5/4/2014
Riccardo Monachesi
Terraemota. L'esposizione raccoglie un'antologia delle sculture in ceramica realizzate dall'artista, con particolare attenzione alla produzione degli ultimi anni.
COMUNICATO STAMPA
a cura di Francesco Paolo Del Re
presentazione in catalogo di Maurizio Calvesi
A Roma, dal 6 aprile al 25 maggio, la scultura è protagonista di “Terraemota”, mostra personale di Riccardo Monachesi allestita e ospitata nei suggestivi spazi del Museo delle Mura di Porta San Sebastiano, in collaborazione con Sinopia Galleria, interamente sostenuta dai proponenti. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura e curata da Francesco Paolo Del Re, raccoglie un’antologia delle sculture in ceramica realizzate dall’artista, con particolare attenzione alla produzione degli ultimi anni. Il catalogo, pubblicato da Il Cigno GG Edizioni, si arricchisce di una presentazione di Maurizio Calvesi.
UNA MOSTRA TELLURICA - Come la Terra è sconvolta da continui terremoti, così anche la materia scultorea, per Riccardo Monachesi, è attraversata da forze telluriche, che il lavoro dell’artista si impegna a portare alla luce. “Terraemota” mette dunque in mostra la catastrofe della scultura nel suo divenire, il movimento interno della creta, la sua ancestrale vocazione al racconto dell’umano. E l’allestimento della mostra dialoga con lo spazio, in un complesso gioco di accordi e contrasti tra contenitore e contenuto.
SCULTURA E CERAMICA - Il lavoro di Riccardo Monachesi si incardina su due principi fondamentali: da una parte il primato della scultura, cioè l’affermazione di un modus operandi che precede la scelta del medium ceramico, dall’altra il rispetto assoluto della ceramica, che deriva da una vera e propria passione per la materia.
Monachesi scolpisce la ceramica da ben 37 anni. La manipola. La osserva con le mani prima che con lo sguardo. Ne coltiva l’autenticità espressiva. Tenta di imbrigliarla con il giogo dei calchi lavorando sulla serialità e sulla modularità. La impreziosisce, liberandola dal manierismo attraverso l’esaltazione dell’incidente, dell’imprevisto, dell’indeterminato. Ma allo stesso tempo, in altri tipi di lavori, ne educa le potenzialità emotive ed espressive in virtù della sapiente duttilità nell’uso della tecnica del colombino, che asseconda plasticità sentimentali e traccia, come un vecchio giradischi, il solco di una melodia senza suoni.
LE OPERE IN MOSTRA - In occasione di “Terraemota”, vengono presentati per la prima volta al pubblico in modo completo e in forma installativa i due corpus di opere intitolate “Cubi” e “Pneuma”, che abitano i due spazi espositivi principali, cioè le due torri a pianta circolare che sorgono ai due lati della Porta. La ricerca sul tema del cubo viene portata avanti da un decennio da Riccardo Monachesi: costruzioni di lastre di creta, dall’aspetto insieme fragile e potente, sondano le mille possibili variazioni sulla struttura modulare per eccellenza. Di contro, ecco “Pneuma”, un progetto inedito nella sua completezza.
Le opere di questa serie affastellano evoluzioni leggere, quasi organiche, che sembrano respirare o cantare dietro l’impulso di un turgore interiore.
Viene inoltre presentata in mostra una selezione di moduli della serie “Titoli”: si tratta di un lavoro sul segno, di grande sintesi emozionale, che si esercita all’interno della superficie minima di una formella, ripetuta con la ritmica di una tavola alfabetica o di una composizione tipografica. Come i “Cubi” e gli “Pneuma”, anche i “Titoli” sono tasselli di un’opera corale e appartengono a una vera e propria famiglia di sculture. Ma Riccardo Monchesi è autore anche di opere singole, monumentali nella loro assolutezza. Addentrandosi lungo il camminamento delle mura che da Porta di San Sebastiano arriva fino a Porta Ardeatina, il pubblico incontra tre opere di questo tipo, che eleggono temporaneamente domicilio in seno alle pietre antiche della fortificazione, rappresentando tappe ideali di un cammino di iniziazione, sospeso tra luce e ombra, svelamento e introspezione. Il primo incontro è con “Omenone”, una scultura di grandi dimensioni di ispirazione archeologica.
Poi si profila la sagoma evanescente di “Dona”, ensamble di grandi vasi di gusto morandiano. E il punto di arrivo simbolico del percorso espositivo è la grande scultura “Martirio” realizzata da Riccardo Monachesi echeggiando l’iconografia rinascimentale di San Sebastiano. Anche in quest’opera non c’è nessuna indulgenza verso la figurazione, secondo quanto è proprio del linguaggio dell’artista, ma la scelta di questo lavoro rappresenta un omaggio prezioso al luogo che ospita la mostra, ovvero la Porta di San Sebastiano attraverso la quale le Mura Aureliane si schiudevano per affacciarsi sull’antica via Appia e sulla docile campagna romana.
Inaugurazione: 5 aprile 2014, ore 11.00
Museo delle Mura
Via di Porta San Sebastiano, 18 - Roma
Orari: mar - dom | 9-14
Biglietti: Intero: EURO 5,00, ridotto: EURO 4,00. Per i cittadini residenti nel
territorio di Roma Capitale: intero EURO 4,00, ridotto EURO 3,00
presentazione in catalogo di Maurizio Calvesi
A Roma, dal 6 aprile al 25 maggio, la scultura è protagonista di “Terraemota”, mostra personale di Riccardo Monachesi allestita e ospitata nei suggestivi spazi del Museo delle Mura di Porta San Sebastiano, in collaborazione con Sinopia Galleria, interamente sostenuta dai proponenti. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura e curata da Francesco Paolo Del Re, raccoglie un’antologia delle sculture in ceramica realizzate dall’artista, con particolare attenzione alla produzione degli ultimi anni. Il catalogo, pubblicato da Il Cigno GG Edizioni, si arricchisce di una presentazione di Maurizio Calvesi.
