lunedì 11 aprile 2011

LETTERE DI NAPOLI.

La casa di Lettere

     Mia moglie è nata a Lettere ed io a Scanzano, ma dopo la guerra i suoi genitori si trasferirono a Castellammare di Stabia e finimmo per incontrarci presso le suore Alcanterine  dove avevamo ripreso la frequenza scolastica dopo la fine della seconda guerra mondiale.

     Nonostante in famiglia si praticasse una devozione per sant'Anna, patrona di Lettere, non vi avevo mai messo piede. Mia madre non se la sentiva di trascinarci appresso a lei che partiva presto al mattino per ascoltare una delle prime messe e far ritorno a casa prima di mezzogiorno.

     Mia madre era instaccabile. Doveva possedere una forza sovrumana per fare quello che faceva, per sopportare principalmente i torti che le arrivavano addosso nonostante il bene che faceva.

     La mia prima andata fu quando ci fidanzammo e mi volle far vedere la proprietà che aveva acquistato con i soldi guadagnati facendo interviste commerciali per una ditta di Milano.

     Era di sera e  riuscii appena a percepire la consistenza di quello che mi veniva mostrato. Avevamo la stessa età, ma Anna mi sorprendeva tutt''i giorni per quello che fino a quel momento aveva realizzato con le sole sue forze.

     Ci ritornai da sposato per prenderne nuovamente atto e l'idea di passarci le ferie ci conquistò immediatamente. Demmo l'incarico a mio suocero di interessarsi come imprenditore edile dei lavori che era necessario intraprendere per renderla abitabile in maniera definitiva e quando ci fu il primo sbarco sulla luna anche noi "allunammo" a Lettere coi nostri figli e la voglia di trascorrere in piena autonomia le nostre ferie.

     Oggi che l'ho riscoperta attraverso il mio blog "Ruocco Tribù" la voglio proporre anche a quelli che eventaulmente non vi effettueranno visite .

     Col tempo avevo imparato ad apprezzarlo per l'aria, per la tranquillità che offriva, per il frizzantino che nonno Ciccio produceva e che non ci faceva mai mancare, per i pochi metri di terreno che accompagnavano  la casa, per i tanti alberi che insistevano e la loro varietà (Limone, gelso, fichi, noci, ecc. ecc.): erano una quindicina, ma forse esagero.

     Anche se era proprietà di mia moglie per la prima volte mi sentivo padrone di qualcosa.

     La vendemmo nel 1978 per completare la cifra di acquisto della casa dove adesso abitiamo, ma non l'ho mai dimenticata e se avessi voluto ci ha pensato più di una volta il Consorzio agro sarnese per la richiesta di un balzello che non era più di nostra pertinenza proprio per la cessione effetuata.

     Comunque nei cassetti ho qualche acquarello realizzato dall'artista Francesco Totino al quale l'avevamo prestata come studio e qualche disegno a china realizzato da qualche pittore di passaggio che ospitavamo in occasione di mostre personali.

     Ne ho percorso le strade attraverso le mappe di Google e le foto di un cultore della fotografia prestate per lo scopo di illustrare questa e le altre note che ho redatto per l'altro blog.

     Vi si arriva in macchina da Castellammare attraversando Gragnano e Casola o dalla Madonna delle Grazie scavalcando Gragnano. A piedi i percorsi sono diversi e tutti adatti a chi ha voglia di bruciare energie.


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Via auguro una buona passeggiata e se sentirete un certo languorino fermatevi in uno dei tanti ristoranti che a fine settimana sono assediati da estimatori sia della buona cucina sia delle tradizioni.


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Alcune delle foto inserite  sono state scattate da De Maio Agostino*. Nel caso di pubblicazioni chiederne l'autorizzazione gratuita (vedere la procedura indicata nella sezione "Contatti"). Questa pagina è stata aggiornata nell'anno 2011.
Autorizzazione ottenuta.

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