Intervista a Concetta De Pasquale, a cura di Maurizio Vitiello.

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Concetta De Pasquale al lavoro.
Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde alle domande la pittrice Concetta De Pasquale.
Concetta De Pasquale nasce a Salò nel 1959, si laurea in Lettere Moderne e in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, specializzandosi in Storia dell’Arte all’Università di Urbino. A Milano frequenta gli studi degli scultori Fausto Melotti e Nanni Valentini, suoi maestri nell’uso minimale e rigoroso della materia.
Dopo le prime esperienze con materiali diversi, la sua attenzione si ferma sulla carta che diventa supporto privilegiato per una pittura organica, essenziale e intima, che indaga il corpo nella sua doppia valenza, fisica e spirituale.
La sua è una pittura visionaria che scaturisce dall’esperienza che il proprio corpo compie incontrando direttamente la carta.
La pittrice, infatti, nelle sue grandi carte non si limita a deporvi pittura, ma lascia che la carta si faccia sudario a incarnare segni, impronte e tracce di un’esperienza, che prima di essere pittorica è mentale e spirituale, ma al tempo stesso fisica e sensuale.
Pur mantenendo l’animo di viaggiatrice, da alcuni anni ha scelto di vivere in Sicilia, isola di origine paterna, dove insegna al Liceo Artistico Statale “Ernesto Basile” di Messina e dove conduce laboratori di pittura sull’espressività e creatività spontanea nell’immaginario infantile, secondo il ‘Closlieu’ di Arno Stern.
Durante il suo percorso artistico, la pittrice ha spesso privilegiato il rapporto della pittura con le altre arti, realizzando libri d’arte, spettacoli, performance e installazioni in team con scrittori, architetti, fotografi, registi e musicisti.
Dal ‘79 a oggi ha esposto in prestigiosi spazi pubblici e gallerie.
Ricordiamo la sua presenza alla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea a Firenze curata da John Spike; alla 54^ Biennale di Venezia, ad Artisti di Sicilia e a Expo Arte Italiana curate da Vittorio Sgarbi; le recenti personali a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, al Maschio Angioino e al PAN di Napoli, all’A.R.S. di Palermo, al Mo.Ca. di Roma, al Forte Stella di Porto Ercole e tante altre partecipazioni nazionali e internazionali da Stoccolma, Lisbona, Parigi, Nizza, Principato di Monaco, Londra, Strasburgo, Budapest, Bruxelles, Berlino a Dubai.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
MV) Sei venuta al “PAN” a Napoli a esporre opere che odorano di mare e a raccontare di “Colapesce”. Perché?
CDP) Perché Colapesce è un personaggio leggendario che appartiene alla cultura tardo-pagana napoletana prima ancora di giungere in Sicilia, un mito che appartiene al nostro Mare Mediterraneo e che mi ha dato occasione di raccontare il Mare.
Con questa mostra mi è piaciuto tracciare una rotta immaginaria tra Napoli e Palermo, due città che culturalmente e storicamente hanno tanto in comune.
MV) Napoli è stata sempre un tuo punto di riferimento?
CDP) Ho “scoperto” Napoli e il suo fascino, si può dire nel 2014 in occasione di un’altra mia personale “Oltre l’Isola”, ospitata nel Maschio Angioino sempre dall’Assessorato alla Cultura di Napoli. Una esperienza indimenticabile che mi ha veramente fatto scoprire la bellezza di questa città, nella quale non avevo mai soggiornato a lungo.
MV) Napoli che cosa dà? che cosa toglie? che cosa darà sempre? che cosa non darà mai?
CDP) Napoli è una realtà molto singolare e poco paragonabile con altre realtà urbane, Palermo è molto simile, ma non del tutto.
Nei Napoletani c’è l’invenzione in ogni loro azione, una capacità creativa che ti sorprende e che non riesci mai a dare per scontata.
Poi, in questa città sembra che si uniscano con un effetto prezioso Arte e Natura, una sinergia che incontriamo anche in tante città italiane, ma qui è più prorompente come lo sono i suoi abitanti.
Cosa non darà mai? Forse l’ordine e la precisione nordica … ma anche in questo i napoletani potrebbero sorprenderci!
MV) Il Sud ti ha attirato, da sempre?
CDP) Ho incontrato la Sicilia fin da piccola quando si veniva a fare le vacanze da Brescia nell’Isola paterna con tutta la famiglia.
Io vivevo la mia vita usuale in un ambito molto diverso pieno di regole e organizzazione, con una mamma bresciana, che mi ha impartito una educazione piuttosto rigida, per cui i tre mesi estivi che trascorrevo in questa casetta sulla riva del mare, senza elettricità e con l’acqua che si tirava su dal pozzo, rappresentavano la mia libertà e il mio sogno.
Per questo ho amato subito il Sud e ciò che per me rappresentava.
MV) Vorresti anche vivere all’estero?
CDP) Molto, in realtà mi piacerebbe conoscere e soggiornare in tutte le parti del mondo, ma questa vita non basterà per poterlo realizzare!
Comunque, quando ho occasione soggiorno all’estero, perché mi piace conoscere paesi e modi di pensare diversi.
Mi sento molto nomade in questo e penso che la conoscenza passi attraverso l’esperienza diretta delle cose.
Io sono molto curiosa.
MV) Le tue produzioni ad acquerello le riesci a realizzare quando sei su una barca. Il mare t’ispira quando ti culla sua sua distesa?
