venerdì 1 febbraio 2013

Cultura libera in Ungheria!

Un appello per sottoporre all'attenzione internazionale la preoccupante deriva dittatoriale nei confronti dell'arte del Paese
pubblicato mercoledì 23 gennaio 2013

il banner che lanciano i -Free Artists- per condividere la protesta ungherese

Dallo scorso dicembre è diventato chiaro a tutti i cittadini ungheresi qual è il piano del governo di Budapest nei confronti della cultura. Il vento di estrema destra continua a soffiare e c'è da ammettere che stia soffiando ben forte, soprattutto leggendo l'accorato appello che arriva dal gruppo "Free Artists”, collettivo creato all'indomani del tentativo di presa di possesso da parte delle strutture governative dell'Accademia Ungherese delle Arti (MMA). Ma andiamo per gradi: nella scalata senza fine che si sta consumando nel Paese, da parte delle forze politiche di destra capitanate dal premier nazionalconservatore Viktor Orbàn, c'è anche la trasformazione autoritaria delle istituzioni, in questo caso l'Accademia, a cui si sta mettendo a capo un gruppo ultra conservatore di artisti vicini al governo, donandogli una posizione inattaccabile di potere. Secondo le intenzioni dichiarate, formulate in un disegno di legge statale che sarà votato il prossimo febbraio, la MMA avrà potere esecutivo rispetto alle nomine e alle responsabilità nel campo della cultura, invadendo così, ad esempio, l'amministrazione di istituzioni culturali e musei, così come di altre organizzazioni. Da quest'anno il Műcsarnok / Kunsthalle di Budapest, che è il luogo più significativo e simbolico per l'arte contemporanea in Ungheria, potrebbe diventare quindi di proprietà dell'Accademia delle Arti, che avrà il diritto di definire i principi e i concetti professionali della politica dell'arte nell'istituto. Una situazione a dir poco preoccupante, dove è evidente che lo stato intende più che mai esercitare una forma di controllo culturale in modo diretto,e con l'aiuto di normative approvate, di porre fine alla pluralità ancora esistente, cancellando autonomia e democrazia dell'arte contemporanea ungherese. Per questo è nato il collettivo "Free Artists”, che raduna non solo liberi artisti, critici, studenti, filosofi o curatori, ma anche singoli cittadini, unitisi sotto questo "cappello” alla fine dell'anno scorso. Attraverso il sito http://nemma.noblogs.org/category/free-artists/ si può verificare in diverse lingue europee lo stato dei lavori, e creare un piccolo-grande sostegno e dibattito contro una realtà che non è, purtroppo, difficile da immaginare in altre geografie molto più vicine di quanto pensiamo. Cliccate, diffondete e, come scrivono i "Free Artists”, "Non lasciate che questo cambiamento avvenga. Alzate la voce in favore della cultura libera!”

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