mercoledì 23 marzo 2011

IL CASO LIBIA 23 marzo 2011






     Il bla bla televisivo non serve ad attenuare le nostre preoccupazioni a fronte di una realtà libica che sicuramente era gestibile non all’ora di pranzo per soddisfare gli appetiti e neppure in cerca di morti su cui piangere.

     Le diplomazie dovevano e potevano mettere in campo tutte le idee percorribili e se non era possibile chiedere che in cambio del baciamano che cera stato il sig ….. doveva pur qualcosa all’amico che si era quasi prostrato davanti a lui.

     Il bla bla di molti conduttori alla televisione mi fa pensare che non soltanto io sono un incosciente quando cerco di non pensare ai pericoli che l’azione intrapresa porta con se, ma anche tutti quelli che credono di avere qualcosa da dirci per tranquillizzarci,  in cambio di un gettone di presenza, di un rimborso spese o di qualcosa altro che è stato loro promesso, per non farci sentire la paura a fior di pelle o a rischio di palle…

     Ma come fanno ad assoggettarsi a questa messa in scena ? Quale certezza trovano dentro di loro da comunicare a noi ?

     Oggi sono soltanto i barconi con i disperati o di quelli che provano ad aprirsi un varco verso uno status diverso che ha già consentito ad altri intraprendenti di realizzare i loro sogni con tanti sacrifici e con tanta volontà, ma domani cosa succederà ?
    
     Saremo ancora capaci di aprire le nostre braccia per accogliere o dobbiamo reinventare i cavalli di Frisia ?



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SI  RINGRAZIANO  ANTICIPATAMENTE  LE  TESTATE  UTILIZZATE


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