mercoledì 30 novembre 2011

Franco Califano a Ostia Lido





Franco Califano



In una calda serata estiva Franco Califano ha incontrato a Ostia Ponente ancora una volta il suo pubblico a cui, negli anni, ha raccontato tutto di sé: la sua formazione a partire da un’infanzia bruciata e da un’adolescenza febbrile, la sua stagione giovanile della Dolce Vita di via Veneto, le sue passioni, i suoi sentimenti, il grande successo avuto per decenni scrivendo alcune delle canzoni più pregnanti del Novecento, la sua vita attraverso le sue canzoni, parlando dei  suoi libri, recitando i suoi monologhi e le sue poesie in romanesco ed in lingua italiana. Quando è salito sul palco tra un boato di applausi, sebbene fosse apparentemente nervoso, mi è sembrato in fondo più sereno, meno disincantato del solito, ma sempre con una gran voglia di comunicare agli altri la sua voglia di vivere e di amare. Sono lontani i tempi in cui affermava: “Non ho religione,  non ho famiglia, a volte non ho nemmeno pensieri. Sono cresciuto prendendo calci e cercando di restituirli quand’era possibile. Un match lunghissimo con il destino che mi porto appiccicato. Giù io o giù lui. La partita non è ancora finita, chissà quale sarà l’epilogo: Io sono il padre, il padre e il figlio di me stesso. Sono gli altri a dover dimostrare, non io che ho passato ogni esame prendendo il massimo dei voti.” Forse oggi il Califfo ha capito che una grande famiglia ce l’ha: sono i suoi numerosi fans a cui attraverso le sue canzoni ha insegnato che nell’amore è molto importante la vera comunicazione, quella diretta ed emotiva, l’unica che conta e ci consola, malgrado la nostra epoca sia così avanzata tecnologicamente con i computer ed internet, con i cellulari e le chat, che in fondo ci rendono più soli ed alienati. Il suo mito di grande amatore nasce dal fatto che, affascinato dalla bella vita e dalle belle donne che lo hanno sempre  ricambiato senza riserve  e animato da un’irrefrenabile irrequietezza,  ha sempre vissuto la sua sessualità  fino all’estrema sperimentazione dichiarando con convinzione che anche “la sessualità è un dono di natura, un talento così come accade per i grandi campioni dello sport o per i geni della scienza e della cultura.” Le donne le ha veramente amate ed ha mostrato sempre un gran rispetto per loro non entrando mai in particolari intimi parlando con i suoi amici.
            I testi delle sue canzoni sono autentiche poesie e non hanno mai avuto per soggetto argomenti politici o sociali, ma hanno sempre cantato i sentimenti con un  grande impatto emotivo, sentimenti come l’amicizia in “L’ultimo amico va via”, come le particolari atmosfere ambientali in “La nevicata del 56” , ma specialmente come l’amore in “Minuetto” e “Tutto il resto è noia”.

                                                                                              Anna Iozzino

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