coi Santi
e in taverna co' ghiottoni (Dante,
Divina Commedia, Inf.XXII.13-15).
·
Epifora:
Figura speculare dell'Anafora, consiste nella ripetizione di una o più parole di un
enunciato o di un suo membro alla fine di enunciati o di membri successivi.
Es.: Più sordo e più fioco /
s'allenta, si spegne. / Sola una nota / ancor trema, si spegne, / risorge, trema,
si spegne (D'Annunzio, La
pioggia nel pineto, 75-79).
·
Epifrasi o Epistrofe:
Affine all'iperbato,
consiste nell'aggiunta per coordinazione di una parola o di un enunciato a una
frase che ha già un suo senso, quindi è un di
più, non strettamente necessario. Es.: Io
gli studi leggiadri / talor lasciando, e le sudate carte (Leopardi, A Silvia).
·
Episinalefe: Si verifica
quando la sillaba eccedente di un verso, che dovrebbe essere piano e invece è
sdrucciolo, entra in sinalefe con la prima sillaba del verso
seguente che inizia per vocale. Es.: E’
l’alba,: si chiudono i petali / Un poco gualciti; si cova / Dentro
l’urna molle e segreta, / Non so che felicità nuova (Pascoli, Il gelsomino notturno); il li di petali con Un del verso successivo.
·
Epitesi o Paragoge:
Aggiunta di una vocale, alla fine di una parola, in appoggio. Es.: fu, diviene fue; alcool diventa alcoole.
·
Epiteto:
Figura che consiste nell'addizione di alcuni elementi a singole parole o nomi.
Es.: piè veloce Achille, Pallade occhio azzurro.
·
Epizeusi:
sinonimo di Epanalessi.
·
Esclamazione: Consiste nell'esprimere con enfasi uno stato d'animo in forma
esclamativa. Es.: Allor fui
preso, e non mi spiacque poi, / sì dolce lume uscia dagli occhi suoi(Petrarca,
Nova angeletta sovra l'ale accorta, 7-8).
·
Eufemismo:
Consiste nell'attenuare frasi o espressioni irriguardose e indecenti. Es.: è passato a miglior vita al posto di morire; colui che non si nomina, al
posto di iettatore.
·
Exemplum:
citazione o racconto di un fatto storico, mitico o letterario, portato a
dimostrazione o a conferma di un'affermazione o di un'argomentazione.
F [modifica]
·
Flash Forward:
vedi Prolessi.
·
Francesismo: l'uso di una parola o espressione propria della
lingua francese a fini poetici e stilistici; più in generale indica parole di
origine francese il cui uso è divenuto ricorrente in italiano, sia nella forma
originaria sia in quella italianizzata. Es.: avete
fatto como la lumera (Bonagiunta Orbicciani, Voi, ch'avete
mutata la mainera, v. 5); per
lo qualeennalumini la
nocte (Francesco d'Assisi,
Cantico delle creature, v. 18).
·
Figura etimologica: si ha quando vengono
utilizzati nell'ambito dello stesso verso o frase due o più parole che hanno la
stessa etimologia. Es.: esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier
rinova la paura! (Dante,
Divina Commedia, Inf.I,5-6); male perditus, pessime ornatus
eo: / tantum gemiti et mali maestitiaeque (Plauto, Aulularia).
G [modifica]
·
Geminatio:
vedi Epanalessi.
·
Grecismo: L'utilizzo di un vocabolo, forma
o espressione di origine greca, utilizzata in lingua italiana e latina.
H [modifica]
·
Hysteron proteron o Isterologia:
Riguarda il sovvertimento dell'ordine logico e cronologico nel disporre gli
eventi in un testo, anticipando ciò che dovrebbe essere detto dopo. Es.:Moriamo,
e gettiamoci nella mischia (Virgilio,
Eneide, libro II), dove alla morte eroica è posposta la causa, cioè il
combattimento gagliardo.
I [modifica]
·
Iato:
Si chiama iato l'incontro di due vocali (una dolce e una aspra, oppure entrambe
aspre) non formanti un unico suono, ossia pronunciate separatamente con duplice
emissione di voce. Es.: o-bli-o; pa-u-ra; pi-a; re-al-tà; a-ero-pla-no; po-e-ta.