UNA MOSTRA TELLURICA - Come la Terra è sconvolta da continui terremoti, così anche la materia scultorea, per Riccardo Monachesi, è attraversata da forze telluriche, che il lavoro dell’artista si impegna a portare alla luce. “Terraemota” mette dunque in mostra la catastrofe della scultura nel suo divenire, il movimento interno della creta, la sua ancestrale vocazione al racconto dell’umano. E l’allestimento della mostra dialoga con lo spazio, in un complesso gioco di accordi e contrasti tra contenitore e contenuto.
SCULTURA E CERAMICA - Il lavoro di Riccardo Monachesi si incardina su due principi fondamentali: da una parte il primato della scultura, cioè l’affermazione di un modus operandi che precede la scelta del medium ceramico, dall’altra il rispetto assoluto della ceramica, che deriva da una vera e propria passione per la materia.
Monachesi scolpisce la ceramica da ben 37 anni. La manipola. La osserva con le mani prima che con lo sguardo. Ne coltiva l’autenticità espressiva. Tenta di imbrigliarla con il giogo dei calchi lavorando sulla serialità e sulla modularità. La impreziosisce, liberandola dal manierismo attraverso l’esaltazione dell’incidente, dell’imprevisto, dell’indeterminato. Ma allo stesso tempo, in altri tipi di lavori, ne educa le potenzialità emotive ed espressive in virtù della sapiente duttilità nell’uso della tecnica del colombino, che asseconda plasticità sentimentali e traccia, come un vecchio giradischi, il solco di una melodia senza suoni.
LE OPERE IN MOSTRA - In occasione di “Terraemota”, vengono presentati per la prima volta al pubblico in modo completo e in forma installativa i due corpus di opere intitolate “Cubi” e “Pneuma”, che abitano i due spazi espositivi principali, cioè le due torri a pianta circolare che sorgono ai due lati della Porta. La ricerca sul tema del cubo viene portata avanti da un decennio da Riccardo Monachesi: costruzioni di lastre di creta, dall’aspetto insieme fragile e potente, sondano le mille possibili variazioni sulla struttura modulare per eccellenza. Di contro, ecco “Pneuma”, un progetto inedito nella sua completezza.
Le opere di questa serie affastellano evoluzioni leggere, quasi organiche, che sembrano respirare o cantare dietro l’impulso di un turgore interiore.
Viene inoltre presentata in mostra una selezione di moduli della serie “Titoli”: si tratta di un lavoro sul segno, di grande sintesi emozionale, che si esercita all’interno della superficie minima di una formella, ripetuta con la ritmica di una tavola alfabetica o di una composizione tipografica. Come i “Cubi” e gli “Pneuma”, anche i “Titoli” sono tasselli di un’opera corale e appartengono a una vera e propria famiglia di sculture. Ma Riccardo Monchesi è autore anche di opere singole, monumentali nella loro assolutezza. Addentrandosi lungo il camminamento delle mura che da Porta di San Sebastiano arriva fino a Porta Ardeatina, il pubblico incontra tre opere di questo tipo, che eleggono temporaneamente domicilio in seno alle pietre antiche della fortificazione, rappresentando tappe ideali di un cammino di iniziazione, sospeso tra luce e ombra, svelamento e introspezione. Il primo incontro è con “Omenone”, una scultura di grandi dimensioni di ispirazione archeologica.
Poi si profila la sagoma evanescente di “Dona”, ensamble di grandi vasi di gusto morandiano. E il punto di arrivo simbolico del percorso espositivo è la grande scultura “Martirio” realizzata da Riccardo Monachesi echeggiando l’iconografia rinascimentale di San Sebastiano. Anche in quest’opera non c’è nessuna indulgenza verso la figurazione, secondo quanto è proprio del linguaggio dell’artista, ma la scelta di questo lavoro rappresenta un omaggio prezioso al luogo che ospita la mostra, ovvero la Porta di San Sebastiano attraverso la quale le Mura Aureliane si schiudevano per affacciarsi sull’antica via Appia e sulla docile campagna romana.
Inaugurazione: 5 aprile 2014, ore 11.00
Museo delle Mura
Via di Porta San Sebastiano, 18 - Roma
Orari: mar - dom | 9-14
Biglietti: Intero: EURO 5,00, ridotto: EURO 4,00. Per i cittadini residenti nel
territorio di Roma Capitale: intero EURO 4,00, ridotto EURO 3,00
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RispondiEliminaNon pubblico per dissentire, ma neppure per essere d'accordo. Attraversare il silenzio per dire quello che sto provando di fronte all’immagine dell’opera di Monachesi e allo scritto di Calvesi stamattina mi è necessario. Non sono in accordo con quello che scrive Calvesi in quanto le argomentazioni sono poesia minore o di comodo e le opere di Monachesi hanno un aspetto appena appena significante e non corrispondente al titolo della mostra "Terraemota". Dorme la creta, la materia con la quale sono state realizzate, sonni tranquilli abbozzando qualche sorriso invece del dramma, ma nient'altro di espressivo e di significante. Consigliere il maestro Calvesi e Monachesi, quando avranno tempo di farsi una passeggiata nelle zone terremotate del nostro paese se hanno la forza morale e il coraggio per farlo per prendere nota di che cosa è un terremoto e per approfondire il proprio esprimersi e raccontare. G. Ruocco
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