giovedì 2 agosto 2018

Nel cuore del Cilento l'inno al grano che protegge il rito della mietitura

Nel cuore del Cilento l'inno al grano che protegge il rito della mietitura

Canti in dialetto, workshop e convivialità, il Palio del Grano di Caselle è un'occasione per riconquistare il legame perduto con la terra

Nel cuore del Cilento l'inno al grano che protegge il rito della mietituraArrivano da tutta Italia per rinnovare un rito antico, che si perde nella notte dei tempi dell’umanità. Nel Cilento, nei giorni più caldi dell’estate, si tiene il “Palio del Grano dei Rioni e dei Paesi Cumpari di Caselle in Pittari“, un vero e proprio inno al grano e alle sue affascinanti fasi di raccolta: dalla mietitura alla catalogazione del frumento, oro giallo della terra curato con la massima attenzione dai contadini del posto e dai numerosi volontari provenienti da ogni angolo della penisola per partecipare alle fasi più importanti della mietitura.  Arrivano nel Cilento da tutta la Campania, ma anche dalle regioni limitrofe, come le Marche, per prendere parte alla raccolta del prezioso cereale e per assistere a una tradizione agricola che si tramuta in festa e convivilità.
A Caselle in Pittari, nel cuore rurale di Salerno, la mietitura cadenzata dal ritmo del dialetto è un’occasione per raccontare le numerose storie che affondano radici nella memoria collettiva del luogo. Storie, aneddoti e tradizioni che riaffiorano nella memoria e trovano spazio nelle moderne applicazioni per smartphone create per tenere traccia del lavoro svolto da donne e uomini che ritagliano parte del proprio tempo in modo da tenere viva una tradizione sana, antica e vitale.
C’è il “quaderno di campagna” dove scrivere gli avvenimenti degni di nota che avvengono durante le fasi della mietitura, ma anche una serie di applicazioni realizzate per migliorare la crescita, come lo Spaventapasseri 2.0 che tiene lontani volatili golosi di frumento. Ogni arma è consentita, anche far sposare la più moderna tecnologia con l’antica arte dell’agricoltura per custodire l’identità e combattere lo spopolamento dei paesini del sud attraverso la valorizzazione dei tesori custoditi nelle terre della penisola italiana.
Non mancano i momenti di festa e divertimento, come la particolare staffetta corsa tra le spighe di grano con una falce ben stretta tra le mani in sostituzione del testimone olimpionico. Una corsa sentitissima, da correre nel campo dorato tra i profumi inebrianti dei campi di grano del Cilento.

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