·
Incapsulatore: Forma di anafora attuata attraverso un sintagma definito e introdotto da un
dimostrativo (questo, codesto, siffatto). Es.: Questo mercato allargato, di
cultura medio-bassa, ha imposto un drastico cambiamento nella tradizione
lessicografica italiana.
·
Inglesismo: Termine di origine inglese, nuovo nella lingua
italiana, utilizzato in forma originaria o italianizzata a scopi stilistici.
·
Interrogazione retorica: Consiste in una
domanda in cui è insita la risposta, quindi fatta in senso ironico, sarcastico.
Es.: Chi è più scellerato che
colui / che al giudicio divin passion porta? (Dante, Divina Commedia,
Inf.XX,29-30).
·
Inversione sintattica: Consiste nello
spostamento degli elementi di una frase in modo tale da stravolgerne la
sintassi, per dare più risalto all'elemento anteposto. Es.: Dolce e chiara è la notte e senza
vento (Leopardi, La sera del
dì di festa)
·
Invettiva:
È il rivolgersi improvvisamente a persona o cosa con rimproveri o accuse. Es.: Ahi Pisa, vituperio delle genti /
del bel paese la dove 'l si suona (Dante,
Divina Commedia, Inf.XXXIII,79-80).
·
Ipallage:
Consiste, all'interno di uno o due versi, nell'inserimento di una parte del
discorso in una posizione della frase diversa da quella logica. Es. «le mura dell'alta Roma», invece di
«le alte mura di Roma»
·
Iperbato o Metatesi a distanza: metatassi che indica l'inversione di due parole
nell'ambito di un verso o di una frase, con l'inserimento di altre parole, cioè
il distanziare all'interno di una frase due parole che per rapporto
grammaticale si troverebbero più vicine. Es.: Me
ad evocar gli eroi chiamin le Muse / del mortal pensiero animatrici (Foscolo, I Sepolcri)
·
Iperbole: consiste nell'esagerazione nella
descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino. Es. Ti amo da morire!.
·
Ipocoristico: È un modo di accorciare nomi propri e comuni,
seguendo un principio di minimo sforzo. Es.: prof per professore/professoressa; Peppe per Giuseppe; Lella perGabriella.
·
Ipostasi:
Indica la personificazione di un concetto astratto. Es.: Una forma smisurata di donna....col
busto ritto, di volto... (Leopardi,
Dialogo della Natura e di un Islandese), concretizzazione della Natura.
·
Ipotassi:
Struttura sintattica caratterizzata dalla presenza di una congiunzione a
marcare il rapporto di subordinazione. Es.: ancor
ve dirò c'ha maggior
vertute (Guido Guinizzelli,
Io voglio del ver la mia donna laudare); Dico che sei buono.
·
Ipotiposi o Descrizione: il descrivere qualcuno o
qualcosa con particolare vivacità e chiarezza. Es.: Vedi là Farinata, che s'è dritto: /
dalla cintola in su tutto il vedrai / I' aveva già 'l mio viso nel suo fitto; /
ed ei s'ergea col petto e con la fronte, / com'avesse l'Inferno in gran
dispitto (Dante, Divina
Commedia, Inf.X,31-36).
·
Ironia:
Consiste nell'affermare qualcosa che è esattamente il contrario di ciò che si
vuole intendere, ma in modo da renderlo percepibile a chi ascolta. La consigli di venirsi a mettere
sotto la mia protezione (Manzoni,
Promessi Sposi), frase ironica proferita da don Rodrigo a Fra Cristoforo riferita a Lucia.
·
Isocolon:
Perfetta corrispondenza per numero e disposizioni di parole fra due o più
periodi di un costrutto. Es.: Veni,
vidi, vici (Plutarco, Vita di
Cesare, 50,6).
·
Isterologia: vedi Hysteron
proteron.
·
Iterazione: vedi Anafora.
K [modifica]
·
Kakekotoba: figura retorica tipica della lingua
giapponese che
utilizza omofoni che permettono una lettura su più
livelli, uno letterale e uno omofono.
