lunedì 8 marzo 2021

 

Al Festival di San Remo abbiamo ascoltato di tutto e di più, espressione che non disapprova ma non celebra certamente le modalità di somministrazione.

Il Festival lo si voleva fare e lo si è fatto garantendo l’incolumità dei partecipanti con continui controlli sul loro stato di salute e di chi giornalmente vi si aggregava.

C’è stato chi ha fatto la parte del leone e chi la sua comparsa con i valori propri del suo farea arte e del suo agire in sicurezza come sarebbe necessario da parte di tutti.

Abbiamo rispettato una tradizione e abbiamo dato possibilità agli artisti di rappresentarsi, ma al di là di questo che pure è stato positivo non sempre la trasgressione ha pagato cercando di fare di essa un esempio di rappresentazione non trascurabile per avere, forese. cose da dire, argomenti per parlare parlandone.

Un festival può essere anche necessario visto che ormai lo si celebra da anni e crea un’aspettativa, ma non credo possa diventare la cartina di tornasole per dirci a che punto è la creatività nell’ambito rappresentato quando non sono le case discografiche ad interessarsene che procacciano profitti per loro, per gli autori e i settori che sviluppano i prodotti da commercializzare.

Sembra che il Festival, prima di essere una necessità degli autori e dei cantanti, si un necessità per chi lo gestisce per riempirsi le tasche con profitti smisurati per  tutto al più un mese di lavoro già da dipendente dello stesso ente e dei collaboratori che lo coaudiano come amici, parenti e subordinati…..

Che cosa resta da dire alla fine di una simile impresa dove il virus sembra essere stato sconfitto dalla buona amministrazione dell’evento….

Prendiamo atto di quello che si è fatto, ma il sistema non è auspicabile ancora per celebrare il nulla. Se non si avranno conseguenze sanitarie accertate, bene così, ma credo che non sia un esempio da ripercorrere senza certificazioni certe, protocolli acclarati mai pubblicati come non potessero servire di esempio agli altri che vivono le stesse difficoltà operative nello settore, vedi teatri, cinema, etc.

Ad oggi non esistono modelli conclamati ma soltanto prescrizioni da osservare per il fai da te…. e questo è un danno come lo è stato quello di indicare soluzioni mai asseverate sul campo privando chi ha speso per farlo delle sue possibilità operative in presenza di clienti all’interno dei propri locali come invece avviene nei supermercati di cui non si hanno notizie certe neppure per darli come settori che offrono garanzie operative.

Gioacchino Ruocco Esperto qualificato della prevenzione

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