venerdì 24 gennaio 2014

Attentato alle opere pittoriche della Regina Pacis di Ostia Lido.

L'opera fu realizzata dagli artisti ostiensi Mario Rosati e Romeo Magnani, ormai deceduto, che erano l'anima dello "Studio d'arte 7" di Corso Duca di Genova, i cui locali sono attualmente occupati da un'attività commerciale. L'opera e alcune altre come la Pala d'altere dedicata a San Giuseppe Pallotti (autore M. Rosati) e la Via Crucis di Alberto Cantoni furono realizzate gratuitamente dagli autori e accettate preventivamente dal parroco dell'epoca e successivamente dalla Curia romana confortata da eminenti operatori storico-critici del settore.

E' da un po' di tempo che l'attuale conduttore della chiesa non fa altro che promuoverne la loro rimozione entrando in conflitto anche con il parere espresso dal Vaticano dopo la visita pastorale di Giovanni Paolo II.

Cosa nasconde questo fervore distruttivo non è stato esplicitamente detto se non a mezze parole che non è possibile riportare per non incorrere in strumentalizzazioni dialettiche da parte di chi ne è ritenuto l'autore.

L'opera non sminuisce e non porta a fraintendimenti sul sacrificio del Redentore. Rappresenta un povero Cristo in altri panni, quelli del quotidiano che i preti lavoratori hanno per anni utilizzato per penetrare nel tessuto sociale più lontano dalla fede praticata.

La fede che è la sintesi del credere in quello che si professa è fatta dal popolo e non soltanto dalle menti abituate a discutere per affermare quello che gli altri vivono, testimoniano con il loro darsi agli altri per un conforto, per una soluzione più umana del bene trascendentale.

Quale coscienza deve essere cancellata ? E quale fede deve essere proclamata dopo le parole di Francesco, padre e fratello più che papa ?   










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