·
Kenning:
figura retorica tipica della lingua norrena costituita una frase poetica che
sostituisce, rimpiazzandolo con una perifrasi, il nome di una persona o di una
cosa
L [modifica]
·
Latinismo:
figura retorica propria della lingua italiana e particolare tipo di arcaismo,
consistente nell'utilizzo di un termine direttamente ripescato dal latino che
invece la lingua popolare avrebbe modificato. Es.: Forse perché della fatal quïete /
tu sei l'imago a me sì
cara vieni, / o Sera! E quando ti corteggian liete / le nubi estive e i zeffiri
sereni, / e quando dal nevoso aere inquïete / tenebre e lunghe
all'universo meni / sempre scendi invocata, e le secrete / vie del mio cor
soavemente tieni. (Ugo
Foscolo, Alla sera).
·
Leixaprén: figura retorica stilistica del galiziano e del portoghese.
Consiste nella ripetizione dei secondi versi di una coppia di strofe come primi
versi della coppia seguente di strofe.
·
Linea sintagmatica: Il concatenamento di
elementi atti alla comunicazione (parole o qualsiasi altro tipo di segno)
legati da un rapporto di contiguità (l'uno dopo l'altro).
·
Litote:
dare un giudizio negandone il contrario. Es.: Quell'uomo
non è un genio; Don
Abbondio non era nato con un cuor di leone (Manzoni, Promessi Sposi); Onde non tacque(Foscolo, A
Zacinto).
M [modifica]
·
Malapropismo: vedi Paronimia.
·
Meronimia:
È una relazione semantica fra un nome che indica il tutto e una delle sue
parti. Es.:Il cinturino è un meronimo dell'orologio
·
Metafora:
È la sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Es.: Non ho voglia / di tuffarmi / in un
gomitolo di strade (Ungaretti,
Natale,1-4)
·
Metalessi:
Particolare tipo di Metonimia in cui il termine proprio è sostituito
non con il suo traslato immediato, ma con una o più metafore intermedie. Es.: Guadagnarsi il pane col sudore
della fronte.
·
Metalogismo: È una figura retorica moderna che riguarda il
livello di contenuto e dei valori di verità. Es.: È bello da morire.
·
Metanoia:
artificio retorico usato per ritrattare un'affermazione appena fatta e poi
dirla nuovamente in un modo migliore. È simile alla correctio.
Se la correzione risponde a un calcolato effetto retorico, si parla più
specificamente di epanortosi.
·
Metaplasmo: cambiamento nell'aspetto sonoro o grafico di una
parola per produrre o intensificare determinati effetti. Può avvenire tramite
l'aggiunta (prostesi, epentesi, epitesi),
la soppressione (aferesi, apocope, sincope)
o la permutazione (metatesi) di elementi grafici o sonori.
·
Metasemema: il modificare il significato di una parola sul
piano del contenuto. A questa categoria appartengono la sineddoche,
la metafora,
la metonimia e l'ossimoro.
·
Metatassi:
consiste nel modificare la sintassi del discorso. Le metatassi si possono
dividere in: metatassi di ripetizione di parole (anafora, epifora, anadiplosi, epanafora,epanadiplosi, epizeusi);
metatassi di ripetizione di strutture sintattiche (enumerazione, isocolon);
metatassi di permutazione (anafora, catafora, chiasmo, iperbato).
·
Metatesi:
l'inversione dell'ordine sintattico usuale delle parole. Se ne distinguono due
tipi: se l'inversione avviene fra termini vicini si parla di anafora o metatesi a contatto; se l'inversione
avviene fra termini distanti nella frase si parla di metatesi a distanza o iperbato.
