Il Maestro italiano e l'arte alla frontiera.
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pubblicato giovedì 19 dicembre 2013
Un corpus di opere decisamente museali, non tanto per la ridotta dimensione formale, ma proprio per il loro essere capitoli della storia ancora precedente allo sviluppo della corrente più in voga degli ultimi tempi: l'Arte Povera?
Stiamo giocando? Non proprio, perché parliamo degli Oggetti in meno diMichelangelo Pistoletto, tutti firmati tra il 1965 e il 1966, che sono sbarcati -manco a dirlo- a New York. Anzi, nemmeno nella Grande Mela Manhattan, ma a Bushwick, il polo giovane di Brooklyn, nel secondo spazio della galleria Luhring Augustine, che già rappresenta l'italiano da qualche anno.
Anche in questo caso, come in "When attitudes become form”, e come in "Transformer” a Londra, anche qui si tratta quasi di un'operazione di remake: nella galleria newyorkese sono visibili infatti i pezzi che componevano la mostraOggetti in meno, appunto, che Pistoletto aveva messo in scena nel suo studio di Torino. Inaugurata ieri, la mostra resterà in scena fino al 4 maggio prossimo: un periodo che nemmeno un museo!
Ci sono, per esempio Rosa Bruciata, la scultura minimal Strutture per Parlare in Piedi, Lampada a Mercurio, il primo Quadro specchiante del '62 e anche le piccole tele Ti amo e Quadro da Pranzo. Un altro capitolo, decisivo, della consacrazione statunitense dei nostri italiani, passando in rassegna e scavando ancora una volta tra tutti i protagonisti del poverismo. Un secondo Praemium Imperiale che dir si voglia, l'attenzione di un altro mercato e la consacrazione che le opere fatte quasi 50 anni fa resistono alla potenza del tempo, risultando inattaccabili e decisamente "giovani”. Come i grandi vecchi!.
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venerdì 20 dicembre 2013
A Bushwick, da Luhring Augustine, arriva l'avanguardia di Michelangelo Pistoletto
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