CDP) Non è il cullare che mi ispira nel dipingere in barca, ma è l’essere a diretto contatto con gli elementi mare e vento.
Quando navighi a vela, in assenza di altri rumori, sei in un contatto così profondo con questi elementi che ne senti il respiro.
Stare in assoluta lontananza dalla terra e solo circondata dall’orizzonte acqua ti permette di sentire che il tuo corpo è in totale simbiosi con questo respiro … e il tuo procedere ha solo un ritmo, quello del vento.
Per cui riesci ad abbandonare maggiormente la mente, e ad essere più in contatto con la tua anima e con l’anima del mondo.
MV) Riesci a “comprendere” e a “illustrare” anche la natura dei paesaggi montani?
CDP) Anche la montagna ha nutrito il mondo della mia infanzia.
Con mia mamma andavo spesso in alta montagna a fare percorsi in quota di rifugio in rifugio e mi piaceva moltissimo, e quando ci penso il ricordo mi fa male, perché è un altra vita parallela che avrei voluto vivere.
Penso che questi due estremi, l’alta montagna e il mare aperto, siano due mondi molto simili, dove il tuo corpo perde ogni orientamento e riesce a sentirsi parte di questa immensità, che è il nostro Universo.
Ecco perché io non dipingo il “mare paesaggio”, ma l’anima ivi presente, la stessa che troviamo in tutti gli elementi naturali che ci circondano.
I miei dipinti, infatti, hanno titoli come … Corpo del Vento, Corpo dell’Acqua, Corpo della Terra … cioè noi entriamo in contatto con l’Anima del mondo attraverso il nostro e il loro corpo, sia che si tratti di mare, di roccia, o di aria.
MV) La tua tecnica si affida anche al “corpo”, che può scrivere, determinare vibranti “decalcomanie”. L’impronta corporale diventa per te essenziale?
CDP) Assolutamente … è espressione dell’anima… il mio corpo è un mezzo che utilizzo per dipingere direttamente sulle grandi carte, luogo dove nasce l’energia creativa.
Non voglio che sia un disegno progettato e realizzato con strumenti quale la matita o i pennelli a raccontare, ma voglio che il racconto accada, suggerito da un segno che scaturisce da un corpo a corpo con la carta, da un incontro intimo ed energetico con essa.
Per questo ungo parti del mio corpo e mi muovo sulla carta lasciando impronte che, rilette, mi suggeriscono inaspettate e visionarie forme da evidenziare facendo assorbire dalla carta, sempre con lo strofinio delle mani, il pigmento ad olio e il catrame.
Un vero e proprio happening dove tutto l’atto creativo rimane intrappolato nella carta che ne assorbe l’energia.
MV) La Sicilia per le sue coste, per il suo mare, per la sua gente …?
CDP) La Sicilia è una terra amabile!
I suoi paesaggi, la sua natura prorompente, la sua storia raccontata da ogni luogo che incontri, le sue persone così accoglienti e generose, la rendono una terra amabile … chi la incontra se ne innamora.
Io non mi stanco mai di girarla perché scopro sempre cose o luoghi che mi sembra di vedere per la prima volta.
Penso che veramente la Sicilia sia un’isola magica dove aria, fuoco, acqua e terra si incontrano per restituirci bellezza.
MV) Anche nei “libri d’arte” ti rappresenti per concedere quali interpretazioni?
CDP) I miei Taccuini nascono per prendere appunti…mentre cammino, mentre lavoro, mentre viaggio, quando vado ai concerti ecc. Un modo per guardare la realtà che mi circonda e che vivo, ma anche per tracciare sogni e immaginazioni. Il taccuino è un compagno di viaggio, mi piace averlo sempre in borsa e fermare impressioni visive e pensieri scritti. Da qui nascono anche i ‘libri d’artista’ veri e propri oggetti in carta realizzati a mano che conservano sogni ed esperienze vissute.
MV) Quali artisti preferisci?
CDP) Amo molto gli artisti surrealisti, i visionari come me, che non hanno detto tutto e che lasciano alla libera interpretazione il proprio racconto.
Mi piacciono gli artisti che mi sorprendono, che mi incuriosiscono e mi emozionano.
Ho molto amato i miei maestri, entrambi scultori, Fausto Melotti e Nanni Valentini, che, attraverso la materia lavorata in maniera rigorosa ed essenziale, hanno saputo trasmettere poesia pura.
MV) Credi che la gente apprezzi il contemporaneo e riesca a “metabolizzarlo”?
CDP) Penso che la gente sia sempre più conquistata dal contemporaneo … lo comprende sempre di più, perché conosce sempre più gli strumenti per leggerlo.
Il contemporaneo è ricerca e la gente è più incuriosita e si mette in gioco per conoscere nuovi modi di espressione che si discostano da quelli tradizionali, più certi e assodati.
Mi sembra di vedere sempre più presenze nel mondo delle mostre contemporanee.
MV) Riesci a vedere nel tuo orizzonte ventagli informali, ancor più accentuati?
CDP) Fermo restando che non credo che l’informale sia un passo successivo alla figurazione, ma che questi modi diversi di esprimersi si compendino molto.
Nella mia pittura, ad esempio, trovo spesso che nella figurazione vi siano segni informali e al contrario da questi ne derivino immagini figurate.
Comunque, mi piace vedere nel mio orizzonte l’espressione massima della mia anima creativa, senza ipotizzare nulla riguardo al mio cammino che spero sia sempre guidato da curiosità, determinazione ed emozione.