·
Metonimia:
Evocare un'idea citando al suo posto un concetto a essa relativo; se si tratta
di paragoni quantificativi la metonimia prende il nome di sineddoche;
può avvenire nei seguenti casi:
·
il contenente per il contenuto (bottiglia per vino; bere un bicchiere, cioè bere (un bicchiere d')acqua);
·
l'astratto per il concreto o viceversa (il prezzo della fama, avere orecchio);
·
la causa per l'effetto o viceversa (guarire da una caduta, bagnare il letto);
·
la materia per l'oggetto (legno per croce, bronzo per statua);
·
l'autore per l'opera (leggere Omero al posto di leggere l'Iliade; possedere un Picasso al posto di possedere un quadro di Picasso);
·
il luogo per l'oggetto o istituzione (Via XX Settembre per indicare il Ministero
dell'Economia);
·
la parte del corpo per la persona (Lingua mortal non dice /
quel ch'io sentiva in seno (Leopardi,
A Silvia, 26-27)).
N [modifica]
·
Nemesi storica: quando una serie di eventi
storici, considerati negativi, si conclude con inattesi risultati compensatori.
·
Neologismo: Parola appositamente coniata nel contesto a fini
metrici e stilistici; più in generale indica una parola di conio recente,
introdotta da poco nella lingua per soddisfare nuove esigenze espressive. Es.: Sotto la penna, ovvero stalagmitificanomisi (A. Boito).
·
Noema:
Evidenziare un concetto esprimendolo con uno stile differente rispetto al
contesto.
O [modifica]
·
Occupatio:
atto, da parte dell'oratore, di prevenire l'obiezione dell'avversario già nella
propria argomentazione.
·
Olofrase o Olofrastico:
l'uso di una sola parola per indicare il significato di un'intera frase, tipico
del linguaggio infantile. Es.: Dai!;
- Si!; - Mai!. Esempio di questo
fenomeno sono leinteriezioni e
le parole sì, no, ecco usate in risposta a una domanda, dove
il resto della risposta resta sottinteso.
·
Omeoarco o Omeoarcto:
accostamento di due parole di senso diverso che iniziano con la stessa sillaba.
Es.: Heu me misere miserum, perii! Male perditus... (Plauto, Aulularia).
·
Omeottoto:
Concerne parole di una frase aventi lo stesso caso o caso simile. Es.: Hominem laudem egentem virtutis,
abundantem felicitatis? Devo
lodare un uomo di buona fortuna abbondante, ma di virtù carente? (Cicerone,
Rhetorica ad Erennium, 4,28).
·
Omoteleuto o Omoioteleuto o Omeoteleuto:
In una frase o in un verso è l'utilizzo di termini successivi che hanno lo
stesso fonema finale. Es.: Mesto
orto (Carducci); Cui donolepidum novum libellum / arida modo pumice explitum? (Catullo, carme 1) "A chi dono
[questo] carino nuovo libretto / or ora levigato con l'arida pomice?".
·
Onomatopea: È l'insieme di trascrizioni fonetiche e
riproduzioni di rumori, voci di animali e suoni. Es.: Il tuo trillo sembra la brina / che sgrigiola,
il vetro che incrina... / trr trr trrterit tirit (Pascoli, L'uccellino del freddo); e c'era quel pianto di morte chiù (Pascoli, L'assiuolo).
·
Ossimoro:
Antitesi di parole differenti fra loro che vengono accostate per dare un senso
paradossale. Es.: Dotta
ignoranza; Sentia
nell'inno la dolcezza
amara / de' canti uditi da
fanciullo (G.Giusti,
Sant'Ambrogio, 65-66).
·
Ostensivo: Una definizione data mostrando
ciò che l'espressione stessa denota. Es.: Da
Vocabolo deriva Vocabolario, che è questo libro (Vocabolario degli Accademici della
Crusca, I° edizione, 1612).
P [modifica]
·
Palindromo: È detta così l'espressione, di senso compiuto,
leggibile da sinistra verso destra e viceversa. Es.: recai piacer; ai lati d'Italia; Roma tibi subito motibus ibit amor.
·
Palinodia:
Ritrattazione di un argomento espresso in precedenza, con cui l'autore dichiara
di aver mutato parere; può essere reale o fittizia, a scopo ironico.
·
Panegirico: Solenne esaltazione reale o ironica di un
personaggio illustre o ben noto.
·
Paradosso:
Quando in una frase o concetto da premesse plausibili derivano assurdità
illogiche. Es.: Io sto
mentendo, se è vera, non sto dicendo la verità quindi è falsa; se è falsa,
sto dicendo la verità, quindi sto mentendo.
·
Parafrasi:
la riscrittura del testo a fine di renderlo in una lingua più semplice e
comprensibile. Es. Si sta come
d'autunno sugli alberi le foglie (Ungaretti)
diventerebbe Si sta come le
foglie sugli alberi d'autunno.
·
Paragone:
Consiste nel chiarire un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben
noto, purché i termini di confronto siano intercambiabili. Es.: e le tue chiome auliscono come le
chiare ginestre (D'Annunzio,
Pioggia nel pineto)
·
Paralessi: vedi Preterizione.
·
Paraipotassi: identifica la commistione tra l'ipotassi e la paratassi.
Consiste nella coordinazione di una proposizione principale a una precedente
sua subordinata tramite una particella connettiva (solitamente la congiunzione e), così da ottenere un
maggiore correlazione tra le due. Es.: S'io
dissi il falso, e tu falsasti il conio.
·
Paralipsi:
vedi Preterizione.
·
Paralissi:
vedi Preterizione.
·
Parallelismo: consiste nello sviluppare
un’idea attraverso la disposizione simmetrica di brevi enunciati. Es.: Mandò le tenebre e fece buio (Salmi, 104, 28)
·
Paraprosdokian: Consiste
in una frase con finale inaspettato o troncamento.
·
Paratassi:
struttura sintattica caratterizzata dalla mancanza di congiunzioni fra
proposizioni coordinate o subordinate fra loro. Es.: Egli vada, ella rimanga!.
·
Paretimologia: Si ha quando una parola viene interpretata
nelle sue origini storiche tramite associazioni su similitudini di forma e significato.
Es.: lucus a non lucendo,
dove il bosco (lucus) sarebbe così chiamato perché non vi filtra la
luce.
·
Paromeosi:
Consiste in una combinazione di Omoteleuto e Omeottoto con Paronomasia o Polittoto.
Es.: Straziami, ma di baci
saziami.
·
Paronimia o Malapropismo:
scambio, voluto o accidentale, di parole somiglianti nella forma, ma diverse
nel significato. Simile se non uguale a Paronomasia.
Es.: spiccicare espiaccicare; infettare e infestare.
·
Paronomasia: Accostamento di due parole con sonorità simile.
Es.: Chi dice donna, dice
danno; - trema un ricordo
nel ricolmo secchio, / nel puro cerchio un'immagine ride(Montale, Cigola la
carrucola del pozzo, 3-4)
·
Parodia:
testo o sezione di testo in cui l'autore deforma in senso caricaturale un'opera
altrui con intento polemico o per divertimento.
·
Parola-rima: parola che
costituisce rima nella sua interezza e non solamente nella sua parte finale.
Es.: Dietro / qualche / vetro
/ qualche / viso / bianco / qualche / riso / stanco / qualche / gesto / lesto (G. A. Cesareo, Parte il treno, vv.
6-17).
·
Plastiche: libera
mescolanza di differenti registri stilistico-linguistici e/o differenti
linguaggi, oppure anche l'opera realizzata mediante simile mescolanza.
·
Patronimico: aggettivo coniato dal nome del padre, spesso
assumente carattere ricorsivo in poemi epici. Es.: Achille pelide, Agamennone atreide.
·
Perifrasi o Circonlocuzione:
"giro di parole", sequenza di parole per indicare una persona o una
cosa. Es.: il ghibellin
fuggiasco per Dante.
·
Personificazione: vedi Prosopopea.
·
Pleonasmo:
Espressione che non aggiunge niente, qualitativamente, nella frase in cui è
inserita. Es.:A me mi piace la marmellata; Che ce ne importa a noi? Dici sempre la stessa
tiritera (Tozzi).
·
Ploce: ripetizione della
stessa parola con significati diversi.
·
Polifonia: particolare
effetto prodotto dalla compresenza all'interno di un testo narrativo di diverse
voci di personaggi del tutto indipendenti fra loro e dall'autore, che si
esprimono in forme anche linguistiche e/o stilistiche differenti.
·
Poliptoto o Polittoto o Derivatio:
Consiste nel ricorrere di un vocabolo con funzioni sintattiche diverse. Forma
spesso espressioni idiomatiche. Es.: Starsene
con le mani in mano;E
li 'nfiammati infiammar sì
Augusto / che' lieti onor tornaro in tristi lutti (Dante, Divina Commedia,
Inf.XIII,68-69); Vestitu nimio indulges; nimium ineptus es". / Nimium ipse est durus (Terenzio, Adelphoe, vv. 63-64).
·
Polisemia:
compresenza di diversi significati, propria di testi semanticamente pregnanti,
cioè che possono essere letti e interpretati a vari livelli di senso.
·
Polisindeto: È una sequenza marcata di congiunzioni fra due o
più parole. Es.: Avea in ogni
sua parte un laccio teso / o parli o rida o canti o passo muova (Ariosto,L'Orlando furioso, VII, 16).
·
Premunizione: Consiste nel controbattere,
anticipandone il contenuto, le obiezioni del nostro interlocutore. Es.: Chi si è preso la penna che stava
qui?.
·
Preterizione o Paralessi o Paralipsi o Paralissi:
È dire che si tacerà qualcosa mentre poi invece se ne parla. Es.: Non ti dico che folla ho trovato!.
·
Priamel:
schema retorico, consistente in un catalogo o rassegna di
oggetti/concetti/valori, ai quali è contrapposto un termine di paragone, del
quale si rivendica la superiorità. Es.:Alcuni un esercito di cavalieri,
altri di fanti e altri ancora di navi dicono essere la cosa più bella sulla
terra bruna, io ciò di cui si è innamorati (Saffo, 16 V. (= 16 L .-P.), 1-4).
·
Prolessi o Flash Forward:
Anticipa un elemento dell'enunciato o della frase rispetto alla sua posizione
nel logico ordine. Es.: Questo
vorrei che facessi, che tu non aprissi la porta a nessuno.
·
Prosopopea o Personificazione:
quando si attribuiscono qualità o azioni umane ad animali, oggetti, o concetti
astratti. Es.: Vaghe stelle
dell'Orsa, io non credea / tornare ancora per uso a contemplarvi (Leopardi, Le ricordanze, 1-2).
·
Prostesi o Protesi:
Consonante, vocale o sillaba, aggiunta davanti a una parola per motivi
eufonici. Oggi di raro uso. Es.: in iscuola; in Ispagna; addimandare.
R [modifica]
·
Raddoppiamento o Reduplicazione:
Consiste nella ripetizione di un'intera parola nell'ambito di una frase al fine
di sostituirsi al superlativo, nel caso di aggettivi e per intensificarne il
significato, nel caso di verbi. Es.: piano
piano al posto di pianissimo
e corri corri per aumentarne l'efficacia. Vedi anche Anafora.
·
Reiterazione: Consiste nel ripetere lo stesso concetto con
altre parole. Introdotta di frequente con espressioni tipo cioè, - In altre parole, - ovvero.
·
Reticenza o Sospensione o Aposiopesi:
Consiste nel sospendere una frase senza ultimarla, lasciando intendere al
lettore la parte finale, normalmente reso in grafica con i tre puntini sospensivi.
Es.: E questo padre Cristoforo
so da certi ragguagli che è un uomo che non ha tutta quella prudenza, tutti
quei riguardi... (A.
Manzoni).
·
Retrospezione: vedi Analessi.
·
Ripetizione: È l'insieme delle figure retoriche in cui
ricorrono una o più ripetizioni di lettere, parole e simili. Es.: Climax, Epanalessi, Epifora, Diafora, Epanadiplosi, Paronomasia,
ecc.
S [modifica]
·
Sarcasmo:
Il sarcasmo è una figura retorica usata per mostrare la presa in giro, la
canzonatura o la burla di una persona o di un'idea. Es. Quanto a cotesti greci, che se ne
vanno spesso intabarrati e con la testa coperta, vengono avanti infagottati,
coi loro libri e le loro sportine, si fermano, stanno a confabulare tra loro,
pezzi di schiavi e fuggitivi! Ti stanno sempre fra i piedi e ti intralciano,
avanzano sputando sentenze, li vedi sempre all'osteria a bere (Plauto, Curculio, vv. 288-292).
·
Scarto semantico: mutamento dal significato
comune a un significato soggettivo e personale di una parola o di un termine.
Es.: brandelli di muro (Ungaretti).
·
Senhal:
figura retorica tipica della poesia trobadorica in cui il poeta utilizza pseudonimi
per riferirsi a persone o oggetti che non può o non vuole direttamente citare
per paura, per non rendere esplicite determinate verità o per non scontrarsi
coi potenti. Es.: bon vezi di Guglielmo d'Aquitania, dolza enemia o restaur di Sordello da
Goito, pseudonimi con cui i suddetti poeti identificavano la loro
amata.
·
Sermocinatio: durante una discussione, fingere di inserire un
terzo estraneo imitandone lo stile invece di riportarlo indirettamente.
·
Sillessi o Costruzione ad sensum o Concordanza a senso: Figura
sintattica in cui vi è un accordo di tipo logico, ma non grammaticale fra due
termini di una frase, in pratica una forma di paronomasia.
Es.: E cielo e terra si mostrò
qual era (Pascoli, Il lampo).
·
Similitudine: è una figura retorica con la
quale si chiarisce un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben
noto. È simile al paragone,
ma i termini del confronto non sono intercambiabili. Avviene tramite connettivo
quali come, così ... come, tanto ... quanto, tale, simile a, quanto. Es.: Qual è colui che sognando vede, che dopo
'l sogno la passione impressa rimane, e l'altro a la mente non riede, cotal son'io (Dante, Divina Commedia,
Par.XXXIII,58-61).
·
Simploche o Complexio o Conexio o Communio: Consiste nella combinazione di
un'anafora con un'epifora,
cioè la ripetizione di parole all'inizio e alla fine del verso o della frase.
Es.: Libro di Daniele, 3,51-88, dove ogni verso comincia con Benedetto o Benedite e finisce con in eterno. Oh! Solo nell'ombra che porta / quei gridi...(chi
passa laggiù?) / Oh! Solo
nell'ombra già morta / per
sempre...(chi batte alla porta?) (Pascoli,
Myricae, Notte di vento).
·
Sinafia:
Indica quei fenomeni metrici, di computo di sillabe, che si verificano fra la
fine di un verso e l'inizio di quello successivo. Ne sono esempi la Dialefe,
la Sinalefe,
l'Episinalefee l'Anasinalefe.
·
Sinalefe:
Si ha quando la sillaba finale di una parola si fonde, nel computo, con
l'iniziale della parola che segue. Es.: Voi
ch'ascoltate in rime sparse il suono (F.Petrarca, Canzoniere, I). Se le
sillabe, nel computo, non si fondono si ha la Dialefe.
·
Sinchisi:
Consiste in una modifica dell'ordine sintattico di una frase, combinando
insieme Anastrofi e Iperbati.
Es.: le dal sol percosse del
suo fiotto inegual spume d'argento (S.
Bettinelli).
·
Sincope: Indica la soppressione di uno o più
fonemi all'interno di una parola. Es.: staccio per setaccio; spirto per spirito; Gianni per Giovanni. Figure simili sono l'Apocope e l'Aferesi.
·
Sineddoche: Consiste nell'uso in senso figurato di una parola
al posto di un'altra, si distingue dalla metonimia in quanto si basa su relazioni
quantitative secondo le seguenti regole:
·
la parte per il tutto (tetto per casa);
·
il tutto per la parte (America per USA);
·
il genere per la specie (i mortali per gli
uomini);
·
la specie per il genere (il piatto a tavola non ci manca - il
piatto a tavola per il cibo);
·
il singolare per il plurale (onde non tacque / le tue limpide
nubi e le tue fronde / l’inclito verso di colui che l’acque (U. Foscolo, A Zacinto, 6-8); verso per versi)
·
il plurale per il singolare (O sacrosante Vergini, se fami, /
freddi o vigilie mai per voi soffersi, / cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami.
(Dante, Divina Commedia, Purg.XXIX,37-39); fami,
freddi per fame, freddo).
·
Sineresi:
Consiste nel riconoscimento di due vocali vicine all’interno di una parola, che
non formino dittongo e quindi costituiscano due sillabe, come una sillaba sola.
Es.: Ed er-ra l’ar-mo-nia per ques-ta val-le. (Leopardi, Il
passero solitario)
·
Sinestesia: Consiste nel trasferire un
tipo di sensazione a un altro appartenente ad altro dominio sensoriale. Es.: Ma per le vie del borgo / dal
ribollir de’ tini / va l’ aspro
odor de i vini / l’anime a
rallegrar. (G. Carducci, San Martino, 5-8), dove la sensazione gustativa (aspro)
si fonde con quella olfattiva (odor).
·
Sinonimia:
l'utilizzo di due o più parole di significato uguale (sinonimi) nello stesso
testo o passo.
·
Sistole: Spostamento dell'accento tonico verso
l'inizio della parola a fini metrici o di rima. Contrario Diastole. Es. la
notte ch'io passai con tanta pièta (invece
di pietà) (Dante, Inferno, I, v. 21).
·
Sospensione: vedi reticenza.
·
Sostantivizzazione:
Slittamento di parti del discorso diverse dal nome in funzioni sintattiche
riservate al nome stesso senza che intervengano variazioni formali. Fenomeno
presente in molte locuzioni proverbiali. Es.: Tra
il dire e il fare c'è di mezzo il mare (verbi
sostantivizzati); Con i se e
con i ma la storia non si fa (congiunzioni
sostantivizzate).
T [modifica]
·
Tautologia: Proposizione logica in cui il predicato ha lo
stesso significato del soggetto oppure definizione di una cosa o concetto
tramite sé stesso. Es.: I
quadrupedi hanno quattro zampe; Un
cane è un cane.
·
Tmesi:
Si ha quando alla fine di un verso l'ultima parola viene scissa in due e una
parte è trasposta al verso successivo. Es.: septem
subiecta trioni (Virgilio,
Georgiche,III), doveseptem e trioni sono due parti della parola
settentrione con cui Virgilio identificava l'Orsa Maggiore.
·
Traslato:
Si ha ogni volta che una parola viene usata con senso diverso da quello
normalmente attribuito alla parola stessa. Varie figure retoriche rientrano in
questa definizione allargata, fra le quali la Sineddoche,
la Metonimia,
la Catacresi,
la Metafora.
·
Troncamento:
vedi Apocope.
·
Tropo: Si ha quando un'espressione viene trasferita dal
contenuto che le è proprio, applicandola per estensione ad altri oggetti o
contesti. Non facilmente differenziabile dalTraslato.
Es.: mi piaci da vivere al posto di mi piaci da morire.
U [modifica]
·
Umorismo:
È un metalogismo di comicità, raffinato da intelligenza
e cultura, senza sarcasmo,
affine all'ironia.
·
Understatement: Ricorso a parole per difetto,
oltre i limiti della verosimiglianza e fino alla deformazione del reale. Es.: Mi sento un po' affamato, non
mangio da tre giorni (il po'sottostima la propria fame);
altro esempio sono le varie situazioni che l'umorismo inglese rende paradossali.
V [modifica]
·
Variatio:
Procedimento che consiste nel modificare a livello fonetico, grammaticale,
sintattico-morfologico o semantico i meccanismi della ripetizione, soprattutto
quando non sono retoricamente motivati. Sue forme sono il Polittoto,
la Paronomasia e la Sinonimia.
Z [modifica]
·
Zeugma: collegamento di un verbo a due o
più elementi della frase che invece richiederebbero ognuno rispettivamente un
verbo specifico. Es.: Fuori
sgorgando lagrime e sospiri(Dante, Purgatorio XXXI, v.20); Ma se a conoscer la prima radice /
del nostro amor tu hai cotanto affetto, / farò come colui che piange e dice (Dante, Inferno, V,124-126).
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